“Facendo riferimento a quanto affermato dal commissario provinciale del Pd, in merito alle ultime polemiche sulla sanità e sul concorso per il direttore di unità operativa complessa per chirurgia, ovvero che” la politica faccia la politica e lasci ai dirigenti e tecnici il ruolo che loro compete” pongo alcune riflessioni. Come non condividere quanto da lui detto. Sono anni che anche io sostengo che la politica deve rimanere fuori dalla sanità e dalla salute dei cittadini. Purtroppo sfugge ad Alessandrini che, proprio il partito che lui rappresenta, ha creato il modello Asur, Azienda Sanitaria Unica Regionale“. E’ la riflessione, pungente, del consigliere comuanle fermano della Lega, Gianluca Tulli.
Tulli che aggiunge: “Mi sono sempre battuto, insieme ad altre forze politiche di opposizione, contro l’istituzione di questo modello di sanità, chiedendo il ritorno alle vecchie zone territoriali o aree vaste, una per ogni provincia ed autonomamente gestite.
La sanità assorbe oltre l’80% del bilancio di una Regione, quindi accentrare e dare potere all’esecutivo regionale di nominare il direttore generale, il direttore sanitario, il direttore amministrativo, il direttore socio-sanitario fino ai vari direttori di area vasta, significa avere il pieno controllo del settore più importante della Regione. Non a caso l’assessorato alla sanità della regione fin dal 2013 è stato sempre governato da esponenti del Pd. Se a questo si aggiunge il minor peso politico del nostro territorio in ambito regionale, dovuto ad una minore rappresentanza, per una questione prettamente numerica, questo spiega il continuo arretramento della nostra sanità locale, che parte proprio dall’istituzione dell’Asur, fino ad essere diventata, oggi, l’ultima della Regione, come testimoniano i dati.
Come se non bastasse, la Regione Marche nei concorsi per il dirigente di Unità Operativa Complessa, ovvero il primario, ha stabilito l’assegnazione nella valutazione, per il 30% ai titoli e per il 70% alla prova orale, contrariamente a quanto avviene nel resto delle Regioni in Italia. Viene spontaneo porsi la domanda del perché si è stabilita questa norma.
Credo che la valutazione più oggettiva, per la scelta di un professionista che deve ricoprire il ruolo da primario, debba passare principalmente per la valutazione della sua carriera professionale, della sua esperienza lavorativa, del numero e del tipo di interventi effettuati. Questo garantirebbe una valutazione più oggettiva e neutrale”.