Riaperta ieri a Petritoli la chiesa di San Prospero, con una cerimonia officiata dall’arcivescovo di Fermo, monsignor Rocco Pennacchio, e alla quale erano presenti molte autorità civili, politiche, militari con in testa il sindaco Luca Pezzani e il vicario del prefetto, Alessandra De Notaristefani di Vastogirardi.
«L’edificio sacro – l’intervento del sindaco di Petritoli Luca Pezzani al termine della celebrazione della santa messa – era chiuso da tempo e versava in uno stato di totale abbandono e dissesto. Sono stati importanti, quindi, i lavori di rifacimento e restauro e hanno riguardato un po’ tutto il complesso, in primis il tetto che era crollato. I fondi necessari hanno visto una compartecipazione alla spesa sia della Regione Marche che della Chiesa Cattolica grazie ai fondi dell’8×1000».
«L’importanza di recuperare questi edifici sacri – le parole dell’arcivescovo Rocco Pennacchio – sta sì nel perpetrare e tutelare il loro valore storico, ma anche nell’infondere nella cittadinanza il senso di comunità necessario per il buon vivere civile e religioso».
Per gli appassionati di storia e arte sacra, la chiesa di San Prospero resta un luogo misterioso, ricco di dettagli da decifrare e che lo rendono estremamente interessante. Si tratta senza dubbio della chiesa più antica del paese e, tra le sue particolarità, ad esempio, l’esposizione a nord/sud e non a est/ovest, come invece in genere sono esposti gli edifici sacri.
Due gli ingressi uno su via Mongibove, l’altro, quello attualmente considerato principale, su via San Prospero.
E anche questo fatto risulta da capire, perché l’altare rispetto all’ingresso in via San Prospero è posizionato lateralmente, mentre è frontale (come vuole in genere la regola) all’ingresso su via Mongibove.
Cinquanta le rose che decorano la parte sovrastante del portale di via Mongibove, di queste, 33 sono le classiche rose carolingie e uguali tra loro, delle altre 17, alcune si differenziano tra loro. La codifica di queste differenze e il posizionamento di tutte e cinquanta le rose resta ancora qualcosa di indecifrabile e non decodificato.
All’interno della chiesa, un’effige posta a destra dell’ingresso di Mongibove potrebbe far riferimento ai templari, mentre un’altra posizionata a sinistra dell’ingresso di via San Prospero cita la regina Cristina di Svezia, figura profondamente legata alla città di Fermo per via del cardinale Decio Azzolino, del quale era intima amica, e del dottor Romolo Spezioli, medico personale della regina, al quale lei donò la sua collezione di libri per poi dare vita alla biblioteca comunale di Fermo a lui intitolata.
Un mistero degno di Dan Brown e delle celebri trasposizioni cinematografiche dei suoi libri? Con molta fantasia potremmo anche arrivare a pensarlo, ma per molti dei petritolesi che ieri hanno partecipato all’inaugurazione, il ricordo più semplice e affettuoso è andato al caro don Dante, per anni amato parroco della chiesa, dove ha unito in matrimonio giovani coppie, battezzato bambini e ripetuto un rito a cui teneva molto, quello della benedizione delle rose il giorno di Santa Rita da Cascia e al quale chiamava a partecipare bambini, adulti e tutti i fedeli del paese.
La chiesa è visitabile e aperta al pubblico, per info su orari di apertura e visite, rivolgersi al Comune di Petritoli, all’ufficio informazioni turistiche o al parroco don Umberto Eleonori.
Antonietta Vitali

Il sindaco Luca Pezzani. Alla sua sin. il vicario del prefetto, Alessandra De Notaristefani di Vastogirardi
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati