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Tre mesi per decidere:
il futuro dell’Unione Valdaso
è appeso ad un filo

UNIONE COMUNI - Da poche settimane la guida dell’Unione è passata nelle mani del sindaco di Lapedona, Giuseppe Taffetani. Tra i suoi primissimi provvedimenti una ricognizione dell’ente

 

di Sandro Renzi

Il sindaco di Lapedona Giuseppe Taffetani

Tre mesi per decidere. Il futuro dell’Unione Valdaso, nata nel 2001 grazie alla lungimiranza di sette sindaci, è appeso ad un filo. L’impasse in cui il sodalizio è finito ormai da troppo tempo pone i comuni che, all’epoca facendo da apripista nelle Marche contribuirono a fondarlo, di fronte ad un bivio: proseguire l’esperienza o votarne lo scioglimento. Da poche settimane la guida dell’Unione è passata nelle mani del sindaco di Lapedona, Giuseppe Taffetani. Non è un caso che tra i suoi primissimi provvedimenti vi sia stato quello di procedere ad una ricognizione dell’ente. Valutare insomma le criticità e le cose da salvare. Fare un bilancio a 16 anni dalla nascita e pesare ciò che di buono l’Unione ha prodotto e ciò che invece non ha funzionato. Ed all’esito tirare le somme.

Insieme agli altri sei sindaci –spiega Taffetani- ci siamo dati degli obiettivi da raggiungere entro la fine dell’anno. Poi si deciderà”. Il punto di partenza sono le cose che funzionano. “Penso all’accorpamento degli uffici tributi, allo sportello unico, al gruppo intercomunale di protezione, al servizio mensa” prosegue il presidente che nell’Unione ci crede. Sul tavolo però c’è anche la vendita della sede a Piane di Moresco. “Ormai non c’è più necessità di avere un punto fisico, i servizi si possono dislocare tra i vari comuni”. La strada è ovviamente tutta in salita.

Qualche altra funzione, ad esempio, è tornata in capo ai sette municipi. L’Unione in quel caso non ha funzionato. A gennaio infatti i comuni hanno nuovamente riassorbito le rispettive polizie municipali. Taffetani guarda tuttavia il bicchiere mezzo pieno. “Stiamo effettuando anche una valutazione dei costi dell’Unione e francamente alcuni servizi, come il sistema informatico, è bene continuare ad averli in comune tra tutti. Questo consente significativi risparmi”. E’ comunque indiscutibile che l’Unione Valdaso debba fare uno scatto in più. Puntare sulle economie di scala, ad esempio, e su un rinnovato spirito di collaborazione tra i sette (Lapedona, Moresco, Monterubbiano, Campofilone, Altidona, Montefiore dell’’Aso e Pedaso). “Abbiamo ritrovato unitarietà di intenti –confessa Taffetani- e finalmente registriamo un risveglio. Ciò non significa che non dovremo fare i conti tra un po’ con quel bivio di fronte al quale siamo ormai arrivati”. E se lo scatto in più consistesse addirittura in una fusione tra due o più comuni? “I tempi non sono maturi –aggiunge il neopresidente- né l’abbiamo presa in considerazione. Personalmente ritengo che la presenza di un’amministrazione comunale in un piccolo paese sia un bel segno di vicinanza alla comunità. Io, ma anche i miei colleghi, passeggiamo tra le vie, ci fermiamo a discutere con i cittadini, siamo in prima linea. Verifichiamo di persona i problemi”. Qualche sabato fa lo stesso Taffetani stava annaffiando i fiori presenti al cimitero. “Non vogliamo medaglie ed il nostro impegno non costa praticamente nulla allo Stato. Siamo sindaci per amore dei comuni che amministriamo”.


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