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Terremoto, ripartire dalla cultura come elemento identitario: Monte Rinaldo ci crede

RIALZARSI - Dopo i devastanti terremoti avvenuti ad agosto e a ottobre anche Monte Rinaldo fa la conta dei danni tra case private e immobili pubblici; danni che hanno riguardato anche simboli dell’identità monterinaldese

di Alessandro Giacopetti

È inagibile e a rischio crollo l’immobile che ospita il Museo Civico Archeologico, l’antica Chiesa del Crocifisso: “Abbiamo scongiurato il peggio – dice il Sindaco di Monte Rinaldo, Gianmario Borroni ricordando come – prontamente abbiamo messo in sicurezza i reperti che il Museo Archeologico ospitava. Nessuno di essi ha riscontrato danni. Il tutto grazie alla prontezza del nostro intervento, – aggiunge il sindaco – e all’ausilio dei Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Marche, i dipendenti comunali, i funzionari del Sabap Marche e la Rete Museale dei Sibillini. Abbiamo tutelato questo grande patrimonio che, insieme all’Area Archeologica La Cuma, rappresenta l’identità di Monte Rinaldo.
Queste nostre eccellenze – precisa poi il sindaco Borroni – non possono però rimanere ferme e non ammirate: per questo ho lavorato per una loro ricollocazione e insieme ad altri Comuni colpiti dal sisma, ho firmato un protocollo d’intesa con il Comune di Osimo e l’Istituto Campana. Ciò al fine di allestire a Palazzo Campana ad Osimo una mostra temporanea che ospiterà le opere e i reperti dei musei e pinacoteche dei Comuni coinvolti nel Terremoto. Questa operazione, – prosegue il sindaco di Monte Rinaldo – per cui devo ringraziare Daniela Tisi, direttrice della Rete Museale dei Sibillini, inizierà a dicembre. Infatti, grazie all’intuizione del Presidente dell’Istituto Campana, Raimondo Orsetti, dirigente regionale con grande esperienza nel management culturale, già da dicembre si lavorerà all’allestimento della mostra, grazie anche alla disponibilità di Vittorio Sgarbi ad anticipare la chiusura della sua mostra Le stanze segrete, che lo stesso Palazzo Campana ospitava. Dobbiamo continuare a fare rete – dichiara Gianmario Borroni – e ad essere uniti per mantenere le nostre identità. I reperti, che al termine della mostra temporanea torneranno a Monte Rinaldo in attesa di una più sicura sistemazione, rappresentano la nostra storia, la nostra provenienza, pertanto dobbiamo lavorare alla loro migliore tutela”.
L’amministrazione comunale monterinaldese, quindi, sta lavorando intensamente sulla cultura: è in via di definizione, infatti, un progetto per l’anno 2017 che vedrà impegnato il Comune, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Marche e l’Università di Bologna in studi e ricerche sull’Area Archeologica La Cuma di Monte Rinaldo destinato a rivalutare enormemente il sito. Intanto in questi giorni un team di Archeologi dell’Unibo e funzionari della Soprintendenza sono a Monte Rinaldo per documentare con fotogrammetria e laser scanner tutti i reperti e per lavorare a una ricostruzione 3D e alla preparazione di filmati divulgativi.


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