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Quote rosa in giunta:
Acquaroli come Calcinaro?

POLITICA - Donna non è solo l’espressione di una quota ma anche del merito. Ha rispettato l'effettiva parità di genere il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, nella scelta della sua giunta comunale ma cosa farà il neo presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli? Riflessioni sulle nomine fatte e ancora da fare.

di Nunzia Eleuteri

Elezioni: nome, concreto, femminile, plurale.

Nomine: nome, concreto, femminile, plurale.

Non è una presuntuosa lezione di grammatica ma solo l’incipit di una riflessione politica sulla “questione femminile” che in questi giorni sta facendo discutere perché rilevante nella scelta dei nomi che compongono e comporranno le varie giunte comunali e regionali.

Da donna, ho scritto più volte che non vorrei mai essere scelta per una questione di genere ma di merito. Da cittadina, però, osservo le leggi e mi adeguo. E così, dopo l’ufficialità della giunta “Calcinaro bis”, che sull’argomento non ha disatteso le aspettative, non resta che attendere le nomine della giunta Acquaroli per vedere se seguirà la linea tracciata a Fermo e che, sembra, tracciata anche a Macerata. Ma andiamo per ordine. 

La giunta “Calcinaro bis”

Non ha corso rischi, questa volta, il sindaco di Fermo. Perfetta parità di genere: esattamente 4 donne e 4 uomini ad amministrare con lui la città. L’organo esecutivo del capoluogo di provincia, risulta in equilibrio. Ben diverso dalla passata esperienza che ha visto nella giunta Calcinaro una sola donna, Ingrid Luciani, confermata, peraltro, nel secondo mandato. L’apprezzato sindaco, forte di un consenso come pochi, non si troverà quindi nella situazione vissuta dal suo collega di Porto San Giorgio, Nicola Loira, che a marzo 2018 fu costretto a dover effettuare un rimpasto di giunta, rinunciando ad un collaboratore strategico come Giampiero Marcattili per fare spazio ad un assessore donna garantendo il ​​rispetto delle famose quote rosa come preteso dai suoi antagonisti politici che sollevarono il caso. Nessuno si era invece mosso, in tal senso, a Fermo, lasciando tranquillo il sindaco Calcinaro che comunque, un po’, aveva tremato. Ma, si sa, l’esperienza serve per non cadere negli stessi errori e, stavolta, il primo cittadino ha scelto di non correre rischi assistito anche dalla fortuna perché, nella scelta delle rappresentanti in “rosa”, ha potuto rispettare un altro principio inderogabile per amministrare bene: il merito.

Sciolto così il nodo di Fermo, città capoluogo di provincia, non resta che attendere di vedere come si districherà il neo eletto presidente della regione Marche nel complesso groviglio della sua coalizione.

Terrà conto dell’importanza del ruolo delle donne nell’amministrare la cosa pubblica?

L’ex presidente della regione Marche, Luca Ceriscioli, con gli assessori Anna Casini, Emanuela Bora e Loretta Bravi

Il suo predecessore ha avuto un trio “rosa” che di certo non è stato in disparte. Trio richiesto anche dal regolamento regionale che proprio all’articolo 3 dello statuto, esattamente al comma 2, dispone: “La Regione valorizza la differenza di genere in ogni campo ed attività operando al fine di garantire condizioni di effettiva parità a donne e uomini. Le leggi Regionali garantiscono parità di accesso a donne e uomini alle cariche elettive e negli enti, negli organi e in tutti gli incarichi di nomina del Consiglio e della Giunta.”.

E tornando alla grammatica, leggiamo il significato letterale della parola “effettiva”: reale, vera, concreta (dal dizionario Garzanti).

Per quanto ci siano tanti pezzi di puzzle da incastrare per garantire la rappresentanza alle varie province e ai vari partiti, il presidente Acquaroli non potrà non tenere conto di una norma prevista dallo stesso statuto regionale. Il rischio sarebbe troppo alto. Potrebbe iniziare il suo mandato con spiacevoli ricorsi al Tar come avvenuto in altre occasioni. E allora non ci resta che aspettare. Forse, partendo proprio dalla scelta delle donne in giunta, si potranno più facilmente delineare, tra province e partiti, gli incastri del puzzle regionale che appare più complesso di quanto non lo sia realmente.

Da donna, concedetemi di manifestare la curiosità di conoscere i nomi delle tre rappresentanti “rosa” che il nuovo governatore vorrà avere al suo fianco tenendo conto anche di quel principio che reputo fondamentale: il merito. Ma su questo c’è la democrazia a dargli una mano attraverso il consenso espresso dagli elettori, pilastro, appunto democratico, che si spera sarà tenuto in considerazione dal presidente. Da parte mia c’è l’augurio effettivo (reale, vero e concreto) di amministrare bene la nostra magnifica regione che, faccio l’ultimo appello alla grammatica, ha un nome femminile e plurale: complesse ma, in fondo, prevedibilmente semplici Marche!

 

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