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Donne dell’ANMIL Fermo:
“Più prevenzione contro
infortuni sul lavoro”

FERMO - Durante la conferenza stampa ANMIL Fermo, le componenti del Gruppo Donne hanno evidenziato difficoltà quotidiane di chi convive con vittime di incidenti sul lavoro
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di Alessandro Giacopetti

Far riflettere annualmente sul triste caso degli infortuni sul lavoro. E’ lo scopo della conferenza stampa annuale dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro, (ANMIL) curata quest’anno dal neo costituito Gruppo Donne provinciale di Fermo. E proprio nel giorno precedente all’8 marzo, giornata internazionale della donna, sono state presentate le 4 componenti: Angela Annibali, Paola Fratalocchi, Graziella Pistolesi, Zenedia Quadrini. A loro il compito di raccontare storie di vita quotidiana affrontando il dramma degli infortuni sul lavoro, sia perché subiti di persona, sia perché subiti dai propri compagni e mariti.

E’ stata Maria Pia Azzurro dell’ANMIL Donna Macerata a definirsi “contenta di lanciare il gruppo femminile di Fermo, già desideroso di organizzare iniziative. E’ qualcosa voluta a livello nazionale per volontà del presidente Franco Bettoni, per conoscere le problematiche femminili relative a infortuni, prevenzione e sicurezza. Inoltre – ha aggiunto Maria Pia Azzurro – abbiamo avanzato una proposta di legge in Parlamento relativa alla perdita di un figlio sul posto di lavoro, cosa che finora non viene riconosciuta. Altro progetto è andare nelle scuole a insegnare la cultura della prevenzione, diffondendo anche il docufilm ANMIL sulla sicurezza girato in tutta Italia, in punti caldi come l’ILVA a Taranto e la Tyssenkrupp”.

La parola quindi alle quattro componenti partendo da Graziella Pistolesi, che ha subito due infortuni alle gambe uno nel ‘69 l’altro nell’82; Zenedia Quadrini che da 26 anni fa parte dell’ANMIL, dopo che il marito ha avuto un grave incidente sul lavoro. “Un chiodo al cervello da una pistola sparachiodi – racconta Zenedia Quadrini – seppur ben protetta. Il chiodo ha rimbalzato su una parete di cemento armato ed è tornato indietro danneggiando il cervello di mio marito che ora è molto compromesso. Io non avevo ancora 29 anni, lui ne aveva 34, con bambini piccoli. Ora è qui (presente alla sala Rollina dove si è svolta la conferenza stampa ndr) ma non parla, non legge, non scrive e la comunicazione è difficile. L’infortunio cambia davvero l’esistenza di una persona”.

Angela Annibali si definisce una “infortunata di riflesso dopo che il 16 gennaio 2017, ha saputo che il marito Marcello Luciani in un incidente dopo il lavoro aveva subito numerose fratture tra cui quella dell’osso del collo, restando vivo per miracolo. Così mi hanno detto i medici. Molte le spese economiche per andare avanti, creando un netto cambio di vita in famiglia. Purtroppo – dichiara con forza Angela Annibali – il nostro sitema sanitario è settoriale, in quanto c’è chi si occupa di una cosa, chi di un altra, mentre la persona andrebbe curata nella sua interezza. Anche da qui nasce l’idea di costituire il Comitato Donna ANMIL Fermo, composto da infortunate, madri o compagne di infortunati e vedove. Nessuno va lasciato solo – conclude la Annibali – insieme possiamo fare in modo che le istituzioni tutelino i lavoratori”.

Altra componente è Paola Fratalocchi: “il 2 agosto 2010 alle 13.30 a Roma, mio marito Fabio Romani ha staccato prima dal turno ed esce dal lavoro. E’ la vittima 268 dell’anno 2010 e il suo caso è stato archiviato dai giudici dopo 2 anni. Nessuno mi ha informata, ma sono stata io a venire a sapere, al Pronto Soccorso, dapprima che aveva avuto un incidente e poi che era morto. C’è una scarsa attenzione alle morti sul lavoro – ha denunciato Paola Fratalocchi che successivamente all’incidente si è allontanata da tutto ciò che le potesse ricordare il marito, tornando a vivere con i genitori che l’anno sostenuta. “Nel 2017 a Fermo ho parlato con una assistente sociale dell’INAIL subito disposta ad aiutarmi e ora faccio un corso di assistenza psicologica che mi ha fatto smettere di scappare da tutto ciò che mi ricordava mio marito. Spero che storie come la mia servano a far capire i problemi legati agli infortuni sul lavoro. Il lavoratore non dev’essere un eroe, ma una persona normale che torna a casa col sorriso ogni sera”.

Gabriele Coccia, presidente ANMIL Fermo ha ricordato che “l’attività del Gruppo Donne parte oggi, dopo le due riunioni costitutiva e organizzativa”. Il vicepresidente ANMIL Fermo e Marche, Giovanni Monaldi la ritiene una “nuova iniziativa provinciale da replicare anche su scala regionale”.

Numerosi gli interventi che si sono succeduti nel corso della mattinata tra cui quelli del presidente INAIL Fermo, Claudio Esposito, del vice Prefetto di Fermo, Pina Maria Biele, dell’assessore Mirco Giampieri per il Comune di Fermo e della presidente Moira Canigola per la Provincia.


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