STORIE
Da Fermo a Capo Nord in Lambretta, l’incredibile viaggio
di Paolo Concetti

STORIE- Nel 1964 l'avventura da solo, a 20 anni, con il suo scooter

L’ultimo tratto del viaggio di andata di Concetti, attraversando la Scandinavia

di Paolo Bartolomei

Il professore Paolo Concetti (scomparso purtroppo nove anni fa) continua a riservarci molte sorprese. Dopo l’immensa collezione privata di quasi ventottomila libri di cui abbiamo già ampiamente parlato qui , scopriamo che nell’estate del 1964, ad appena 20 anni, ha intrapreso un viaggio ardito, avventuroso, e anche un po’ pericoloso, andando da Fermo fino a Capo Nord da solo, in sella alla sua Lambretta 125, con solo due valigie al seguito per un mese di vacanza.

Paolo Concetti fotografato da un passante a Lund (Svezia)

Non sappiamo se Concetti è stato il primo fermano a raggiungere Capo Nord direttamente dall’Italia con un proprio mezzo. Oggi conosciamo Alberto Allegrini che nel 2009, con la sua moto, da Fermo arrivò fino all’estrema punta settentrionale della Norvegia.
Però negli anni sessanta mezzi e strade erano più precari, l’abbigliamento tecnico di oggi inesistente (dalle foto notiamo Concetti vestito, in viaggio, a volte con maglione e camicia, come se stesse a scuola; quando il meteo era inclemente, con un giaccone tipo eskimo e una maschera da motociclista) e la sfida alla natura più difficile e stimolante. Inoltre una Lambretta 125 è un veicolo molto più lento e scomodo di una moto di grossa cilindrata.

Capo Nord è diventato meta di “pellegrinaggi” turistici a partire dagli anni ’60, Concetti sicuramente è stato uno dei primi ad andarci con un veicolo a due ruote, forse il primo in assoluto con una Lambretta.

Oggi si recano a Nordkapp circa duecentomila turisti all’anno, tant’è che per arrivare all’estremità nord dell’isola Mageroya occorre superare una barriera (simile ad un casello autostradale) in un cui si paga un pedaggio.

IL VIAGGIO

13 agosto a Skelleftea (Svezia)

Concetti racconta il suo viaggio in un dattiloscritto corredato da molte foto scattate con una Polaroid.
Parte da Fermo il 6 agosto 1964, dopo due giorni è già a Norimberga nel cuore della Germania, il giorno sucessivo è a Flensburg, al confine con la Danimarca. L’11 agosto entra in Svezia e si fa fotografare da un passante a Lund.

Altri due giorni e ha già attraversato mezzo Paese arrivando a Skelleftea, ai confini del nord del mondo, sulla costa orientale svedese, affacciata verso la Finlandia, dove il paesaggio comincia a cambiare radicalmente.
Mentre in Italia scocca il Ferragosto, qui il nostro viaggiatore solitario si rende conto conto che «l’orizzonte così familiare e comune, accogliente e rassicurante, non esiste più».

 

I Lapponi

Solo di passaggio ad Haparanda, al confine tra Svezia e Finlandia, poco sotto al Circolo Polare Artico, dove una strada ad 8 permette l’inversione del lato in cui si guida (fino al 1967 in Svezia si teneva la sinistra, mentre in Finlandia e Norvegia la destra).
Concetti racconta di essersi fermato in un bar in cui c’erano solo quaranta lapponi, che indossavano il caratteristico vestito nazionale a strisce multicolori col tipico copricapo in testa. Come lo videro entrare e attraversare il locale, rimasero di colpo tutti in silenzio, lo fissarono e rimasero coi boccali di birra a mezz’aria. Pochi minuti dopo il misterioso viaggiatore e tutti i lapponi cantavano insieme “Remember Diana” di Paul Anka, programmata da Concetti al juke-box.

Una sessantina di chilometri a nord di Haparanda, il 16 agosto Paolo attraversa il Circolo Polare Artico e deve aspettare un po’ perché arrivi un passante che gli scatti la foto.

16 agosto: Concetti attraversa Circolo Polare Artico

Il viaggio prosegue in direzione di Enontekio (nord Finlandia) e di Kautokeino (Norvegia) percorrendo il 17 agosto non una vera strada ma un tratturo di un centinaio di chilometri che attraversa il confine con la Norvegia e una tundra desolata: «Non un villaggio, nemmeno una capanna o un albero, al massimo qualche cespuglio, tutto era immobile e silenzioso, tranne le renne che a volte si avvicinano alla strada. Il cielo basso e grigio, il selciato melmoso e ogni tanto le piccole ruote della lambretta affondavano. Poco prima del confine mi accorgo di aver forato una ruota, spingo a mano lo scooter con il fango fin sotto le ginocchia cercando di raggiungere il selciato asciutto per cambiare la ruota, una fatica bestiale, e comincia anche a nevicare: oltre il Circolo Polare Artico a metà agosto l’estate è finita»

17 agosto: sostituzione ruota forata al confine tra Finlandia e Norvegia

Concetti in quel momento non può immaginare che quel sentiero fangoso molti anni più tardi diventerà un tratto della lunga autostrada europea E45 (che da Gela, in Sicilia, arriva quasi a Capo Nord).

Lasciata “la futura E45” ad Alta (il suo capolinea odierno), e spintosi fino a Russenes, il nostro avventuriero deve proseguire via mare perchè la strada non è percorribile (invece oggi c’è la E69 che arriva a Capo Nord con un tunnel sottomarino).

A Russenes, in attesa del battello, Concetti si intrattiene con una signora di Torino.

 

19 agosto: a Russenes, in attesa dell’imbarco per l’isola di Capo Nord, una signora di Torino prepara un caffè

L’ARRIVO A CAPO NORD

Concetti sbarca a Honningsvag (isola di Mageroya) e da lì percorre pochi chilometri di strada a picco sul mare per Capo Nord «in una tenebrosa notte boreale, di nebbia, pioggia, raffiche gelate di vento. Nel piccolo bar posto all’estremità settentrionale dell’isola e dell’Europa, gli unici avventori presenti eravamo io e un tedesco arrivato in moto. Buio totale, nemmeno la luna o un pallido chiarore di stelle. Nello spiazzo antistante il bar, affacciato sul Mar Glaciale Artico, si sentiva il rimbombo delle onde (invisibili nella notte nera) che si frangevano più in basso contro la roccia a strapiombo».

È la notte tra il 19 e il 20 agosto 1964. Ad una certa ora il bar chiude, il maltempo impedisce di restare all’aperto fino al giorno dopo e i nostri sono costretti a ripartire «e fu così che non riuscii a vedere il sole di mezzanotte». Oggi invece a Capo Nord c’è un ristorante panoramico sempre aperto e con cinema.

I pochi chilometri di ritorno da Nordkapp ad Honningsvag sono i peggiori degli undicimila dell’intero viaggio, sotto pioggia e vento gelati, lungo la stretta strada asfaltata a picco sulle rocce a strapiombo. La moto del tedesco si ferma tre volte. Ad Honningsvag nessuna sosta, salto al volo sull’ultimo traghetto per ripartire e togliersi gli abiti fradici e gelati.

Alba del 20 agosto: ritorno dall’Isola di Capo Nord a Russenes in traghetto

Il viaggio di ritorno è sul versante occidentale della Scandinavia (questa volta per un migliaio di chilometri non più da solo ma in compagnia del tedesco): da Alta a Fauske via mare tra gli stupendi fiordi norvegesi, poi le cascate vicino a Fellingforsen il 23 agosto, quindi altri tre giorni e Concetti è ad Oslo.

Dalla capitale norvegese rientro in Svezia fino a Malmo: seicento chilometri in un giorno «ero stachissimo, pioveva (tanto per cambiare), riuscii a trovare posto per dormire in un letto a castello dentro ad un dormitorio per marinai in transito». Un marinaio grosso e ubriaco però tenta di strangolarlo, prima di essere fermato dagli altri ospiti.

 

22 agosto: Fauske, tra i fiordi norvegesi, in attesa di un battello

A Lund si stucca il filo della frizione; è sabato, meccanici chiusi. Un ragazzino curioso che parla in inglese si offre di aiutare il nostro viaggiatore. Lo guida nel garage di casa sua dove gli sostituisce il filo, poi lo invita a pranzo a casa e Paolo conosce la sorella maggiore, Maria, così chiamata perché la famiglia è una delle pochisime di fede cattolica nella luterana Svezia. «E così assistemmo al curioso spettacolo di un italiano (io) che, discutendo con due svedesi, sosteneva le ragioni di Lutero contro il Papa» racconta Paolo che rimane in quella casa fino alla mattina dopo, col padre di Maria che rientra a mezzanotte e saluta la figlia e l’amico conosciuto poche ore prima, trovandoli lunghi sul divano al buio, augurando la buonanotte ad entrambi e andando a dormire: «Perfetta incarnazione della libertà svedese.

29 agosto: riparazione della frizione a Lund (Svezia)

Rimasi impressionato, pensando ai nostri padri». Della madre nessuna notizia.
Il nostro viaggiatore ci assicura che passò l’intera notte con Maria solo a conversare “di tutto” (religione e filosofia, storia e sociologia, amore e musica, passato e futuro): «era una notte di mezza estate del 1964».

Sempre in Svezia, ad Uppsala, Paolo racconta che aveva conosciuto un ragazzo che era un “poeta di stato”: «Era pagato per scrivere poesie. Felice paese la Svezia. All’epoca anche io scrivevo poesie ma, ahimè, non pagato. Ci lasciammo da amici, l’anno seguente venne a trovarmi in Italia».

Traghetto per Copenaghen, poi, passando al ritorno per Olanda e Belgio, e qualche notte trascorsa a dormire in stazione, il rientro a Fermo un mese dopo la partenza.

Le ultime righe con cui si conclude il dattiloscritto di Paolo Concetti

 

Renne incontrate in Lapponia

Sempre in Lapponia

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