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La “Fiera degli uccelli”
si conferma il più grande evento
dell’entroterra piceno (Le foto)

COMUNANZA - Un weekend di festa culminato con il grande mercato che ha registrato 20.000 presenze e oltre 500 bancarelle prese d’assalto. La manifestazione, nata 52 anni fa, è appuntamento fisso per tutte le Marche. Molto apprezzati gli eventi collaterali: la mostra fotografica “Il lavoro scomparso” di Vittorio Gioventù e “Nell’orto con Serafino”: mostra di funghi, tartufi ed erbe aromatiche del territorio 

di Maria Nerina Galiè

E’ calato il sipario sulla cinquantaduesima “Fiera degli uccelli” di oggi, domenica 6 ottobre, che anche quest’anno ha fatto il pienone confermando i 20.000 visitatori (cento più cento meno) dello scorso anno. Oltre 500 espositori di ogni categoria merceologica hanno soddisfatto richieste e curiosità da parte degli utenti a caccia di affari, novità o specialità. Le bancarelle sono state prese d’assalto e, a giudicare dai bustoni che spiccavano nel fiume di persone che a sera si muovevano verso i parcheggi, i prodotti smerciati in maniera copiosa, ripagando quindi le fatiche degli ambulanti, alcuni dei quali arrivati da molto lontano. E’ Roberto Saotini colui che ha fatto più chilometri. Ormai da diversi anni scende da Brescia per vendere a Comunanza i suoi calzini di un filato speciale di alpaca e pecora.  Difficile stimare quale prodotto sia stato più gettonato. I più attesi dai bimbi, senza dubbio, stati gli animali. Dalle donne, forse…le scarpe. I prodotti alimentari potrebbero aver messo tutti d’accordo.

La “Fiera degli uccelli” ha origini antichissime. E’ nata come indispensabile momento di scambio di bestiame e prodotti agricoli e alimentari, ultima occasione prima dell’inverno, per chi abitava in zona impervie, di assicurarsi una scorta. Ora invece è  un appuntamento fisso per tutta la regione e atteso momento di festa per le comunità locali. Merito anche degli eventi collaterali che si svolgono fin dal sabato precedente.  Sabato 5 ottobre si sono aperti i lavori con la dodicesima mostra cinofila amatoriale, in piazza Garibaldi, dove pure campeggiava il Palafiera. La tensostruttura ha ospitato, sempre sabato, il convegno “Le carni suine dei Sibillini: il maiale brado, il cinghiale e la filiera dei prodotti tipici”.

E’ stata molto apprezzata per tutto il week end la mostra fotografica “Il lavoro scomparso – di Vittorio Gioventù, un fotografo sulle tracce dei lavori che non ci sono più”, a cura della Fototeca Provinciale di Fermo e dell’associazione Altidona Belvedere, che conservano un ricchissimo patrimonio di scatti dell’autore, e in collaborazione con il Comune di Comunanza. Gioventù, nato a Fermo nel 1917 dove è morto nel 1983, reduce dalla Seconda Guerra e con una carriera militare alle spalle, ancor prima che appassionato di foto (e lo era già negli anni ’30 quando con i primi guadagni comprò la prima macchina)  amava fotografare le persone. Immortalando così preziosi attimi di vita vissuta proprio nel momento di maggiore trasformazione di panorami e professioni, dal conflitto mondiale al boom economico. E lo faceva con un occhio sempre attento ai bisogni dei più deboli e delle vittime di ingiustizie spaziando in tutti gli ambiti sociali. Ne è testimonianza il libro fotografico “La vita continua” che Gioventù dedica nel 1971 alla comunità Capodarco di Fermo, sorta solo pochi anni prima.  Dal 1968 il fotografo è stato segretario del Fotocineclub Fermo, per il quale ha curato numerose mostre e pubblicazioni, e dal 1979 al 1981 delegato di zona della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (F.I.A.F.) per le province di Ascoli Piceno e Macerata. Istantanee le sue che nel giro di pochi anni sono diventate un prezioso documento di un tempo archiviato per sempre, nelle cui radici però affonda tutto quello di cui oggi godiamo.

Visitatissima sia sabato che domenica l’esposizione “Nell’orto di Serafino”, occasione unica per conoscere, e riconoscere, funghi, tartufi ed erbe aromatiche del territorio, con la giuda esperta di Serafino Fioravanti. C’è stato anche chi, durante la due giorni, ha approfittato per visitare il Museo di Arte Sacra, in piazza Santa Caterina, rimasto aperto in via straordinaria entrambi i giorni.

Tutto si è svolto senza particolari incidenti, anche grazie al fitto servizio di vigilanza, fornito dai militari della stazione dei Carabinieri di Comunanza, dai Vigili Urbani e dalla sezione locale della Protezione Civile. La Croce Rossa dei Sibillini ha presidiato con le ambulanze i principali punti di snodo.

 

 


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