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“Caos ciclabile” sul lungomare: pista affollata e regole che saltano

PORTO SAN GIORGIO - Se il buongiorno si vede dal mattino, allora prepariamoci ad affrontare una lunga estate di polemiche. Teatro, manco a dirlo, la pista ciclabile sul lungomare dove fioccheranno improperi. Quello andato in scena oggi sarà solo l'antipasto di ciò che attende gli amanti delle due ruote ed i frequentatori della ciclabile da qui ai prossimi mesi. Si è assistito ad un vero e proprio caos.

di Sandro Renzi

Se il buongiorno si vede dal mattino, allora prepariamoci ad affrontare una lunga estate di polemiche. Teatro, manco a dirlo, la pista ciclabile sul lungomare dove fioccheranno improperi. Quello andato in scena oggi sarà solo l’antipasto di ciò che attende gli amanti delle due ruote ed i frequentatori della ciclabile da qui ai prossimi mesi. Si è assistito ad un caos più o meno generalizzato da nord a sud e, paradossalmente, accentuato sul tratto centrale del lungomare, chiuso al traffico questa domenica. Va detto subito che non c’entra nulla l’evento solidale e sportivo Camminata donna Rosa 2023. Il problema non è una passeggiata, seppur numerosa, sul lungomare, quanto piuttosto la scarsa educazione di tutti gli altri: pedoni e ciclisti.

Una pista priva di cordolo, stretta, frequentata anche dai runner che approfittano della striscia gialla per correre (striscia che dovrebbe servire solo per delimitare la pista dalla carreggiata), dai ciclisti disattenti (che si fermano improvvisamente senza curarsi di chi ci sia dietro, magari per rispondere al telefono), dai pedoni altrettanto disattenti che attraversano senza minimamente volgere uno sguardo a destra e a sinistra prima di mettere piede sull’asfalto, ed infine da tanti ciclisti della domenica (per fortuna non tutti), forse presi dall’euforia del Giro d’Italia e che quindi scambiano una ciclabile destinata al passeggio per un velodromo, ecco, tutto questo fa sì che la ciclabile sul lungomare non sia proprio un luogo particolarmente accogliente. Che invoglia a prendere una bici e ad arrivare al porto. In particolare per i bambini. Ed a nulla vale la regola dello stare in fila indiana. Se, come detto, si va sulla quella pista semplicemente in passeggiata, non è ammissibile essere superati a destra o a sinistra (ormai le regole sono saltate), col rischio di far perdere l’equilibrio ai più piccoli, da chi probabilmente deve raggiungere il traguardo della crono di turno, diversamente non sarebbe spiegabile questa ansia da prestazione.  Subire le invettive di qualche runner indefesso che alla spiaggia ed al marciapiede, peraltro giustamente e fortunatamente frequentato nei giorni festivi perché vuol dire che la città torna a vivere, preferisce del “sano asfalto” misto a del corroborante “smog”, non è piacevole. Pretendere di attraversare la ciclabile a tutti i costi, solo perché in quel momento ben definito ci si può definire pedoni, e ci si dimentica di avere una bici in garage, e si ritiene di avere più diritti di tutti (salvo poi salire in sella e dimenticare il resto) non è ugualmente carino. Ora, in questa convulsa domenica sul fronte della viabilità -tra l’altro non sono stati chiamati in causa gli automobilisti- non sarebbe forse il caso di fare tutti un passo indietro? Pensare a qualcosa che non ci esponga a liti furibonde da qui alle prossime domeniche? Che non sia diseducativo per i bambini? A qualche regola in più per tutelare i ciclisti, soprattutto quelli più piccoli d’età, a qualche attività di sensibilizzazione sull’uso corretto di una ciclabile? Educare al rispetto, insomma, prevenire prima di curare.


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