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Il generale Del Sette: ‘Il sacrificio di Beni
è servito a costruire l’Italia,
i giovani non dimentichino’
(LE FOTO E I VIDEO)

PORTO SAN GIORGIO - Oggi pomeriggio, alle 14, alla presenza delle più alte autorità civili e militari delle Marche, della provincia e della città, in occasione del 40ennale dell'uccisione dell'appuntanto Alfredo Beni, è arrivato il comandante generale dei carabinieri. Il primo cittadino ha consegnato alla vedova dell'appuntato la cittadinanza onoraria
Il discorso del comandante generale dei carabinieri, il generale c.a. Tullio Del Sette

di Giorgio Fedeli (foto Federico De Marco)

Una vita spezzata dalla furia criminale, un giovane carabiniere, Alfredo Beni, che si immola per la comunità (leggi qui il racconto di quella drammatica notte). Ma i sangiorgesi non dimenticano. E, con loro, nemmeno i carabinieri. Oggi pomeriggio, nella piazza che porta il nome dell’appuntato ucciso nella notte tra il 17 e il 18 maggio del ’77 a seguito di un tragico conflitto a fuoco con una banda criminale, la cittadinanza si è ritrovata per celebrare il quarantennale della scomparsa del 46enne appuntato Alfredo Beni. A omaggiare la memoria del carabiniere medaglia d’oro al valore militare, a Porto San Giorgio, è arrivato addirittura il comandante generale dell’Arma, il generale di Corpo d’Armata, Tullio Del Sette. Ad attenderlo le più alte autorità civili e militari delle Marche, della provincia e della città, con in testa il sindaco Nicola Loira che ha consegnato la pergamena con la cittadinanza onoraria sangiorgese alla vedova di Beni, Elena Cecchini, e i prefetti. Il comandante generale è arrivato in piazza Beni accolto dalle note della Fanfara dei carabinieri e dal ‘picchetto’ d’onore guidato dal tenente Rocco Orsini. “E’ il quarantennale di uno degli episodi più dolorosi dell’Arma dei carabinieri – le parole del generale Del Sette dopo i saluti iniziali, il cui primo abbraccio è andato ai bambini della Nardi impegnati a sventolare piccole bandiere tricolore al passaggio del generale – l’appuntato Beni e il maresciallo capo Piermanni (a Civitanova Marche) hanno affrontato consapevolmente quel rischio mortale da servitori dello Stato, così come capita a tantissimi carabinieri e a esponenti delle altre forze dell’ordine e armate. Momenti dolorosi condivisi per tanti anni dalla cittadinanza. A 40 anni di distanza ci sono ancora tanti cittadini. E’ un segno importante per la gratitudine della gente e per l’apprezzamento del servizio svolto dalle forze dell’ordine per la tutela della sicurezza dei cittadini”.

Il sindaco Loira consegna alla vedova di Beni la cittadinanza onoraria

Dopo un doveroso riferimento alla ricorrenza della scomparsa di Moro, il generale Del Sette ha proseguito: “Quest’evento fa parte della storia di questa comunità e dell’Arma. E lo si ricorda con la cittadinanza onoraria all’allora 46enne appuntato Beni. La vedova ha vissuto il dolore con forza e dignità così come tanti familiari dei nostri caduti. E la nostra riconoscenza è testimoniata dallo schieramento in Armi, della fanfara di Roma, della presenza di una rappresentanza di comandanti di stazione, dell’associazione nazionale dei carabinieri con il suo presidente, del comandante interregionale, di quello della regione Marche e di tutta la scala gerarchica. Siamo qui tutti a ricordare il nostro eroe. Siamo ad esprimere gratitudine per il gesto di quel giorno. Vorrei che nella memoria dei giovanissimi rimanesse questa cerimonia, segno che gesti come questi, di tale generosità e coraggio non si dimenticano. Ritrovarci dopo 40 anni ha un enorme significato: quel gesto eroico, quel sacrificio non è stato inutile, mai vano, sicuramente utile nella storia del progresso e della civiltà del nostro Paese”.

Ad accogliere i presenti, si diceva, il sindaco Nicola Loira, dai vertici civili e militari, dai prefetti di Fermo e Ascoli Piceno, fino all’associazionismo sangiorgese: “Nel 1977 la nostra città è stata scenario di uno dei più sanguinari episodi della nostra storia – le parole del sindaco – ha conosciuto la barbarie della criminalità organizzata che ha squarciato la calma di un territorio laborioso accogliente e solidale. Ma quella notte abbiamo conosciuto anche il sacrificio, il coraggio e l’altruismo di giovani carabinieri che hanno dato la vita per la sicurezza della nostra comunità. Tra loro l’appuntato Beni alla cui memoria la città china il capo. E il consiglio comunale ha voluto attribuire alla sua vedova, la cittadinanza onoraria. Ai carabinieri di ieri e di oggi tutta la nostra vicinanza. Compito delle istituzioni civili è quello di tramandare la memoria del sacrificio di questi uomini ma, di fronte alle nuove generazioni che abbiamo voluto qui con noi, e affermare quotidianamente i valori, in primis l’amore per la Patria. Viva l’Arma dei Carabinieri, viva l’Italia”.

Il capitano Roland Peluso

A coordinare la commemorazione il capitano della compagnia di Fermo, Roland Peluso che ringrazia, per la riuscita della commemorazione, il sindaco, l’amministrazione comunale, le associazioni combattentistiche e d’arma, la Protezione civile, la croce rossa, la scuola Nardi, la Croce azzurra e infine la C.F.L. Srl di Ceroni e Falcioni e l’Emporio verde Sollini, per il grandissimo contributo fornito al fine di rendere migliore l’evento. E, chiaramente, tutta la cittadinanza che si è stretta a noi in un giorno così particolare“. Dopo la consegna della cittadinanza onoraria, la vedova di Beni è stata accompagnata dal generale Del Sette, dal sindaco Loira e dal generale Aiosa, a deporre una corona d’alloro sul cippo che ricorda il marito scomparso, e su cui è stata fissata una nuova fiamma realizzata dall’artigiano Andrea Rogante su commissione del Comune e dell’Arma. Tutto in un rispettoso silenzio spezzato solo dal sussurrare  di qualche bimbo a chiedere con fanciullesca insistenza alle maestre e ai genitori cosa stesse succedendo. E magari da domani, proprio come auspicato dal comandante generale dell’Arma, anche quei bambini, quando passeranno in piazza Beni, sapranno che anche da lì è passata la storia, sì con uno dei suoi capitoli più tragici, di quell’Italia di ieri che guarda con speranze al domani.

L’arrivo, in città, del comandante generale dei carabinieri, il generale di corpo d’armata, Tullio Del Sette

Il prefetto Mara Di Lullo e il questore Mario Della Cioppa

Il saluto al picchetto del generale Del Sette

I bambini dell’Isc Nardi ad accogliere il generale Del Sette


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