di Alessandro Giacopetti
Si intitola in modo semplice: “Linee guida”. E’ una brochure informativa sul tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento da distribuire nelle scuole del Fermano a docenti e studenti. Frutto di una sinergia tra vari soggetti, l’iniziativa è stata presentata oggi da Stefano Pompozzi, vicepresidente della Provincia di Fermo: “la brochure arriva nell’ambito di un discorso sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (Dsa) portato avanti con l’Asur, l’Ufficio Scolastico, gli Ambiti Sociali e altri soggetti che quotidianamente si confrontano con i Dsa.
Per questo sono nati un tavolo permanente e un osservatorio permanente, eccellenza nel Fermano e tra i pochi in Italia, che hanno prodotto un protocollo operativo. Funge quindi da raccordo tra i vari soggetti coinvolti e da supporto a famiglie, docenti, scuole. Uno degli obiettivi è fornire una chiara metodologia di approccio ai DSA, colmando la mancanza di informazioni. Gli altri sono creare una rete di soggetti attivi, delineare i diritti delle famiglie e i diritti degli studenti. A partire da quest’anno scolastico sarà consegnata a docenti e studenti delle prime e seconde classi della scuola Primaria e delle prime classi delle scuole Medie e Superiori nel Fermano”, ha chiarito Stefano Pompozzi.
Collaborazione con l’Asur Area Vasta 4 sottolineata dal neoconfermato direttore Licio Livini: “una brochure puntuale e precisa con passaggi basilari relativi alla problematica DSA. Nostro compito è dare servizi di qualità ai cittadini, e rispondere come istituzioni alle loro esigenze. Ciascuna deve, infatti, farsi carico delle responsabilità che spettano, sforzandosi di cambiare quello che è un fattore culturale. La la brochure non è la fine del lavoro ma ne rappresenta solo un tassello”.
Mirco Giampieri, assessore ai Servizi Sociali a Fermo, in rappresentanza dell’Ambito Sociale XIX: “Nel tempo sono stati raggiunti traguardi non indifferenti nell’aiuto ai minori e nell’assolvere le nostre responsabilità. Dobbiamo far capire alle famiglie che non è una malattia ma un disturbo. Molti ragazzi che ne soffrono completano la loro educazione, terminando studi universitari o master. Come Ambito Sociale faremo promozione, collaboreremo con gli enti coinvolti, con lo stesso impegno economico degli anni passati, perché crediamo nel progetto”.
Nel ricordare il lavoro svolto nel tempo creando gruppi di lavoro nella scuola Primaria e Secondaria, Lucia Iacopini, presidente dell’Associazione Italiana Dislessia sezione di Fermo ha lodato il lavoro collettivo: “Bisogna puntare al benessere e al diritto allo studio dei ragazzi, mentre purtroppo molti di loro non trovano ancora la serenità che meriterebbero. Tanto abbiamo fatto ma tanto c’è ancora da fare anche per sensibilizzare gli insegnanti nell’effettuare un percorso formativo per comprendere e affrontare il problema DSA. Il ragazzo dislessico è assolutamente normale, solo che sviluppa ulteriori capacità. Per questo occorre cambiare la modalità di didattica, non più rappresentata da un semplice insegnante che parla, ma basandola sull’interazione con gli alunni”.
Presenti anche docenti e insegnanti specializzate nel seguire i casi di DSA. Dai loro interventi è emerso che la scuola è uno dei primi ambienti in cui si ha un approccio al fenomeno, per questo l’attenzione verso metodologie per affrontarlo è molto sentita, anche per aiutare le famiglie. E’ importante che sia gli insegnanti che i compagni di classe abbiano la piena conoscenza del disturbo per aiutare il ragazzino ad affrontare la problematica che per lui è invalidante. Serve, quindi, un linguaggio comune tra i vari enti che si confrontano con il problema. Le linee guida della brochure vanno in questa direzione contenendo messaggi essenziali ma anche riferimenti per approfondire. Importante capire che non è una malattia dalla quale guarire ma un disturbo che va riconosciuto. In campo sanitario per poter diagnosticare i DSA esistono criteri da rispettare e le relazioni vanno firmate, assumendosene la responsabilità.
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