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Rivoluzione guardia medica, Misericordia (Fimmg): «Bene come punto di partenza, in Av4 carenza gravissima»

SANITA' - L'accordo tra Regione e sindacati introduce due grandi novità: sedi con orario dalle 20 alle 24 e aumento del compenso, fino a 40 euro l'ora. Saltamartini: «Innovazione a livello nazionale». Storti: «Scelta coraggiosa e ponderata da parte dei professionisti»

 

Paolo Misericordia

di Maria Nerina Galiè

Rivoluzione nella continuità assistenziale (guardia medica) come risposta alla carenza di medici e alla conseguente necessità di rimodulare il servizio, rendendolo appetibile dal punto di vista economico ma anche organizzativo.

E’ quanto contempla l’accordo quadro, approvato dalla Giunta Regionale, firmato e presentato oggi, 8 marzo, dall’assessore regionale alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini, da Nadia Storti direttore generale Asur Marche, da Massimo Magi, segretario regionale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) e da Fabrizio Valeri, segretario regionale Snami (sindacato nazionale autonomo medici italiani).

In sede regionale si è parlato di accordo innovativo a livello nazionale.

«L’Area Vasta 4 potrebbe ospitare il progetto pilota». A dirlo è il dottor Paolo Misericordia, segretario provinciale e responsabile del centro studi nazionale Fimmg: «L’accordo è appunto una cornice all’interno della quale ciascuna Area Vasta ha autonomia nell’organizzare il servizio, in base alle effettive esigenze del territorio.

E’ chiaro che tutto parte dalla gravissima carenza di professionisti a cui si sta cercando di dare una risposta. Solo nell’Area Vasta 4, di 110 medici di medicina generale, entro la fine di giugno si genererà una carenza di circa 37 unità».

Per andare con ordine. Le principali novità introdotte dall’accordo regionale sono la riduzione dell’orario in alcune sedi, non dalle 20 alle 8, ma dalle 20 alle 24, e la possibilità di aumento della quota oraria, ora di 23 euro, fino ad un massimo di 40 euro.

 

La firma dell’accordo tra i vertici della Sanità regionale e i segretari di Fimmg e Snami

Il dottor Magi spiega così la questione dell’orario: «E’ un sistema che potremmo chiamare h16 rafforzato, studiato in funzione dei reali bisogni di un territorio. Le zone che richiedono una maggiore assistenza, per la presenza ad esempio di strutture residenziali o ospedali di comunità, saranno coperte dalle 20 alle 8. In quelle che hanno minore esigenza, il servizio di guardia medica funzionerà dalle 20 alle 24.

Ma per riprendere alle 8 in ambulatorio che, grazie alle risorse meglio distribuite, potrà arricchirsi di prestazioni più accurate e tali da rispondere alle cronicità, quali elettrocardiogramma, piccola diagnostica di laboratorio, holter pressorio».

 

La sperimentazione, da attivare a livello di Area Vasta, prevede un modello di rete hub (20-8) e spoke (20-24), con sedi principali in raccordo, e a servizio, di sedi secondarie per garantire assistenza a tutti seguendo l’orientamento del nuovo accordo collettivo nazionale che è in corso di firma. Accordo che prevedrà una maggiore flessibilità, con integrazione con la medicina generale e con l’Emergenza-Urgenza 118 per ottimizzare le risorse e migliorare il servizio.

 

Sulla quota oraria, il dottor Misericordia afferma che ancora ci si deve lavorare, «ma quanto previsto dall’accordo è già un punto di partenza». Ed entra nel merito: «Gli attuali 23 euro l’ora rendono la professione decisamente poco appetibile per chi lavora di notte e, spesso, nella condizione di dover coprire più sedi contemporaneamente.

Si pensi che, nel Fermano, la necessità sarebbe di 36 titolari di continuità assistenziale, tenendo conto di 4 per le 9 sedi. Ora, ce ne sono non più di 5.

I turni vengono coperti con assegnazioni trimestrali o per singolo turno. Negli ultimi mesi la questione si è aggravata perché molti medici hanno preferito impegnarsi in attività come le Usca o i vaccini, molto più remunerative. Pensare a 40 euro, per il rischio di prendersi in carico diverse sedi, non è l’ideale. Ma sempre meglio di prima».  

 

L’accordo prevede un incremento della quota oraria pari a 6,61 euro rispetto ai 23,39 del compenso base, arrivando a 30 euro l’ora in caso di copertura di una sede scoperta. E’ prevista anche la possibilità di coprire più sedi scoperte arrivando ad una remunerazione complessiva di 40 euro l’ora con un incremento di 16,61 euro sul compenso base. L’incremento rappresenta una remunerazione delle attività aggiuntive legate all’ampliamento degli ambiti e verrà fatta una rendicontazione da parte dell’Asur.

 

Vengono fornite anche indicazioni per la possibilità di remunerare i vaccini anti Covid, eseguiti dai medici della continuità assistenziale nelle stesse modalità garantite ai Medici di Medicina Generale (6,16 euro più percentuale di integrazione contributiva).

Ora si avvierà un percorso di accordi aziendali in ciascuna Area Vasta per attuare le disposizioni contenute nell’accordo in base alle carenze che ogni territorio registra.

«Un accordo innovativo a livello nazionale sono le parole dell’assessore Saltamartiniper il quale ringrazio i sindacati dei medici che lo hanno formulato e concordato con una grande senso di cooperazione a tutela dei medici di medicina assistenziale e della salute dei cittadini nei diversi territori.

 E’ un accordo anche a tutela della dignità professionale dei medici e a garanzia della loro sicurezza. Insomma i corpi intermedi sono indispensabili nel raggiungere obiettivi e fanno la differenza quando non oppongono veti inutili ma una concreta volontà di costruire insieme, come dimostra questa operazione virtuosa».

Anche Valeri lo ha definito «un accordo importantissimo anche per coprire il servizio in alcuni territori dove mancava».

Nadia Storti, dopo aver ringraziato i medici di continuità assistenziale, «spesso molto giovani che hanno dimostrato grande senso di responsabilità durante la crisi pandemica coprendo più sedi di continuità assistenziale per un compenso di 23 euro l’ora», ha spiegato come si è arrivati all’accordo, «una scelta coraggiosa e ponderata, partendo dalle situazioni specifiche per analizzare i fabbisogni dei territori e arrivando a questo atto che rappresenta una risposta importante e anticipatoria di quello che potrà avvenire a livello nazionale».

 


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