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«La scuola oggi, quale futuro per i nostri figli?»

L'ANALISI del giudice Giuseppe Fedeli sulla scuola di oggi e sul futuro che attende i giovani/studenti

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

La scuola oggi
(“Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare” -Socrate-)

Come si fa a parlare ancora di scuola, quando quella che un tempo era scholé, otium -inteso e vissuto come momento creativo e ri-creativo e di riflessione educativa- ha perso ogni didàskalos, valvassina di programmi ministeriali, per cui quel che conta non è calibrare la parola del docente sulla caratterialità (e sulle caratteristiche in generale) del soggetto, ma arrivare alla fine del percorso, costi pure l’annichilimento dei cervelli. Programmi (uno fra tutti, le prove Invalsi, ovvero come digerire con una tonnellata di citrosodina i cavoli a merenda), che non fanno altro se non infarcire la mente di una congedie di nozioni, sovente scollegate le une dalle altre, così ingenerando nei discenti un senso di frustrazione viepiù gravoso. Col risultato di allontanare le nuove leve da quello che era l’amore (philadelphia) che Socrate aveva instillato nei suoi discepoli attraverso la maieutica, la quale aiutava, partendo dal dubbio, a ricavare una verità, sia pur relativa, così stimolando lo spirito critico e il ragionamento, traendo da ciascun alunno il meglio di sé. “O Capitano, mio Capitano!’ Chi conosce questo verso? È una poesia di Walt Whitman […] Ecco, in questa classe potete chiamarmi professor Keating o se siete un po’ più audaci, ‘O Capitano, mio Capitano’”: chi non ricorda una delle frasi più toccanti del film “L’attimo fuggente”?… Ma i nostri figli hanno capito l’ingranaggio perverso in cui rischiano di rimanere stritolati. Quale futuro per loro? “Molti uomini hanno una quieta disperazione: non vi rassegnate a questo”(cit.)

* giudice


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