Cos’è la psoriasi? Lo abbiamo chiesto al dott. Lorenzo Morresi, dermatologo e dirigente UOSD INRCA Fermo.
É una malattia infiammatoria cronica della pelle e non solo di essa, non infettiva né contagiosa, ad andamento cronico e recidivante, nella cui patogenesi intervengono fattori autoimmunitari, genetici e ambientali che rendono spesso il decorso imprevedibile. Peggiora in inverno e migliora in estate, con andamento cronico e persistente ma anche con frequenti miglioramenti spontanei.
Colpisce egualmente i due sessi e insorge a ogni età dall’infanzia alla vecchiaia (Colpisce circa il 3% della popolazione italiana, circa 1 milione e 500 mila persone, con un trend europeo del tutto simile). I primi segni della psoriasi in media compaiono nelle donne attorno ai 27 anni e negli uomini attorno ai 29 anni. Si presenta con una frequenza variabile tra 1,4 – 4,82% della popolazione, è presente a tutte le latitudini. Nella popolazione adulta ci sono 2 i picchi di incidenza: il primo tra i 20-30 anni e il secondo tra i 50-60 anni mentre nei bambini c’è una bassa incidenza – tra 0.5 and 1.1% fino ai 16 anni con una media – tra gli 8 e 12.5 anni di età. 2/3 dei pazienti ha una malattia lieve mentre 1/3 dei pazienti ha una malattia da moderata a grave. La comparsa precoce (prima dei 15 anni) si associa solitamente a una forma più grave ed è di solito legata a una familiarità positiva.
Una causa specifica o predominante è sconosciuta e, quindi, c’è da considerare una genesi multifattoriale. Nella suscettibilità alla psoriasi e alla sua forma artropatica sono quindi certamente implicati fattori genetici, immunitari e ambientali.
La psoriasi si localizza più frequentemente ai gomiti, ginocchia, piega interglutea, regioni sacrale e ombelicale, ma può anche interessare il cuoio capelluto, le regioni palmo plantari nonché le unghie. Purtroppo non ha una cura specifica e univoca. Può sembrare solo una affezione cutanea superficiale, esclusivamente limitata alla pelle ma essa si caratterizza per un’alterazione di equilibri immunologici che riguarda tutto l’organismo.
Le chiazze pruriginose, rosse per l’eritema e squamose per quella specie di forfora bianca che sembra doversi staccare da un momento all’altro, fanno la loro comparsa quando le cellule della pelle crescono vorticosamente, passando troppo rapidamente dallo strato basale alla superficie cutanea.
Alla base della malattia c’è un disordine immuno-mediato secondario alla disregolazione dell’equilibrio immunologico che coinvolge i linfociti T, (cellule che hanno ruolo centrale nella risposta immunitaria cellulo-mediata).
L’evento, quindi, inizia dentro l’organismo con una alterazione immunologica di base che, in soggetti geneticamente predisposti, viene innescata da svariati fattori di natura ambientale, come ad esempio traumi fisici, infezioni, farmaci, che agiscono da soli o variamente combinati.
La gravità della Psoriasi è spesso associata a elevati livelli degli indici di flogosi sistemica (VES, PCR, Th-1 citochine), varia da soggetto a soggetto e spesso nello stesso individuo può presentarsi in maniera differente in diversi periodi della vita. L’Infiammazione rappresenta un percorso comune anche ad altre malattie come aterosclerosi, obesità, e insulino resistenza.
Il coinvolgimento delle unghie è comune nei pazienti psoriasici e colpisce fino all’80% dei pazienti in qualsiasi periodo della loro vita. L’onicopatia psoriasica è più spesso presente nei pazienti con coinvolgimento articolare, anche non ancora manifesto.
In Sintesi che cosa bisogna sapere della psoriasi?
Esistono dei fattori scatenanti?
Alcune persone a causa del loro aspetto, reale o semplicemente da loro percepito, evitano i rapporti sociali e si isolano, altri addirittura hanno difficili relazioni non soltanto con i colleghi di lavoro, ma anche con gli amici e con gli stessi familiari. É evidente, quindi, il forte impatto negativo sulla qualità della vita della persona con psoriasi.
La qualità di vita è ulteriormente peggiorata dal coinvolgimento artropatico. Si stima che circa il 7-30% delle persone con psoriasi sia colpito anche dall’artrite. Si tratta di una complicanza di natura immunitaria che attacca le giunture provocando un’infiammazione che è causa di gonfiore, dolore, rigidità e limitazione nei movimenti. Senza cure adeguate la forma artropatica può aggravarsi a tal punto da provocare danni irrimediabili alle articolazioni colpite. Un coinvolgimento delle unghie, l’onicopatia psoriasica, può essere un precoce indice predittivo per un futuro sviluppo di una forma artropatica.
La psoriasi accompagna la persona per tutta la sua vita, è una malattia trattabile, curabile, ma non si guarisce da essa, può mutare la sua gravità, riacutizzarsi oppure migliorare spontaneamente.
La terapia può aiutare a curare la pelle e può aiutare a gestirne la gravità e i suoi conseguenti effetti clinici, ma la condizione di base può causare riacutizzazioni se il trattamento viene interrotto.
Cos’ è l’artropatia psoriasica?
È una condizione che provoca gonfiore, dolore e spesso limitazione nei movimenti. Colpisce dal 7 al 30% dei pazienti psoriasici ma spesso in modo subdolo cioè senza essere accompagnata da manifestazioni cutanee e con esami del sangue negativi (Fattore Reumatoide negativo).
Spessissimo, in oltre il 70% si associa o complica una forma cutanea, ma in almeno il 15% dei casi la precede mentre talvolta, in circa il 10% dei casi è contemporanea.
É il dolore il sintomo che la accompagna e che molto spesso la smaschera. Le articolazioni dolenti sono spesso arrossate e gonfie e di solito sono colpite le ginocchia, le caviglie, mentre le dita delle mani e dei piedi mostrano un improvviso e tipico rigonfiamento a salsicciotto.
Talvolta dolore e limitazioni nei movimenti colpiscono il collo e la schiena e compaiono come una “strana” sciatalgia e una fastidiosa rigidità mattutina.
Individuare un coinvolgimento articolare è importantissimo per evitare futuri peggioramenti e successive disabilità.
Quanto è importante la diagnosi?
Come altre malattie autoimmuni (quando il sistema immunitario attacca per errore il tessuto sano), la psoriasi è una condizione cronica. Possono esserci quindi periodi di completa remissione (nessuna lesione cutanea); tuttavia la remissione completa non significa guarigione dalla malattia. Fare una giusta diagnosi e intraprendere un trattamento adeguato può aiutare il medico a controllare i sintomi migliorando la qualità della vita.
Senza un trattamento efficace la psoriasi può continuare ad avere un impatto negativo su vari aspetti della quotidianità.
Secondo recenti dati statistici ben oltre la metà delle persone che soffrono di psoriasi hanno avuto molto spesso depressione e ansia.
Quanto può essere di aiuto il dermatologo?
Il dermatolo può prescrivere:
Parlare con il medico dei sintomi e di ogni progresso o insuccesso delle aspettative in modo da scegliere il trattamento più indicato o modularne gli effetti per raggiungere gli obiettivi.
Quali sono le domande che bisogna rivolgere al medico?
Ma prima di parlare con il dermatologo, il paziente deve farsi alcune semplici domande:
Se poi si sono notati cambiamenti nel sonno o appetito, se si ha la sensazione di avere un umore molto basso e si è perso l’interesse per le cose che di solito si apprezzavano o si ha la sensazione che la vita non è degna di essere vissuta – questi sono sintomi da non trascurare!
Un’ultima considerazione di natura salutistica è quella di prendere in esame corretti stili di vita ed una alimentazione adeguata. Invito quindi a consultare dietologi o nutrizionisti per consolidare il trattamento di questa malattia.
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