di Andrea Braconi
Un giorno di festa, per Montefortino, per il Fermano e per tutta la regione. Un giorno che resterà scolpito nella memoria dei tanti partecipanti e, soprattutto, in quella di Amedeo Grilli. Perché se in un primo istante l’idea di Domenico Ciaffaroni, sindaco del Comune montano, di conferire la cittadinanza onoraria alla Cassa di Risparmio di Fermo per il restauro del Santuario della Madonna dell’Ambro aveva generato qualche perplessità nel presidente dello stesso istituto di credito, piano piano si è invece rafforzata la convinzione che, pur essendo una persona giuridica, si trattava di una realtà con radici fortemente penetrate in questo territorio.
IL SANTUARIO, UN SIMBOLO PER LA RINASCITA
“Parlare di Carifermo significa parlare di 160 anni di storia, una storia partita da liberi cittadini – ha spiegato Grilli in occasione della cerimonia tenutasi nella Sala polifunzionale all’interno della Chiesa di Sant’Andrea, nel centro storico di Montefortino -. All’epoca non c’era l’illuminazione, non c’erano automobili e queste persone si sono messe insieme per raccogliere il denaro dei loro concittadini. Un anniversario che stavamo programmando, eravamo seduti in Consiglio di Amministrazione per decidere quali somme destinare per iniziative, feste e comunicazione, per far sapere che avevamo contribuito alla crescita e allo sviluppo del territorio. Poi siamo stati sorpresi dagli eventi sismici e abbiamo detto: dobbiamo comunicare un messaggio preciso e cioè che un territorio colpito nel suo cuore deve ritrovare la forza, la fiducia, e la speranza per ricominciare”.
Per farlo occorreva trovare un simbolo, occorreva far capire che in tempi brevi e certi si poteva rinascere, in un percorso condiviso tra istituzioni e realtà locali. “Ci siamo detti che non dovevamo piangerci addosso e mentre discutevamo di questo arrivavano nuove scosse. Il sindaco aveva iniziato un’operazione che di fatto ha impedito il crollo della chiesa e abbiamo deciso di fare questa scelta. Ma servivano molti permessi tra Comune, Provincia, Regione, ente Parco, Sovrintendenza e Mibact: insomma, una burocrazia enorme. Tutto questo, però, non ci ha spaventato. Abbiamo coinvolto imprese specializzate del luogo, maestranze del nostro territorio, persino l’università, trovando lungo il percorso collaborazione e solidarietà. Noi abbiamo avuto solo il merito di intuire che è possibile fare qualcosa insieme con obiettivi dichiarati in anticipo e che riescono a dare risposte gradite dalla popolazione”.
Un fatto, quest’ultimo, certificato dalle centinaia di migliaia di persone che dal Natale 2018 hanno frequentato la valle dell’Ambro e il suo Santuario. Nel corso del suo intervento, prima di ricevere da Ciaffaroni un quadro celebrativo e le chiavi della città, il presidente Grilli ha ringraziato tutti quelli che si sono spesi per il recupero del Santuario e in particolare la Mapei. “Una grande ditta, leader nella produzione mondiali di materiali per il restauro, che ha visto il progetto, lo ha sposato e ha partecipato attivamente. Il cantiere nei circa 300 giorni di vita ha visto l’utilizzo di 16 chilometri di impalcature e 60.000 chilogrammi di malte speciali ad alta tecnologia, così come la visita di tante scuole, dalle superiori all’università, e poi corsi di aggiornamento per professionisti venuti per toccare con mano questo intervento. Ci sono state le visite del presidente Ceriscioli, della Canigola, di tanti sindaci ed autorità, così come del direttore generale dei Beni culturali, di vari funzionari della Sovrintendenza e del nostro arcivescovo”.
Insomma, un cantiere scuola, attraverso il quale – all’unisono – è stato detto che è possibile fare qualcosa. “Perché non c’è solo la qualità del restauro – ha aggiunto – ma il segnale forte che da qui possiamo ripartire. Per questo la banca locale, la piccola banca locale che vive in questo territorio, è ben felice di ricevere questo riconoscimento che suggella un legame a cui noi teniamo molto”.
LA NECESSITÀ DI ALTRE OPERE
All’emozione di Grilli si è sommata quella del primo cittadino. “Presidente – ha rimarcato Ciaffaroni – ci hai dato la speranza e un futuro. Speriamo che a questa prima opera ne seguano altre, di tipo infrastrutturale come il riammodernamento della strada per arrivare all’Ambro. Bisogna che questo grande messaggio di speranza non venga disatteso, è il volano per far ripartire tutta l’economia gravemente colpita dal sisma”.
Lo stesso sindaco ha ricordato i passaggi cruciali di una delle più drammatiche ma anche entusiasmanti pagine dell’area montana. “Se ripenso al 24 di agosto, ricordo la prima visita fatta al Santuario alle 5 di mattina. Siamo tornati più tardi e la scena che ci si è presentata era impressionante, con la volta irrimediabilmente segnata. Vedere quel luogo ridotto in quel modo era una ferita mortale. Poi arriva il 26 ottobre, arriva il 30 e finalmente ci permettono di mettere in sicurezza, perché prima non era possibile farlo. Dopo 6 mesi mi telefona il presidente Grilli e mi dice che la banca ha deciso di restaurare il Santuario dell’Ambro”.
E da quell’annuncio ai fatti concreti, ha spiegato, il tempo intercorso è stato pochissimo. “Ricordo la presentazione del progetto, come la successiva fase dei lavori ma, soprattutto, la riapertura nella notte di Natale, emozionante come lo è oggi tributare questo riconoscimento al presidente della Carifermo. È stata un’opera, la prima vera e fattiva, che ha rilanciato la presenza turistica e religiosa sui Sibillini. Tutto questo è stato possibile grazie ad una banca che rappresenta il territorio, pur non avendo qui sportelli, a riprova di quando le idee vanno al di là delle questioni tecniche”.
STORIA E SCUOLA PER EVITARE LO SPOPOLAMENTO
Agli occhi del prefetto Vincenza Filippi, presente insieme a numerose autorità civili, militari e religiose del territorio, non è passata inosservata la presenza dei bambini di Materna, Elementare e Media di Montefortino. “Voi simboleggiate un’inversione rispetto all’idea di spopolamento” ha detto, rivolgendosi ai giovani studenti e alle loro insegnanti.
E riguardo al Santuario ha voluto parlare di un luogo della memoria simbolo ed emblema della rinascita, resa possibile grazie all’iniziativa generosa della Carifermo. “Plaudo allo spirito che anima questa banca, che rappresenta un momento di aggregazione anche da un punto di vista economico e che ha voluto recuperare questo luogo turistico per eccellenza. Ricordo che come prima visita da prefetto sono venuta a Montefortino, perché si trattava di una delle zone più sottoposte alla fragilità provocata dagli eventi sismici dell’Italia centrale. E mi è piaciuto molto lo spirito che anima i sindaci di questo territorio, al di là delle appartenenze e dei colori politici. All’epoca il sindaco Ciaffaroni mi parlava dell’idea che aveva avuto per non far spopolare queste terre, un’idea vincente che vediamo anche in questa comunità scolastica”.
UNA FERITA PER UN INTERO TERRITORIO
Anche Moira Canigola, presidente della Provincia di Fermo, ha voluto rivolgere un saluto al sindaco Ciaffaroni, rappresentando la vicinanza non solo dell’Amministrazione provinciale, ma anche di tutto il territorio, dalla costa alla montagna. “Di interezza bisogna parlare e soprattutto occorre fare rete, perché una piccola o una grande ferita rappresentano una ferita per l’intera provincia. È importante, quindi, l’opportunità che la Carifermo ci ha dato per far ripartire questa zona attraverso la ricostruzione del Santuario e avvalendosi di una ditta come la Alessandrini. Tutti hanno svolto, e per tutti noi, un’azione encomiabile: ancora una volta bisogna sottolineare e portare questo come esempio per una comunità intera, direi regionale e italiana”.
QUANDO LA BANCA SA FARE LA BANCA
Di lungimiranza e capacità di gestione ha parlato il consigliere regionale Francesco Giacinti, facendo un parallelismo tra la Carifermo (“Una realtà fortemente legata ai nostri Comuni”) e la Banca Marche, “il cui fallimento è stato conseguenza di una gestione non certamente all’altezza”. “Lavorare bene significa rendere possibili azioni come quelle che siamo qui a salutare. E proprio gli uomini, le imprese, la capacità di saperle gestire formano un tessuto economico ma anche sociale. Oggi il cerchio si chiude e festeggiamo questo riconoscimento di una cittadinanza onoraria per la nostra banca. E onoraria è un termine bellissimo, perché è proprio sull’onore che si va a fondare questo rapporto di vicinanza tra un Comune, una comunità ed un’azienda”.
PRIMA GLI ANIMI, POI I MATTONI
La cerimonia ha visto anche una piccola sorpresa, con quattro alunni della quinta elementare che hanno voluto ringraziare il presidente Grilli e i vari rappresentanti dell’istituto di credito. “Un ringraziamento affettuoso e sincero va all’istituto bancario della Carifermo per la grande sensibilità dimostrata nei nostri confronti – hanno detto Pierpaolo, Giovanni, Sara e Chiara – Il vostro gesto ha ridonato bellezza a questo territorio stravolto dal terremoto. Infatti, riaprendo un luogo di culto così importante, come la nostra Madonna dell’Ambro, è stato compiuto un altro importante passo per la ricostruzione. La ricostruzione, sia quella con i mattoni che quella più importante degli animi. Siamo certi che questo gesto rafforzerà e alimenterà la rinascita del nostro territorio. Dopo un lungo periodo di buio vedere il vostro impegno generoso e gentile ci ridà fiducia e la forza di pensare al futuro”.
A chiudere il “Grazie di nuovo da tutti noi”, pronunciato in spagnolo dal piccolo Giovanni, l’ultimo tassello di una giornata indelebile per la comunità del borgo montano, custode di tanti gioielli storici e ambientali che, nonostante le ripercussioni del sisma, continua a resistere e a costruire, anzi, ricostruire il proprio futuro.
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