L’ultimo saluto di Fermo a Mario Donati: «Hai avuto una vita lunga e coraggiosa, ci mancherai»

FERMO - Al funerale dello storico ristorante anche il sindaco Calcinaro ed il consigliere Interlenghi. Presente un gonfalone del Montani, dove l'uomo aveva lavorato per diversi anni

Mario Donati

di Andrea Braconi

Ci sono i suoi amati nipoti e i suoi figli in prima fila. Nelle file a seguire chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, i tanti amici di famiglia, il sindaco Paolo Calcinaro ed il consigliere comunale Renzo Interlenghi. Adagiato ad una parete c’è anche un gonfalone dell’Istituto Montani, a ricordare il suo impegno al Convitto accanto a migliaia di studenti. Ma ci sono soprattutto i suoi ex camerieri, quei ragazzi cresciuti tra i tavoli e la cucina del suo ristorante.

Fermo ha salutato stamattina Mario Donati, all’interno della chiesa di Santa Caterina. Proprio quel quartiere che ha animato per decenni e che oggi gli ha tributato un commosso omaggio. Dopo le letture della lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi e di un passaggio del Vangelo secondo Giovanni, è arrivato il momento di un’intensa omelia da parte di Don Gino, “un saluto a chi parte ma anche un segno di vicinanza a chi affronta questo evento della morte”.

Questo è un momento di gratitudine anche a Mario – ha tenuto a sottolineare -, ci ha portati lui qui, vicini al Signore e tra di noi. Partecipare a questa messa è un regalo di Dio ma anche un regalo di Mario, l’ultimo che ci possa fare. Anche Mario come tutti noi ha avuto le sue sofferenze: il lavoro, la famiglia, le malattie, la vecchiaia. Ma questo non ci deve mettere paura, semmai chiediamo l’accettazione alla volontà del Signore. Perché le croci sono un bene, per ognuno di noi. La fede è un grande valore e un grande tesoro, ci dà le giuste risposte nei diversi momenti, ci dona speranza, ci toglie i turbamenti del cuore. Il Signore ha preparato un posto per Mario e la sua cara Emma, ma anche per noi, nessuno escluso. E noi siamo liberi di scegliere la nostra risposta, di orientare la nostra vita verso questa dimensione”.

Mario ha avuto una vita lunga, ha spiegato, ma soprattutto coraggiosa. “È partito da niente, veniamo tutti da famiglie povere dove non c’era nulla. Nel 1965 lui mi ha preparato il pranzo della mia prima messa per circa 60 persone, ma non aveva un locale, così ci siamo fermati in una casa vicina. Poi Mario è cresciuto, ha avuto momenti favorevoli, si è creato un nome e una fama, ha accontentato tante famiglie nelle loro feste. Ma la nostra stessa vita è sempre fatta di tappe: si nasce, si cresce, si è utili per poi andare indietro e avere anche una conclusione”.

A chiudere la cerimonia le parole commosse delle sue nipoti. “Ci mancherai nonno – è stato il pensiero di Beatrice -, ci mancheranno i tuoi buongiorno, le tue videochiamate, le corse al pronto soccorso e le sorprendenti riprese. Sei stato insegnamento di vita, fino alla fine, con la tua voglia di vivere. Avevi deciso che l’ultimo saluto fosse fatto proprio qui, davanti a tutti, davanti ad una famiglia fatta di persone incontrate nella tua vita, di ragazzi che hai fatto crescere e che sono venuti qui per rispondere al tuo saluto. Ci hai insegnato ad amare la vita per quello che è, anche e soprattutto nei momenti di tristezza, dolore e solitudine. Perché la vita è bella così come è. Ed è questo il tuo ultimo insegnamento”.

“Quello di nonno è stato un cammino lungo e pieno, di incontri, emozioni, coraggio, generosità, umiltà – ha ricordato Chiara -. Quello che davvero conta però è che nella vita si possono fare cose e non avere nulla, si possono avere tante amicizie ma restare alla fine completamente soli. Perché la vita è fatta di luci e di ombre, ma quello che davvero conta alla fine è solo l’amore, ricevuto e donato. Mi hai detto dedicagli il tuo tempo migliore. Ovunque voi siate, nonna e nonno, sono certa che sarete immersi nell’amore. E lo sarete per sempre”.

All’uscita del feretro restano le lacrime e gli applausi. Con quel “Ciao Mario” urlato, sotto una luce che sembra riverberare ancora una volta la straordinaria parabola di un uomo unico. E amato da tutti.

«Addio Mario, maestro di vita» Il saluto degli ex camerieri dello storico ristorante fermano


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