di Leonardo Nevischi (foto/video Simone Corazza. Regia Alessandro Luzi)
Ieri sera, negli studi di corso Cefalonia si è svolto il consueto appuntamento del giovedì con Zoom, il programma di approfondimento su politica, cronaca e attualità di Radio FM1 e Cronache Fermane. Ai microfoni, ospite del direttore Giorgio Fedeli, è intervenuto Emanuele Corradi, presidente della Solgas, ovvero l’azienda di attività e servizi di fornitura gas e luce che opera nel Fermano.
Una presenza che ha stimolato diverse domande di attualità, sia di respiro nazionale sia locale. Ad aprire l’intervista è stato il tanto dibattuto tema relativo al passaggio della società partecipata da Srl a società per azioni e la precedente modifica dello statuto in consiglio comunale, una mossa vista dall’opposizione come un voler aprire la società al mercato privato. «La trasformazione è semplicemente una conseguenza della mancata fusione con la San Giorgio Energie di Porto San Giorgio – ha detto Corradi -. C’è stata una trasformazione in Spa per prepararci ad un nuovo mercato. Noi siamo prettamente venditori di gas ed energia ma con ciò che sta succedendo nel mondo dobbiamo cambiare strategia e avere una guida più industriale. D’altronde il sindaco Calcinaro ha dichiarato che finché ci sarà lui a capo del municipio di Fermo, la società resterà a maggioranza pubblica, pertanto non c’è di che temere (di fatto la Solgas è per il 51% una società a maggioranza pubblica, mentre il restante 49% è in mano ai privati, ndr)».
Dunque per Corradi si tratterebbe di una scelta dettata dalla mancata fusione con la partecipata sangiorgese. Ed è proprio qui che si è spostato il fulcro del confronto perché quest’ultimo è stato un tema che a lungo ha tenuto banco sull’asse fermano-sangiorgese. Riavvolgendo il nastro, a cavallo delle elezioni amministrative a Porto San Giorgio, la fusione ha scaldato gli animi di Paolo Calcinaro e Nicola Loira, con il primo che sosteneva che il progetto di fusione si fosse impantanato a causa dell’ex sindaco rivierasco mentre il secondo che respingeva le accuse definendole «un’attività denigratoria». A seguito è diventato baricentrico il discorso legato alle clausole d’opzione di vendita delle quote con un prezzo prestabilito (le cosiddette Put). Infine, si è dibattuto sull’inghippo relativo al nome: di fatto, per i detrattori, la nuova società si sarebbe chiamata Solgas e avrebbe dato troppa visibilità alla società fermata con la scomparsa di quella sangiorgese. Sta di fatto che l’insieme di tutti questi fattori hanno finito col mettere le operazioni di fusione in stand-by. E qui ci ha pensato Corradi a fare chiarezza: «Su questo aspetto sono molto tecnico e poco politico – ha sottolineato -. Al netto della scelta del nome che per me non è rilevante, il bene comune doveva essere avere una società più forte nel territorio. Abbiamo fatto tutto il possibile, ma siamo arrivati lunghi con i tempi perché a livello tecnico si sarebbe dovuto votare la fusione prima delle elezioni sangiorgesi. Noi eravamo pronti, è stato un problema di Porto San Giorgio. Tuttavia penso che a primavera il discorso sulla fusione sicuramente ripartirà. Adesso, però, non ce lo possiamo permettere perché siamo focalizzati sulla gestione dell’emergenza energetica e la priorità è gestire le tariffe. Da aprile in poi mi auguro che i prezzi delle bollette possano scendere. Ora, però, avremmo dei picchi invernali e dovremo pensare a dare risposte concrete ai cittadini. Il mio incubo peggiore è che il prezzo della materia prima possa aumentare nuovamente e che, contestualmente, le temperature si abbassino. È una lotta contro il calendario». E sulle Put Corradi ha spiegato: «È una sorta di assicurazione. Qui Calcinaro ha avuto una grande visione, perché è il comune che può esercitarla e non il privato. Comunque, qualora le cose dovessero andare male, in caso di default, saremo sereni perché abbiamo questa “assicurazione”. E quando si lavora in serenità è tutto più semplice».
Corradi ha poi smentito che la fusione si sia bloccata quando il valore delle quote della Solgas stava diminuendo e quelle della San Giorgio Energie erano in crescita. «È sufficiente vedere i bilanci del 2021 per capire che non è così, perché l’utile della Solgas è più alto di quello della San Giorgio Energie». E sulla modifica dello statuto che dà un peso specifico maggiore al privato nell’individuazione delle figure apicali Corradi ha chiarito: «L’amministratore unico della Solgas sono ancora io. La Sgr si fida di me e del comune di Fermo e nonostante si sia riservata la conduzione industriale, c’è talmente sintonia che nulla si è mosso rispetto alla Srl. Questo statuto è figlio di quello che doveva essere utilizzato per la società dopo la fusione, noi ci siamo preparati, anche se non abbiamo cambiato l’oggetto sociale». Dunque per Corradi «dal punto di vista tecnico la fusione è la soluzione migliore in quanto Solgas e San Giorgio Energie hanno delle strutture e delle organizzazioni complementari».
E cosa può fare la Solgas per aiutare i cittadini? «La Solgas è da sempre vicina ai cittadini con la rateizzazione – ha risposto Corradi -. Oltre a questo non si può fare granché perché è vietato essere concorrenziali in maniera sleale, però siamo molto flessibili e cerchiamo di aiutare chi è in difficoltà. Ad esempio abbiamo un’opzione “inverno” che avvisa il cliente in anticipo su quello che sta consumando attraverso una proiezione. Inoltre, di recente abbiamo anche cambiato gli indici passando dal Ttf Olanda (l’indice della borsa olandese che fa la quotazione del mercato in Europa) al Psv Italia (l’indice d’acquisto del mercato italiano). È stata una scelta fortunata ma che ci ha dato ragione perché ha fatto il bene dei cittadini in quanto l’indice Psv Italia è stato sempre sotto rispetto a quello olandese. È questa la nostra mission: fornire servizi e dare risposte e cittadini. E per il futuro ci stiamo preparando ad investire in tecnologie che ci possono consentire di risparmiare: ovvero le energie rinnovabili come fotovoltaici, caldaie a risparmio energetico e comunità energetiche. Ora siamo concentrati sull’emergenza finanziaria e su quella della materia prima, ma speriamo a primavera di poter pensare a progetti industriali perché l”Italia dispone del 40% dell’energie rinnovabili e potremmo fare di più».
«Favorevole o contrario al nucleare? Per me potrebbe essere una soluzione – non ha esitato Corradi -. I francesi beneficiano del nucleare ma se le centrali dovessero esplodere noi saremo coinvolti tanto quanto loro, pur non avendone. Pertanto, facendo tutti gli scongiuri del caso, perché non dovremmo usufruire anche noi di quel tipo di energia?» si è interrogato il presidente della Solgas che poi ha concluso dando la sua visione tra mercato libero e mercato tutelato: «Il mercato tutelato andrà a scomparire perché è più lento ad adeguarsi ad una variazione di prezzo, mentre quello libero è più immediato: quando il prezzo sale risente dell’aumento ma quando scende lo fa in maniera più rapida. Tuttavia i due mercati si stanno allineando e nel gennaio 2024 non potremmo più scegliere. Io mi limito a cercare di essere bravo tanto quanto il mio predecessore Filippo Ercoli».
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