Metrotramvia Mare-Monti: presentato lo studio di prefattibilità del progetto

METRO - L'opera, oltre a soddisfare le esigenze di rilancio delle valli del Tenna, dell'Aso, dell'Ete e delle aree interne, potrà apportare notevoli benefici anche ai comuni limitrofi delle province di Macerata e di Ascoli Piceno, per una nuova mobilità secondo le esigenze della transizione ecologica

La metrotranvia in un’elaborazione grafica diffusa dal Comitato per la Metrotramvia Mere-Monti

Sala del Consiglio provinciale di Fermo affollatissima, giovedì scorso, per l’Incontro pubblico di presentazione dello Studio di Prefattibilità della Metrotramvia Mare-Monti, erede della storica linea ferroviaria Porto S. Giorgio-Fermo-Amandola (1908-1956). Almeno 100 i presenti, tra cui diverse importanti personalità del territorio, curiose e molto attenti.

Dopo i saluti di Michele Ortenzi, Presidente della Provincia di Fermo, di Giulio Cesare Pascali in rappresentanza del Sindaco di Fermo, di Giorgio Girotti Pucci Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, di Pierpaolo Russo direttore Agenzia del Demanio – sede regionale Marche (in collegamento, in presenza Riccardo Luciani) è intervenuto il prof. arch. Gianluigi Mondaini, direttore del Dipartimento Ingegneria Civile, Edile, Architettura dell’Università Politecnica delle Marche e responsabile della Convenzione con la Provincia di Fermo per la realizzazione dello Studio, finanziato dalla Regione Marche (25.000 euro), dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo (8.000,00 euro) e dalla Provincia stessa (5.000,00 euro) per un totale di 38.000,00 euro.

Alla “Presentazione pubblica della Ricerca per il Sistema Integrato di Mobilità per la Valle del Tenna e la Valorizzazione della ex Ferrovia Porto S. Giorgio-Fermo-Amandola” è intervenuto anche l’arch. Francesco Chiacchiera, coordinatore della Ricerca, il cui gruppo Hub for Heritage and Habitat (H4hh) Univpm è composto dai docenti prof.ssa Maddalena Ferretti e prof. arch. Paolo Bonvini, e dagli assegnisti dottorandi arch. Piero Cantani e ing. Beatrice Pilota.

L’ateneo dorico si è avvalso anche della grande competenza dell’ing. Giorgio Spadi, preside Cifi (Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani) di Milano, collegato da remoto, che ha proposto la soluzione metrotranviaria per la possibilità di superare pendenze maggiori rispetto a una ferrovia, e di poter camminare in sede promiscua stradale in alcuni tratti.
Partendo da esempi europei e italiani, dove sono stati realizzati sistemi integrati che raccontano e connettono il territorio (Spagna, Belgio, Portogallo, Bergamo e le sue valli,
Metromare di Rimini, ecc.), l’Università ha presentato tre soluzioni che consentono di recuperare e migliorare la mobilità pubblica nella valle del Tenna, spina dorsale della Provincia di Fermo.

La progettazione ha segmentato il tracciato in tre fasi distinte: Porto San Giorgio-Fermo- Campiglione (connessione strategica per il nuovo Ospedale), Campiglione di Fermo-Servigliano e Servigliano-Amandola. La realizzazione dell’infrastruttura metrotranviaria è modulare, consentendo l’attivazione della sola prima tratta, più remunerativa e con maggior densità abitativa, prevedendo l’aggiunta della seconda, comunque fondamentale e di facile realizzazione, o raggiungendo l’intera estensione (terza tratta), più complessa, in funzione della copertura finanziaria.

Il costo stimato, compreso tra 10 e 20 milioni di euro per chilometro, non deve affatto spaventare. Questa cifra, infatti, è intesa come un pacchetto onnicomprensivo che include l’infrastruttura principale, tutti i servizi tecnici connessi (progettazione, impianti, sicurezza, ecc.) e la realizzazione della ciclovia associata. È fondamentale considerare che un investimento così completo risulta paragonabile, se non addirittura più efficiente, rispetto ai costi spesso significativamente superiori che si sostengono per la costruzione di strade e autostrade tradizionali, le quali non sempre includono pacchetti di servizi e infrastrutture secondarie così integrati.

Numerose le autorità che hanno potuto apprezzare lo Studio, tra cui la Vice Prefetto di Fermo Alessandra de Notaristefani di Vastogirardi, l’on. Mauro Lucentini, diversi Sindaci della Provincia (alcuni sono intervenuti) tra cui Valerio Vesprini e Marco Tombolini (assessore) di Porto S. Giorgio, Fabrizio Vergari di S. Vittoria in M. (anche presidente Unione Montana dei Sibillini), Marco Rotoni di Servigliano, Alberto Antognozzi di Grottazzolina, Adolfo Marinangeli di Amandola, Giuliana Sestili (consigliera) di Monsampietro Morico.
Alla riunione hanno preso parte figure di alto livello provenienti da svariate associazioni di categoria, realtà aziendali, istituzioni pubbliche ed associazioni culturali ed ambientaliste. Un progetto di grande valore sociale, culturale, economico, turistico e ambientale, che contribuirà al rilancio delle zone interne dell’Appennino colpite dal terremoto del 2016. Hanno deliberato a favore dell’infrastruttura ben 31 comuni (24 della provincia di Fermo, 5 della provincia di Macerata e 2 della provincia di Ascoli Piceno), altri si apprestano a sostenerla. Ha espresso parere favorevole il Presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini, hanno inoltre deliberato l’Unione Montana dei Monti Azzurri, gli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti della Provincia di Fermo, i Collegi provinciali dei Geometri e dei Periti Industriali.

L’opera, oltre a soddisfare le esigenze di rilancio delle valli del Tenna, dell’Aso, dell’Ete e delle aree interne, potrà apportare notevoli benefici anche ai comuni limitrofi delle province di Macerata e di Ascoli Piceno, per una nuova mobilità secondo le esigenze della transizione ecologica. Questa moderna infrastruttura, utile ai pendolari (studenti e lavoratori), sarà strategica per il turismo internazionale dei prossimi decenni. Una grande opportunità che potrà concretizzarsi se la politica sarà in grado di intercettare fondi ancora oggi disponibili.
Il Comitato per la Metrotramvia (costituito da Italia Nostra, Centro Studi e Ricerche G. B. Carducci, Cna e Legambiente del Fermano) prosegue il suo impegno per spingere la politica a intercettare fondi per un progetto di massima, indispensabile per dare il via concreto all’opera.


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