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Il turismo rurale tra web e tradizioni,
Germania primo mercato incoming

ECONOMIA - Dalla lettura dei dati di una ricerca della Unicredit e di un'associazione tedesca specializzata emerge il ruolo ancora marginale della nostra regione in una fetta di mercato straordinariamente importante
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di Andrea Braconi

Cosa fare (e come) per promuovere le Marche e ogni sua singola eccellenza a livello internazionale, cercando punti di contatto con altre Nazioni alle quali la nostra regione sembra sfuggire persino dalle cartine geografiche? Come sfruttare in maniera proficua le potenzialità del web e, al contempo, l’enorme patrimonio di tradizioni che ogni provincia custodisce?

Di questo si è discusso martedì scorso all’Azienda Agricola Sigi di Macerata con tre figure impegnate sul fronte turistico da tre prospettive diverse ma complementari: Cinzia Galassi, insegnante di tedesco in pensione; Luca Tombesi, blogger impegnato nella promozione del territorio; Roberto Ferretti, tra gli ideatori di un circuito come AgriturAso e del progetto “Le Marche in valigia” (LEGGI QUI).

Un terzetto che, sul finire del 2017, ha fatto conoscere le eccellenze della nostra regione in Germania. Una scelta niente affatto casuale, ma dettata da una precisa consapevolezza: quello tedesco, infatti, è il mercato di riferimento per il turismo rurale italiano, seguito da Paesi Bassi e Francia, come emerge da una ricerca fatta dalla Unicredit e da un’associazione tedesca specializzata.

Un vera e propria fotografia del turismo internazionale che vede l’Italia al quinto posto tra le Nazioni più visitate al mondo, preceduta da Francia (84,5 milioni di arrivi internazionali), Usa (77,5), Spagna (68,2) e Cina (56,9).

E a spulciare gli arrivi nel nostro Paese, con un 70% proveniente da solo 10 realtà, emerge proprio il ruolo strategico della Germania (53,3 milioni di arrivi), che stacca abbondantemente Francia (13). Regno Unito (12,5) e Usa (11,7).

Rimanendo però sul quello che viene comunemente definito turismo rurale, il vero problema delle Marche, come ha sottolineato la Galassi, resta la scarsa riconoscibilità. “Le principali destinazioni restano Toscana, Trentino Alto Adige ed Umbria, che hanno lavorato molto e bene in questi decenni. Ed è un peccato che noi non riusciamo a rimanere al passo, pur avendo tutte le caratteristiche richieste da questa tipologia di turista, a partire dalla sostenibilità ambientale, tema che incide per il 40% nella scelta della destinazione”.

Tra i problemi atavici, la stagionalità. “La maggior parte dei turisti tedeschi si concentra tra maggio e settembre, con una maggiore concentrazione nel nord-est, in particolare il Veneto e la costiera adriatica, sia veneta che romagnola. E qui gioca un ruolo strategico la tecnologia, che ha inciso sulla modalità di organizzare viaggi, soprattutto grazie ad immagini e filmati. Restando sulla Germania, consideriamo che pur essendo il nostro primo mercato incoming al momento è la Spagna ad essere considerata la meta preferita dagli stessi tedeschi e che quindi bisogna rimanere vigili e ben presenti. I tedeschi amano viaggiare con la macchina e questo è un aspetto vantaggioso per noi marchigiani, considerando la tipologia di territorio che abbiamo; un aspetto che ci deve far riflettere su come migliorare la comunicazione verso di loro”.

Proprio la comunicazione è stata al centro dell’intervento del blogger Luca Tombesi, che ha voluto rimarcare tra le altre cose come l’utilizzo di Twitter sia obsoleto rispetto a social molto più frequentati da chi cerca informazioni di carattere turistico. “Stiamo puntiamo tanto su Twitter mentre questo è in crisi, forse è il caso di orientarsi verso altri tipi di social”.

Ma attenzione soprattutto all’interpretazione dei numeri. “Vanno sempre presi con le pinze. L’esperienza ci dice che il numero di like sulle pagine non conta più nulla e che purtroppo è facile fare grandi numeri di like acquistandoli: in poco tempo si arriva a numeri enormi che però non sono veritieri, come dimostrano le poche interazioni riscontrate sulle stesse pagine”.

La comunicazione social, però, resta un perno imprescindibile. “Il numero di persone che si rivolge alla classica agenzia di viaggi si sta riducendo sempre di più” ha ricordato Tombesi, citando le esperienze di vari blog tour nella regione, tra cui quel #RipartidaiSibillini che ha visto impegnati nella fase post terremoto numerosi instagramer, blogger, fotografi e giornalisti. “Serve professionalità nella comunicazione – ha aggiunto – non ci si può improvvisare. Dietro ogni cosa scritta bisogna fare un lavoro di ricerca e di scelta stilistica, per poi incartare il tutto in maniera gradevole. Quando si produce un messaggio bisogna dare un’immagine ed un messaggio che colpiscano e che rimangano impressi”.

Comunicazione sì, ma anche tante relazioni da costruire ed alimentare nel tempo: questa la visione di Roberto Ferretti, da più di dieci anni proprietario di un b&b a Petritoli, che ha invitato tutti a ripartire dalle cose semplici. “Quando facciamo promozione del nostro territorio domandiamoci perché lo facciamo. Per interesse? Perché pensiamo che il turismo possa essere una prospettiva di sviluppo economico, culturale e sociale? Oppure per amore della nostra terra? O ancora possiamo farlo per tutte queste cose insieme?”

Ma c’è una domanda che a Ferretti sembra stare particolarmente a cuore: come facciamo conoscere la nostra terra? “Sono tante le maniere, utilizzando tanti strumenti diversi. Luca ha parlato di alcuni strumenti che possiamo riferire al web, strumenti che hanno una grandissima potenza. Io invece da 9 anni, insieme ad altri amici che hanno strutture turistiche o produttive, ho pensato che, visto che le Marche non hanno questa notorietà neanche in Italia e che all’estero la nostra percezione è veramente drammatica, la prima cosa da fare fosse far conoscere questa realtà dalle mille sfaccettature e dai mille punti di interesse. Così, insieme, ci è venuta l’idea di andare a fare conoscere le Marche a casa loro. Siamo partiti nel 2009 con i nostri ospiti. Piano piano chi è venuto si è affezionato, è diventato amico delle persone della nostra terra ed è ritornato. Ecco, questo è il turismo esperienziale, che abbiamo cercato di implementare attraverso il progetto ‘Le Marche in valigia’, un progetto che ci porta a diventare ambasciatori spontanei e a far conoscere la nostra terra agli altri, andando a parlare di Marche all’estero e anche a farle assaggiare, portando prodotti tipici e, in diversi casi, addirittura preparando la pasta sul posto. Dopo l’Europa, l’Australia e il Giappone, la prossima tappa partirà il 9 marzo con quattro serate in Belgio ed una in Germania. Il 21 marzo, inoltre, si ritornerà in Giappone, dove sono previste 4 serate, di cui 2 a Tokyo”.

 

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