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Tesori di queste terre
Rosauro Paoloni fa rivivere un’officina centenaria (foto e video)

Macchine dell'officina in movimento

 

Rosauro Paoloni nella sua officina

Rosauro Paoloni nella sua officina

di Nunzia Eleuteri

Un’officina degli anni ’20 ancora completamente funzionante grazie all’incredibile lavoro di un uomo che non ha voluto farla morire. Un’officina che oggi non ha nulla da invidiare ad un museo. Siamo a Piane di Rapagnano.

La Ditta Niccolini & Figli

La Ditta Niccolini & Figli

Qui, accanto ad un canale del fiume Tenna, sorgeva la “Ditta Niccolini Tommaso & figli” fabbri carradori che da quel canale, attraverso un mulino ad acqua, traeva la forza motrice che alimentava le macchine dell’officina.

Le ricerche effettuate dal nuovo proprietario dello stabile hanno portato alla luce documenti che testimoniano l’esistenza della ditta nei primi decenni del 1900, una delle pochissime aziende che pagavano le rendite a Fermo. Nata come segheria, si è poi specializzata nella produzione e riparazione di carri. Da qui l’appellativo di “carradori”.

Il mulino ad acqua

Il mulino ad acqua

Dopo la seconda guerra mondiale, il mulino ad acqua della famiglia Niccolini inizia a produrre anche energia elettrica fornendo così la prima corrente a Piane di Rapagnano. Quattro generazioni hanno lavorato in questa piccola-grande officina che poi però ha chiuso i battenti.

Non poteva accettarlo Rosauro Paoloni che, come cliente, si rivolgeva a Giuseppe Niccolini, l’ultimo fabbro dell’officina, per lavorazioni in legno e in ferro. Quei macchinari, quelle vecchie mura, quel mulino rappresentavano una grande storia che valeva la pena raccontare. Così Rosauro, contitolare dell’impresa “Abitacolo Interni” di Rapagnano, decide di acquistare il vecchio edificio, restaurarlo e ripristinare il funzionamento delle macchine.

Le macchine e gli ingranaggi funzionanti

Le macchine e gli ingranaggi funzionanti

Un lavoro immane e di alta ingegneria che vede un delicato sistema di cinghie ed ingranaggi tornare a funzionare attraverso il mulino, oggi alimentato a corrente perché il canale da cui sfruttava l’acqua non è più esistente. Un lavoro che Rosauro Paoloni ha svolto con passione per oltre due anni, senza studi particolari, da autodidatta guidato solo da una grande forza di volontà: ridare vita all’officina per tramandare una bella storia di un piccolo paese che potesse diventare la storia di un territorio.

Rosauro non sa bene ancora cosa farà di questo inestimabile tesoro ma, ultimata la catalogazione dei pezzi (impegno davvero più difficile di quello che si possa pensare), immagina di aprire l’officina per mostrarla a studenti e turisti.

Sarebbe di certo un museo degno del mitico Istituto Montani. Chissà che non possa entrare a far parte degli itinerari di visita consigliati ai turisti del Fermano? Sarebbe un arricchimento per questo territorio che per fortuna, o meglio per cultura, può ancora contare su grandi persone appassionate come Rosauro Paoloni, capaci di dedicare se stesse per mantenere vivi i ricordi, le tradizioni, i mestieri e le nostre radici.

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Foto dell'officina prima del restauro

Foto dell’officina prima del restauro

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Le cinghie sotto il pavimento

Le cinghie sotto il pavimento

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