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Fermana, Scrosta confessa:
«Lo spogliatoio crede nei playoff,
ma meglio pensare una partita alla volta»

SERIE C - Il difensore classe 1992, che con Cornacchini alla guida non ha saltato nemmeno una partita, elogia l'operato del tecnico fanese: «Il suo è un gioco che si addice alle mie caratteristiche. Mi piace molto attaccare in avanti piuttosto che correre all'indietro e il pressing che facciamo sul portatore di palla avversario mi dà gusto»

Edoardo Scrosta, classe 1992, difensore della Fermana

 

di Leonardo Nevischi

FERMO – Tra i segreti della Fermana 2.0 targata Giovanni Cornacchini c’è sicuramente quello di aver restituito ai gialloblù antiche certezze difensive e quel tratto di compattezza di squadra e di solidità di cui da tempo si erano perse le tracce. Ne sono la prova i numeri della retroguardia, che da quando è arrivato il tecnico fanese è la meno battuta del girone B (solo 1o reti subite e ben 5 clean sheet all’attivo che hanno portato in cascina 25 punti in 15 gare).

«Quello di Cornacchini è un gioco che si addice alle mie caratteristiche. A me personalmente piace molto di più attaccare in avanti piuttosto che correre all’indietro e questo pressing che facciamo sul portatore di palla avversario mi dà gusto e mi ci trovo benesono state le parole di Edoardo Scrosta, difensore classe 1992, sempre presente in campo con Cornacchini alla guida, seppur avesse dalla sua una diffida pendente da ben tre mesi -. Ho evitato il giallo per 13 partite perché non voglio lasciare spazio ai miei compagni (sorride scherzandoci su, ndr). Diciamo che ci sto facendo molta attenzione, però è altrettanto vero che in alcune circostanze mi sta andando anche bene».

Dunque, un attestato di stima del difensore ex Albinoleffe nei confronti del tecnico. Tuttavia non è solo una questione di numeri – che pure hanno un peso determinante -, bensì dietro tutto questo c’è molto di più: risalta all’occhio quell’impronta netta e riconoscibile che il Condor ha saputo trasmettere a questa Fermana. Ha cominciato dalle fondamenta, dalla ricostruzione di quel sentimento di gruppo che si era via via affievolito, ha continuato l’opera ricaricando a mille l’autostima e le motivazioni dei giocatori, fino a ridare compattezza e solidità alla squadra. Ha, insomma, plasmato nuovamente un’anima e uno spirito da Fermana. «Con Cornacchini sono cresciuto anche dal punto di vista fisico – afferma Scrosta –. Sicuramente gli allenamenti sono cambiati con lui alla guida. Il mister ci ha dato qualcosa in più a livello agonistico, di corsa, di intensità ed anche di cattiveria. E questo in campo si vede. Cornacchini ci ha aiutato tanto con gli allenamenti: si corre tanto e facciamo molte partite a tutto campo anche allenando l’uno contro uno».

Un’aggressione immediata sulla costruzione dal basso degli avversari, che ha portato spesso e volentieri Cognigni a conquistarsi dei rigori in stagione (vedesi quello decisivo nel derby a Fermo contro la Sambenedettese, ndr). Un Cognigni che proprio ieri ha appreso la notizia della frattura di tibia e perone e della conseguente chiusura anticipata della stagione sportiva. «Ci ho parlato nei giorni scorsi – commenta Scrosta riferendosi al bomber fermano -. Mi dispiace per lui, purtroppo è sfigato perché gli capita sempre qualcosa nel momento clou della sua stagione come successo all’Ancona o il primo anno qui alla Fermana. Però allo stesso tempo dimostra una grande forza, perché continua a tornare e a fare la differenza. Sono convinto che anche a questo giro tornerà più forte di prima».

Sabato, ore 15, la Fermana sarà di scena ad Arezzo, nella tana dell’ultima in classifica. Un test importante per capire se questa squadra può e deve puntare solo alla salvezza oppure abbia acquisito una dimensione da playoff (ricordiamo che i canarini sono a sei lunghezze dai playout ed a sei dalla zona playoff, ndr). «Sarà una battaglia, come d’altronde tutte le dieci gare che ci aspettano da qui alla fine – ha sottolineato Scrosta -. So che molti tifosi, anche dopo i due punti buttati domenica con il Fano, erano rammaricati per non aver centrato un’altra vittoria, ma non dobbiamo distoglierci dal nostro obiettivo principale. Non dico qual è il pensiero che prevale tra di noi nello spogliatoio (sorride alludendo al fatto che i compagni un pensierino a qualcosa di più della salvezza lo stanno facendo, ndr), ma io penso che sia meglio pensare partita per partita e vedere alla fine cosa succede. Gli incontri sono difficili e non bisogna né rilassarsi né avere l’ansia di sbagliare. Dobbiamo giocare come abbiamo fatto fino ad ora e continuare a provare sempre a portare a casa punti, poi solo alla fine tireremo le somme».

E sul suo futuro Scrosta chiosa: «Per il momento sto bene e sono contento di essere qui a Fermo, ma vedremo cosa succederà e cosa vorrà fare la società a fine stagione. Mi auguro comunque di tornare ad essere il pezzo pregiato del mercato come due estati fa quando tutti mi volevano».

 

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