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Don Franco Monterubbianesi lancia il suo ”Progetto Marche”

FERMANO - «La progettualità dovrà sviluppare una partecipazione degli enti locali della costa, alcuni già disponibili a coinvolgersi, sempre per i giovani da formare»

di Don Franco Monterubbianesi

«I miei venti giorni di lavoro, durante il periodo natalizio nella Marche, hanno definito la progettualità che deve ripartire anzitutto dal risolvere il problema della struttura di Palazzo Monti di Servigliano, per una sanatoria di una contesa sui lavori fatti nel passato abusivamente, per valorizzare il palazzo in tutta la sua progettualità che è rimasta in piedi e occorre rilanciare il movimento di tutte le realtà, che da Palazzo Monti sono nate in questi anni. Dal biologico venne lo sviluppo dell’agricoltura sociale e il grande lavoro internazionale di “Noi ragazzi del Mondo”, quindi il primo impegno è che le realtà di Servigliano si impegnino su tutti fronti a risolvere la questione economica e a rilanciare la progettualità. Le due realtà dei “Ragazzi del mondo” e del “Ritorno giovani alla Terra”, con la loro nuova intraprendenza, ne devono essere i protagonisti. Gli enti locali, in un coordinamento dove il comune di Smerillo con Antonio sindaco agronomo è entusiasta del lavoro, nel coinvolgimento di altri 14 enti della montagna, è l’altra progettualità che deve svilupparsi da subito. In favore di tutte le realtà di associazioni di famiglie, soprattutto delle ANFASS, che devono coinvolgere il territorio, dalla montagna sino alla costa, da Civitanova a San Benedetto. Le realtà territoriali di esse famiglie sono molteplici. da Falerone a San Paolino, Montegiorgio ecc.

A Montegiorgio la scuola agraria dell’Iti Montani di Fermo, avrà un valore con una progettualità di coinvolgimento dei giovani con i problemi sociali del territorio. La collaborazione con Fermo città dell’Unesco per l’apprendimento, è un presupposto di una struttura che si dovrà mettere in piedi per la formazione ad hoc dei giovani, per il loro coinvolgimento attivo, su tutti i problemi sociali oggi emergenti.

Il progetto emblematico di Monte Pacini, a Fermo, già attivo sin dal 2012 con noi, è l’emblema della riuscita nel territorio. Le tre diocesi di Fermo, San Benedetto ed Ascoli, che confluiscono attorno a Comunanza, con il valore dei giovani dei progetti Policoro, che le diocesi portano avanti con giovani sensibili, darà al progetto un connotato di grande importanza se si riuscirà a realizzare un centro di formazione che coinvolga le tre diocesi dei giovani nella montagna.

Questa è la progettualità che sta partendo, che dovrà sviluppare una partecipazione degli enti locali della costa, alcuni già disponibili a coinvolgersi, sempre per i giovani da formare. Ci sarà anche uno sviluppo della comunicazione attraverso la partecipazione di giornali online del territorio e di altre iniziative editoriali. Un libro che racconti la mia storia generale, dovrà essere un impegno particolare, la fondazione Marisa Galli deve sviluppare la sua idealità in tutto il territorio dove lavoriamo, con la presenza anche dell’associazione “Donne famiglia per la qualità della vita” che deve sviluppare la sua azione centralizzandola a palazzo Monti. Ci sarà una seconda fase nel creare a Fermo il ricordo della mia azione e dei miei parenti, mamma e mia sorella, ma ne parleremo».

 


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