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Katy Nataloni “In Germania più figli hai, più soldi ti danno ma la donna è ancora poco emancipata”

Un piccolo vulcano che sprigiona energia. Katy lascia Grottazzolina e si trasferisce a Friburgo. In questa intervista ci racconta di essere un po’ coraggiosa e un po’ incosciente.

 

di Claudia Mazzaferro

Conosco Katy da un po. Tutti la conosciamo per il suo impegno culturale e larte dedicata ai bambini. Un piccolo vulcano che sprigiona energia. Pianista, artista, mamma di una famiglia allargata, moglie di un musicista cileno, vive in un loft, insegna, organizza cene culturali e al femminile. Lascia Grottazzolina e si trasferisce a Friburgo. Qui ci racconta perché è un po coraggiosa e un po incosciente.

 

Togliamoci subito il pensiero, Grottazzolina o Friburgo? Cosa ti manca dell’una e cosa ti entusiasma dell’altra?

Sono molto attaccata alla mia famiglia, a Grottazzolina, al mio territorio, ai miei amici colleghi e professionisti che grazie al mio lavoro ho avuto modo di conoscere. Questo è quello che mi manca! Forse tutto mi manca…La cosa che mi entusiasma è il fatto di mettermi in gioco in continuazione, nuove persone, nuovi stili di vita, nuove difficoltà e nuove bellezze. Friburgo è una città straordinaria, piccola ma multiculturale. Si può trovare di tutto un po’. Allargare gli orizzonti e pensare ad un futuro e nuovi progetti…

 

Raccontaci la tua passione per la musica. E un aneddoto di quando eri piccola.

 Mio padre comprò un pianoforte verticale quando avevo 3-4 anni. Quando mi accompagnarono a Fermo alla Gioventù musicale, dove ebbi il piacere di conoscere il fantastico Maestro Giostra, non c’era posto per una nuova studentessa e uscimmo tristi. Dopo qualche metro incontrammo una delle persone più importanti della mia vita che, malgrado gli anni e la lontananza, porto con me e ringrazierò per tutta la vita. Ester Alessandrini, conosceva mio padre, scambiarono due chiacchiere e decise di prendermi in classe con lei. Non sapevo che stavo per iniziare con una delle insegnanti più brave del territorio! Da lì tutto un crescendo! Per farmi studiare (ero talentuosa ma molto svogliata), la mia insegnante mi ha fatto girare l’Italia partecipando a molti concorsi. Era anche un modo per fare vacanza!

 

“La musica merita di essere la seconda lingua obbligatoria in tutte le scuole del mondo?”

A me non piace chiamare la musica una lingua e definirla linguaggio universale… è un luogo troppo comune. La musica deve entrare in tutte le scuole del mondo. Non per creare musicisti ma per creare emozioni, per integrare, legare, fare cultura, lasciare un segno e poi…sarebbe bello che qualcuno approfondisse il discorso musica studiandola veramente. La musica è per tutti ma non allo stesso modo. E credo che debba essere presente a partire dalla nascita, studiata in base all’età e alle esigenze. Deve essere fatta da professionisti e costantemente…ma dubito possa accadere in Italia! Perché i bambini piccoli amano ogni genere musicale, classica compreso, poi crescendo non vogliono proprio saperne nulla? Ci sono tantissimi fattori da prendere in considerazione. Diciamo che la musica non è un linguaggio universale ma un ottimo canale universale di comunicazione!

 

I due sistemi scolastici a confronto. Cosa abbiamo da invidiare alla Germania.

I nidi sono straordinari, le strutture sono bellissime, i bambini fino ai 6 anni vivono praticamente liberi immersi nella natura. Pioggia, neve, sole, vento, si esce, si sta fuori. Ma poi a partire dai 6 anni il sistema scolastico tedesco non mi piace. Spero cambi presto. La cosa positiva è il programma. Diciamo che i 4 anni di elementari tedesche si possono equiparare ad un anno e mezzo della scuola italiana. Sia per quanto riguarda il numero di materie sia per quanto riguarda il programma. Fanno poco ma quel poco viene martellato fino alla nausea, diciamo pure che il tedesco è una lingua molto difficile anche per i tedeschi stessi. A 9 anni i bambini decidono già pressappoco cosa faranno da grandi quindi potete immaginare. Si passa subito alle professionali o al liceo. E’ un sistema complesso e un po’ assurdo a parer mio, per fortuna sta cambiando e si sta aprendo un po’. Prima di salire in Germania criticavo spesso la scuola italiana ma ora che ho girato…direi che non tutto è buono ma rispetto ad altri paesi europei non ci possiamo lamentare e soprattutto non dobbiamo solo criticare.

 

 

Raccontaci casa Gonzales. Ti va? 

Casa Gonzalez è un caos felice. Siamo molto caotici ma molto uniti ed efficienti. Non c’è mai pace e abbiamo casa sempre piena. Siamo in 3 o in 5. Mio marito ha due bambini di 9 e 14 anni dal primo matrimonio e fortunatamente siamo una felice famiglia allargata. Non abbiamo regolarità e sono poche le cose pianificate. Mio marito è docente al conservatorio di Berna e concertista quindi diciamo che c’è poco a casa ma quando c’è è molto presente e quando non c’è ci manca molto. Clara va in un asilo straordinario, un asilo sportivo. Tutti i giorni dalle 9 alle 17. Fa piscina, pattini, balletto, palestra, trampolino, etc.. Io lavoro 4 pomeriggi a settimana e dirigo due cori: uno di voci bianche e uno di adulti (due cori in lingua italiana). Sono due anni che cerchiamo una nuova casa, ma non riusciamo. Viviamo in centro in una casa meravigliosa ma è un loft e ora che i bambini sono grandi in 5 in un loft è un po’ difficile. I costi sono altissimi ed è una città molto ricca. Oltretutto cercano di dare le belle case a famiglie senza bambini e senza musicisti! Abbiamo insieme fondato un’associazione culturale che si occupa di arte per crescere …vi dice qualcosa? L’equivalente della mia associazione in Italia. Si chiama Vivace Freiburg.

 

L’amicizia, la solidarietà femminile. Italia vs Germania.  

I tedeschi sono apparentemente più freddi, poi con gli anni ho capito che purtroppo vengono addestrati a chiudere il cuore e le emozioni. Quindi fanno un po’ fatica ad aprirsi ma quando lo fanno diventano dei veri amici e sono molto affidabili… più degli italiani. Diciamo in Italia siamo più amici “superficiali” di tutti, qui la selezione è più difficile. Vivo in una città a misura di bambino e diciamo che mi sento un po’ arrossire quando mi chiedono:“Quanti figli hai?” …ma poi ripiego dicendo:“Una mia più due acquisiti” e così fanno un sospiro di sollievo. Avere un figlio solo, qui è una vergogna. Almeno 3-4! Lo stato aiuta tantissimo la famiglia e più figli fai più soldi hai dalla città.

 

Il ruolo della donna. Dove sei nata e dove vivi. Pregi e difetti.

Da noi c’è un attaccamento fortissimo alla famiglia, i figli restano fino a tarda età a casa. In Germania quasi non esiste. A Friburgo i genitori non vedono l’ora che i figli se ne vadano di casa, idem il contrario. Il cordone si stacca già da piccolissimi, a un anno li abituano a mangiare da soli, dormire da soli, etc…La donna: diciamo anche qui è vista ancora troppo come mamma ma con molto sostegno e riconoscimento. Sta cambiando ma, fino a poco tempo fa, le donne riguardo gli studi… o smettevano prestissimo o al massimo diventavano maestre d’asilo. La maggioranza,, però si sposava a 20 anni e iniziava a fare figli. Era la famiglia e la scuola che decideva per loro. Ora per fortuna sta cambiando. Poi per quanto riguarda il ruolo della donna credo dipenda dalla singola famiglia e dalla singola persona. Oggi noi donne ci troviamo allo stesso livello degli uomini…a volte esageriamo anche secondo me!

 

Cosa pensano di te? Coraggiosa o incosciente?

Ahahah bella domanda. A Friburgo o in Italia?!?! Diciamo che ho lasciato l’Italia nel momento migliore riguardo la mia professione e lì tutti mi hanno preso per incosciente. Ma ho sempre detto che la vita è una e che bisogna ascoltare il proprio cuore e il mio cuore mi diceva di seguire questo gigante Cileno che appena conoscevo. Sapevo che correvo un grande rischio ma non potevo vivere col dubbio e quindi ho voltato pagina. Mi è dispiaciuto tanto lasciare la mia famiglia…quello sì! Qui inizialmente è stato difficile ma ora sto raccogliendo i frutti. Sono molto diversi da noi e il mio carattere e temperamento spaventava un po’…ora lo amano! Il destino lo creiamo noi stessi. Così come ho avuto la fortuna di incrociare per strada la mia prima insegnante di pianoforte o avuto la fortuna di conoscere un cileno a Cupra Marittima che viveva in Germania. È un caso … a volte quando lo racconto sembra proprio una storia assurda …ma è reale.

 

Il tuo rapporto con Clara. A cosa non rinunceresti mai.

Fin da piccola le ho dato tutto, fatto fare mille esperienze, portata ovunque a partire dai 3 mesi…e ora naturalmente lei pretende lo stesso ritmo. Quindi è molto peggio di me! Voglio che lei sia se stessa a qualsiasi costo…questa è la mia missione ora. Non voglio diventi me o mio marito o quello che io non sono stata…e qui tendono un po’ a creare cloni. Non c’è giorno che non ridiamo che non ci coccoliamo che non litighiamo. La libertà di essere se stessa!

 

Cosa resta ancora nel cassetto?

I sogni ci sono sempre, sono sempre troppi! Piccoli e grandi. Purtroppo, sarà banale, ma i sogni sono il nostro pane quotidiano. Alcuni si realizzano, altri no, ma non importa.

 

La musica cosa ha aggiunto alla tua vita? Oltre ad un marito musicista…

La musica mi ha permesso di provare bellissime emozioni, mi ha dato l’opportunità di conoscere persone straordinarie e di fare il lavoro che amo. Educare attraverso la musica. La musica ha aggiunto instabilità, imprevedibilità…quello che mi piace!

 

Ti piace o no la parola femminismo?

Mmm non vorrei espormi troppo. Dipende da dove siamo, in quale parte geografica ci troviamo. Da noi, oggi come oggi sono sempre più dalla parte degli uomini. Credo che la donna sia molto più forte dell’uomo oggi. Credo che tutto abbia un limite e non amo gli estremismi! C’è da lavorare in paesi dove ancora la donna viene maltrattata e sfruttata ..lì ok, possiamo parlare di femminismo ma non qui. Litigo sempre con le mie amiche…non so perché mi trovo sempre dalla parte degli uomini. Sarà perché da piccola ero un “maschiaccio”?

 

Tempo libero. Che sapore ha?

Tempo libero per me è stare a casa in famiglia, organizzare eventi per la mia nuova associazione qui a Friburgo, organizzare una cena, andare ad un concerto al parco…non fare niente! Qualsiasi cosa ma dipende dalla circostanza.

 

Katy Nataloni al pianoforte durante una lezione a Friburgo

Domani cosa farai? Un trasloco, un nuovo viaggio o un ritorno?

Domani “metaforico” ho tante nuove idee e progetti per la mia associazione “Vivace Freiburg!”, spero di non fare un trasloco visto che ora sto davvero costruendo molto qui ma mai dire mai! Sicuramente un trasloco in una casa più grande nello stesso quartiere della mia città sarebbe fantastico. Nessun ritorno per ora. Spero invece che mi raggiungano presto i miei genitori. Intanto scendiamo noi in 5 (io, mio marito, nostra figlia e i figli di mio marito). Faremo Capodanno in Italia, porteremo i pattini per pattinare nella splendida Fermo e forse uscirà anche un piccolo laboratorio nel planetario ..ma è ancora una sorpresa per i più piccini!


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