SANT’ELPIDIO A MARE – Uno spettacolo emozionale quello andato in scena ieri sera al campo sportivo “Mandozzi“. Per la ricorrenza del Patrono, Sant’Elpidio, ecco infatti in programma, ed ampiamente reclamizzato dagli organizzatori ( leggi il nostro articolo ) l’appuntamento con la “Partita che non se po’ di’”. Ex ” Partita del Cuore”, l’evento ha aperto le festività locali nel migliore dei modi, con oltre 1.500 persone accorse all’impianto sito nel cuore del centro città.
Sport, sociale, ironia e tanta voglia di stare insieme. Ingresso trionfale e canoro per i presentatori, Bruno Cozzi, Roberta Martellini e Martina Properzi. Sulle note di “L’Arca di Noè” di Mannarino, Cozzi ha deliziato (ma in playback) la platea anche grazie alla coreografia di due ballerini ed un ingresso in macchina rossa.
Momento, per così dire solenne, l’arrivo della versione elpidiense di Papa Francesco (ospite celato nell’incognita da oltre un mese), e dell’immancabile protettore del centro fermano a salutare il sindaco di casa Alessio Terrenzi, primo cittadino che nel mentre ha donato al trio di presentatori le chiavi della città per tre giorni.
Il Papa ha accarezzato due ragazzi non vedenti, riconducibili all’associazione di calcio a 5 Controluce, portandosi dietro al balletto delle suore predisposto in suo onore ed accompagnato dalla storico show man locale, Liberto Massimiliani. Dibattito a tre, dunque, tra Sant’Elpidio, il Papa stesso ed il primo cittadino, scenetta gradita dal pubblico interessato presente.
Poi spazio alle competizioni, parola che senza dubbio non incarna pienamente lo spirito goliardico delle performance, decisamente più a sottolineare la voglia di condividere l’essenza di una comunità coesa che di decretare l’ordine di arrivo a valle nelle varie discipline previste per l’edizione 2017.
Classifiche che si sono comunque formate, e che hanno visto sul gradino più altro del podio, nella corsa ai sacchi e nel gioco delle pigne la signora Maria Mattiozzi, meglio nota in città come “Mimì de Romolo”, arzilla ottantenne in pista ininterrottamente nelle ultime 27 edizioni della kermesse.
Combattuta la sfida nella corsa delle Vespe a barbetta, replica degli scampoli di vita vissuta negli amari anni ’70 caratterizzati dall’austerity, con gli scooter dell’epoca spinti a mano allorquando i serbatoi rimanevano a secco di miscela.
Prima classificata la coppia composta da Mario Picchini e Lucia Mosciati, a seguire Luca Marconetti e Michela Pennesi, Pierpaolo Pumpini e Lucia Tommasini, al quarto posto Marco Alessiani e Rachele Donati. 18 le Vespe, spente, ai nastri di partenza divise in batterie da 4 e due da 3. Uomini al manubrio, una gamba a traino e le signore ad imprimere forza propulsiva sul retro.
Il momento top della serata, però, e che da il titolo all’intera kermesse, è stata la partita, quella che appunto “non se po dì”, per l’occasione in esame disputata tra Padri e Figli. Primo tempo, avvincente, chiuso sull’ 1 – 1, replicato nella seconda frazione ( finale dunque 2 – 2 ), e vinta ai rigori dalla compagine dei Figli dopo i molti errori dal dischetto.
Sorrisi ed ironia a farla da padroni, ma in chiusura non è mancato di certo l’aspetto serio e decisamente dal ponderato tono sociale. Alcuni volontari dell’organizzazione sono infatti passati tra i gradoni del Mandozzi raccogliendo oltre 800 Euro versati poi ad Manuela Baldoni, responsabile dell’associazione sopra citata Controluce, dedita alla pratica del calcio a 5 per non vedenti.
Paolo Gaudenzi
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