di Tiziano Vesprini
MONTE URANO – La chiesa di San Michele Arcangelo ha ospitato, questa mattina, la cerimonia funebre in onore di Blandino Trocchianesi.
Blandino o meglio, come lo chiamavano tutti, “Brandì”, ha richiamato la folla delle grandi occasioni per l’ultimo saluto, momento culminato con la tumulazione nel cimitero cittadino.
Quella folla delle grandi occasioni che lui ha sempre richiamato ogni volta che organizzava la gara ciclistica nella sua città, quella folla che lui voleva e amava vedere sulle strade monturanesi ad ogni evento ciclistico da lui organizzato, sia a livello regionale che nazionale. Sua l’idea di organizzare il Giro ciclistico della provincia di Fermo, messa in atto subito dopo la costituzione della nostra Provincia.
Quella folla che, come è stato anche detto nell’omelia della celebrazione religiosa, lo rendeva gioioso, felice ed orgoglioso di ciò che faceva, consapevole che la sua gioia sarebbe stata anche la gioia dei cittadini di Monte Urano, dei tanti appassionati di ciclismo delle Marche e delle regioni limitrofi, che ogni anno affollavano le vie della città.
Le grandi fatiche organizzative svanivano, come diceva a tutti, vedendo quella folla e vedendo il nome della sua amata Monte Urano che veniva citato nei giornali sportivi di tutta Italia.
Blandino Trocchianesi non si è tirato indietro nell’organizzazione della gara di Monte Urano neanche quando, uno alla volta, ha perso i suoi fidi compagni di avventura, cme Giuseppe Bellabarba e Cesare Lattanzi, che lo hanno affiancato per decenni e decenni, come lui ha affiancato loro nell’attività della Società Ciclistica Monturanese prima ed in quella della Triade Monte Urano – Civitanova – Cascinare, lanciando nel mondo del ciclismo che conta molti ragazzi del nostro territorio o di quello limitrofo.
Tra le numerose autorità presenti in chiesa quest’oggi non poteva mancare il sindaco Moira Canigola ed il presidente del Comitato Regionale Marchigiano della Federazione Ciclistica Italiana, Lino Secchi, che ha preso la parola, prima della chiusura della messa, per salutare e ringraziare di quanto fatto per il ciclismo da parte di Blandino.
Raccontando del suo splendido rapporto personale con Blandino, oltre al ruolo di autorità sportiva, ha ricordato la precisione e l’efficienza in tutto ciò che faceva, della gioia nei suoi occhi quando alla fine di una manifestazione tutto era andato come da copione, e cioè tutto alla perfezione e vedendo che ogni partecipante, vinti e vincitori, se ne andavano dalla sua città felici e contenti.
La gioia ancora più grande quando uno dei ragazzi che facevano parte della sua società saliva sul podio, o arrivava primo in una qualsiasi gara, sia che fosse a Monte Urano sia di qualsiasi altra località italiana. Ed infine la viva preoccupazione durante la scorsa primavera, causa la pandemia, di non riuscire ad organizzare la “sua gara” neanche nel 2021, ma già aveva tutto pronto per partire quando le normative lo avrebbero permesso, anche spostando l’appuntamento dal classico inizio maggio, alla fine di ottobre. Poi la malattia, che l’ha colpito ad inizio estate e il ciclismo è andato, purtroppo, in secondo piano.
(Addio grande Brandí, anzi zio Brandí. Se ora sono qui a scrivere per il magnifico mondo del ciclismo è anche grazie a te!!! – ndr).
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