Il suono delle sirene per salutare Massimo Rapari. I colleghi: «Non dimenticheremo nulla di te»

FUNERALE - Oggi pomeriggio a Casette d'Ete l'addio al 43enne trovato morto ieri in casa. Il presidente della Croce Azzurra, Roberto Mazzoni: «Questa notte mi sono immaginato il Paradiso e c'eravate tu e Roberto Tomassetti in divisa davanti a Dio, pronti a prestare servizio lassù».

di Matteo Malaspina

Un intera frazione si è fermata oggi per dare l’addio a Massimo Rapari, il 43enne trovato senza vita ieri a Casette d’Ete. Tanto dolore per le centinaia di persone che hanno voluto tributare l’ultimo saluto al giovane milite della Croce Azzurra di Sant’Elpidio a Mare questo pomeriggio nella chiesa del S.S. Redentore di Casette. Familiari, amici e conoscenti hanno riempito il luogo di culto e i locali parrocchiali, oltre allo spazio antistante, tutti in lacrime. Lacrime che hanno versato anche i genitori e la moglie Maira insieme alle sue due bambine, ancora incredule dall’accaduto.

Toccanti le parole di Don Iginio Marcelli, il parroco della frazione elpidiense che ricorda di averlo battezzato e «accompagnato nella sua crescita culturale. Mi ricordo il suo sorriso e quando durante i campi scuola ci fissa con i tuoi occhietti ed esprimeva la gioia e la soddisfazione. Un uomo che ha fatto tanto, per la famiglia e per la Croce Azzurra che era la sua seconda famiglia».

Massimo Rapari

Ai funerali hanno partecipato anche i suoi colleghi della Croce Azzurra, oltre a tante divise arancioni da tutta la provincia. Colleghi con gli occhi lucidi e sgomenti che attraverso una portavoce hanno voluto salutarlo dall’altare. «Non ci saranno mai parole giuste o sufficienti per ricordarti. Volevamo svegliarci questa mattina e sperare che fosse solo un brutto sogno – ha detto una ragazza leggendo una lettera firmata da tutti i militi -. Sei stato la colonna portante di questa associazione e eri tu la mente e l’organizzatore di tutti i nostri eventi. Ci mancheranno i tuoi ritardi, il tuo entrare in punta di piedi, le risate a crepapelle, le tue urla al telefono, i pranzi insieme e tanti altri momenti di quotidianità. Ci mancherà il Massi amico e il Massi collega. Non dimenticheremo nulla di te e sarai in ogni giornata, in ogni momento, in ogni gesto e racconto. Guardaci da lassù e dacci la forza di affrontare questa vita che, per quanto bella, a volte sa fare tanto male».

Ha voluto parlare anche il presidente Roberto Mazzoni: «Devo ringraziare Dio perché mi ha dato la possibilità di conoscere una persona speciale come te. Questa notte mi sono immaginato il Paradiso e c’eri tu e Roberto Tomassetti (il milite scomparso tre anni fa per colpa del Covid) in divisa davanti a Dio, pronti a prestare servizio lassù».

Un lungo applauso e il suono della sirena dell’ambulanza ha accompagnato l’uscita del feretro dalla chiesa, con la folla che si è stretta in un abbraccio per salutare per l’ultima volta Massimo.


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