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Calzature, quella qualità italiana che continua ad affascinare l’estero

 

di Andrea Braconi

Da un lato il riscontro molto positivo della partecipazione al recente evento fieristico di Tokyo. Dall’altro le prime sensazioni per un Micam dal quale ci si attende almeno una scossa. Infine, le prossime fiere, dalle più tradizionali alle novità studiate e scelte come nuovi traguardi.

“Siamo tornati ad esplorare il mercato giapponese dopo vent’anni – ci racconta Marina Ricci, marketing manager del consorzio Expool, nel guidarci tra i vari padiglioni alla scoperta di alcune delle eccellenze del nostro distretto calzaturiero -, una realtà dove negli anni ’80 lavoravamo tantissimo ma che per vari problemi era stata abbandonata. È un ritorno che ci ha reso molto soddisfatti: oltre a tanti contatti, abbiamo fatto ordini importanti per aziende che non erano mai state presenti lì. Certo, i clienti giapponesi sono molto riservati, devono vederti per più edizioni prima di darti fiducia, ma posso dire che i prodotti delle nostre tre aziende che hanno partecipato sono piaciuti subito, soprattutto per manifattura e layout”.

Una presenza, quella in Giappone, che il consorzio conta di confermare anche per l’edizione di luglio. “Nelle prossime settimane altre nostre aziende saranno all’Obuv di Mosca. Per l’estivo stiamo invece pensando ad un mercato come Londra, nella seconda metà di luglio, che avremmo voluto già fare a febbraio. Poi, ovviamente, a settembre sarà ancora Micam”.

Julian, il designer tedesco

Tra gli stand incontriamo Julian, un designer tedesco che è venuto a conoscenza delle aziende del circuito Expool tramite il web: una ricerca con la parola chiave “Shoes from Italy”, i primi risultati che portano proprio al consorzio fermano, uno sguardo ai vari profili social e, infine, il primo contatto tramite email. Da lì l’appuntamento negli uffici di Fermo, la visione del suo progetto, l’analisi e la selezione delle aziende più adatte.

“È nato un rapporto con Gianros e Lancio che – spiega la Ricci – dai campioni iniziali, ha visto concretizzarsi una produzione di ordini importanti verso la Germania”.

“Abbiamo scelto l’Italia per la qualità – rimarca lo stesso Julian -. Lavoravamo con l’India e altre realtà, ma la qualità italiana è talmente rinomata che non potevamo non rivolgerci a questo mercato. E poi a livello di calzature c’è sempre stato un forte legame con la Germania. Cercavamo qualche regione in Italia, anche per fare una vacanza, e ci siamo imbattuti nelle Marche. La nostra è una collaborazione incentrata su scarpe da uomo, classiche ma fatte da fabbriche speciali che potevamo trovare soltanto qui”.


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