“Ho simpatia per i barbieri, mio padre lo era e credo che lo sfogo di Claudio Fiori sia stato enfatizzato un po’ troppo, tanto da essersi mossa anche ‘l’artiglieria pesante’ che lo ha subito redarguito, dandogli addirittura dell’irrispettoso delle regole e tacciandolo di aver voluto darsi visibilità. Non conosco il giovane artigiano, ma già il fatto che sia di Santa Caterina (mio quartiere di origine) e che forse abbia ‘ereditato’ la barberia di mio padre mi induce ad un gesto di comprensione. È un anno che queste categorie vivono come tutti nell’ansia dell’ignoto e ci può stare anche una provocazione. Non necessariamente deve essere vista come un insulto ai colleghi o alla cittadinanza, né tanto meno come menefreghismo. Mi sembra che, in fondo, rispetti le regole come noi tutti”. E’ quanto dichiara Renzo Interlenghi, capogruppo Fermo Capoluogo che interviene sulla protesta di Claudio Fiori per poi passare a una critica, nemmeno così tanto velata, al primo cittadino che ha condannato l’operato dello stesso Fiori.
“Voglio spezzare, pertanto, una lancia in suo favore perché ha avuto il coraggio di affermare pubblicamente ciò che tutti mugugnano sottovoce.
In fondo la libertà di pensiero ancora esiste per fortuna, e non ho mai creduto nell”uomo forte al comando’ e noi non abbiamo bisogno di un De Luca de ‘noantri’ ma di politici in grado di coniugare rigore e comprensione. Da qui la mia solidarietà a tutte le categorie che soffrono perché i commercianti e gli artigiani non vivono di politica e di parole ma di duro lavoro e sacrifici e meritano, tutti, il nostro rispetto”.
Zona rossa: il barbiere non ci sta e tiene aperta l’attività
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