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Il PUNTO
Conte sceglie la squadra,
nessun marchigiano tra i ministri

IL PUNTO - Conte ha sciolto la riserva. Nessun marchigiano nella squadra di Governo. Il tema della ricostruzione post sisma resta centrale. Dita incrociate in vista delle nomine dei sottosegretari.

di redazione CF

E adesso incrociamo le dita. Conte ha sciolto la riserva e svelato i nomi dei nuovi ministri. Un governo più grillino che dem, sbilanciato geograficamente verso il sud, che al suo interno, almeno nelle figure apicali, non vede le Marche rappresentate. Eppure di incontri a Roma ce ne sono stati, fino a qualche giorno fa, anche in seno al Pd forse nel tentativo di strappare qualcosa per la nostra Regione che da tre anni è alle prese con la ricostruzione post sisma. Ferma al palo, bloccata dalla burocrazia, in molte aree mai partita. Se le Marche hanno sbattuto i pugni sul tavolo questa volta era per avere qualcosa in più di semplici conferme e promesse da parte del costituendo Governo sulle operazioni e sulle azioni da intraprendere per sbloccare questa benedetta ricostruzione ed evitare che la montagna, e non solo, subisca gli effetti dell’ennesimo spopolamento, con l’aggravio di case distrutte, macerie, edifici lesionati e dichiarati inagibili. Il timore è che di terremoto si torni a parlare solo in occasione di qualche trasferta o visita ufficiale nei luoghi colpiti da parte dei nuovi ministri e che il tema, centrale per il governatore Ceriscioli, per le comunità colpite, per un territorio che con difficoltà, accorciandosi le maniche, sta piano piano cercando di ripartire, finisca di nuovo nel dimenticatoio. Per una volta, allora, non sarebbe stato male avere un ministro marchigiano magari con delega proprio alla ricostruzione. Sarebbe stato anzi un segnale di attenzione verso quelle migliaia di cittadini che hanno perso tutto sotto quelle macerie. Così non è stato.

Allora incrociamo le dita nella speranza che almeno venga riconosciuto alle Marche un sottosegretario in uno dei ministeri che hanno voce su questo argomento. Non importa se targato Pd o Cinque Stelle o Leu. Non è una questione di poltrone o di provenienza politica. E’ un dovere morale da parte chi è stato designato a guidare il Paese quello di non abbassare la guardia. Di rimettere subito tra le priorità assolute nell’agenda del Governo il tema della ricostruzione, di accelerarne i tempi. Aspettiamo che Conte illustri il programma al Parlamento. Il Pd marchigiano (che più di altre forze politiche deve dimostrare di avere un peso anche rispetto ai vertici dem romani), Leu ed i pentastellati in Regione siano pronti ad alzare la voce. Ed incrociamo le dita.

 

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