Tanti i messaggi di cordoglio e condoglianze ricevuti questa mattina dalla questura di Fermo per i due poliziotti uccisi ieri a Trieste. Le giovani vite di due agenti, spezzate brutalmente da un criminale, che hanno infranto i cuori dei colleghi fermani. E non solo. Il Fermano, infatti, ha mostrato massima vicinanza, solidarietà e stima nei confronti della sua polizia di Stato, nelle forme più svariate. Dalla semplice telefonata in questura a quel mazzo di fiori ‘anonimo’ depositato sulla lapide ai caduti della Polizia tra emozioni e commozioni. Da semplici e profondi ‘grazie’ o ‘condoglianze’ pronunciati da quel qualcuno dall’altra parte della cornetta, a un timido gesto, mani congiunte, profferito da un passante.
Questa mattina, poco dopo il commovente corteo dei carabinieri, nel piazzale della questura è arrivato il maresciallo maggiore dell’Arma, Paolo Del Angelis nelle vesti di sergetario straordinario del Sim, il sindacato italiano militari dei carabinieri che, accolto dal vicequestore vicario Ignazio Messina, ha deposto un mazzo di fiori sulla lapide ai caduti della polizia di Stato. Insieme, i due, si sono poi soffermati in silenzio davanti a quei fiori per una preghiera in ricordo dei due poliziotti caduti ieri a Trieste, Pierluigi Rotta e Matteo Demengo. Ma vicino ai fiori del Sim, impossibile non notare un secondo omaggio floreale. Si scoprirà da lì a breve che a lasciarlo sono stati due giovani, arrivati in questura nel silenzio di un sabato mattina non come gli altri. I due sono arrivati, anche loro accolti dal vicequestore Messina. Una preghiera, un saluto, un ringraziamento per poi allontanarsi altrettanto silenziosamente. Ma il loro gesto rappresenta la vicinanza di un’intera collettività a chi ieri, oggi e domani, la difende anche a costo della propria vita. “Ai nostri angeli custodi, vi siamo vicini per tutto quello che fate”, le poche parole scritte nel bigliettino tra i fiori. Poche ma somma espressione di gratitudine e di toccante condivisione del dolore.
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