Il procuratore capo di Fermo, Domenico Seccia
Il capo della procura di Fermo, Domenico Seccia, è pronto a lasciare la città e la provincia, prossimo al trasloco. La sua futura sede di lavoro, infatti, sarà la Cassazione dove ricoprirà l’incarico di sostituto procuratore generale (leggi l’articolo). Dunque da Fermo se ne va a Roma. E ieri l’ordine degli avvocati, con in testa la presidente Francesca Palma, gli ha riservato il saluto di rito in un incontro ‘privato’. Presenti anche il presidente del tribunale facenti funzioni Cesare Marziali e l’avvocato decano Fabrizio Emiliani.
Una data non casuale, quella scelta per i saluti. Il 27 settembre di cinque anni fa, Seccia si è insediato a Fermo come procuratore capo. L’ultimo giorno di mandato alla guida della procura fermana è il 10 ottobre. Troppo presto per conoscere il nome del suo successore. Il Csm, che lo ha nominato alla Cassazione, dovrà pronunciarsi al riguardo. Il procuratore ieri ha salutato ufficialmente il foro fermano, un Seccia impegnato non solo sul fronte investigativo e giudiziario, ma anche su quello educativo. Diversi i suoi incontri con gli studenti. E sempre per parlare di legalità, di educazione civica, di rispetto delle istituzioni.
Sul campo delle indagini, Seccia lascia il Fermano con alle spalle operazioni di rilievo come, ad esempio, Casa Transilvania, Due Mari, Bestie Nere e Biancaneve, tutte incentrate sulla lotta allo spaccio e alla prostituzione, due dei principali mali che asfissiano il Fermano. In passato, invece, nella sua terra di origine, e di provenienza professionale e lavorativa, Seccia è stato impegnato nella lotta alla mafia del Gargano (anzi è stato il primo a codificarla come tale). Un impegno e una battaglia che gli sono costati anche dei proiettili minatori al suo arrivo a Fermo. Al tribunale di Fermo, oltre al nuovo procuratore, si attendono anche il nuovo presidente (Vitali Rosati è andato in pensione e ora la presidenza è ricoperta temporaneamente dall’avvocato facenti funzioni Marziali) e due sostituti procuratori.
Il tribunale saluta il suo presidente, Vitali Rosati se ne va in pensione
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