di Leonardo Nevischi
“Siamo cittadini di serie B, non siamo sufficientemente protetti, ma paghiamo le tasse come coloro che abitano in centro”. E ancora: “Da circa due mesi abbiamo subìto più di venti furti e siamo costretti a vivere nel terrore dei malviventi”. Poi rincarano: “Le strade e i parcheggi sono al buio, serve un’illuminazione adeguata. Vogliamo più controlli e videosorveglianza”.
È questo il j’accuse che i residenti della zona che si sviluppa tra la strada Provinciale Corvese, via Pescolla e via Fonteserpe hanno rivolto all’amministrazione comunale di Porto Sant’Elpidio. Non hanno usato mezzi termini per esternare tutta la loro rabbia e la loro preoccupazione in materia di sicurezza percepita nel quartiere a ovest del paese, frequentemente preso di mira dai ladri. “La situazione inizia ad essere davvero critica” tanto da spingere i residenti a creare un gruppo WhatsApp per programmare ronde notturne e per tutelarsi, segnalando avvistamenti sospetti o scambiandosi informazioni utili.
L’ultimo episodio risale alla serata di ieri, quando ignoti hanno tagliato la rete metallica che delimita la proprietà privata di un’abitazione sita in Strada Provinciale Corvese. Ad accorgersene è stato questa mattina il proprietario di casa che, al risveglio, ha notato la spiacevole sorpresa contattando immediatamente le forze dell’ordine per un sopralluogo. Stando alle prime ricostruzioni i ladri non avrebbero rubato nulla, probabilmente disturbati e indotti alla fuga dalla presenza in casa dei proprietari. Tuttavia il modus operandi è riconducibile a quello dei colpi precedenti: infatti, il varco che i malviventi hanno aperto nella rete perimetrale non si affaccia sulla strada principale, bensì funge da scorciatoia per chiunque voglia fuggire attraverso i campi incolti. Proprio dove, puntualmente, vengono rinvenuti gli oggetti di meno valore appartenenti alle refurtive.
I residenti hanno già evidenziato tali problematiche ai sindaci di Porto Sant’Elpidio, Nazareno Franchellucci, e di Sant’Elpidio a Mare, Alessio Terrenzi, così come alle forze dell’ordine. La proposta di ampliare i sistemi di videosorveglianza sarebbe di non facile fattibilità in quanto il territorio è eccessivamente vasto e non circoscritto ad un punto specifico. Dunque, oltre ad implementare un maggiore controllo sul territorio con pattuglie in borghese e auto con i colori d’istituto visibili non vi sarebbero altre soluzioni concrete ed immediate.
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