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Itet Fermo: Ludovico Candidori e il professor Giuseppe Lupoli vincono il concorso con “Uno pari”

SCUOLA - Premiata alla rassegna nazionale "Una città non basta. Chiara Lubich cittadina del mondo" la canzone scritta dallo studente della 4^A del "Carducci-Galilei", sostenuto dall'insegnante di religione

 

Nasce fra i banchi di scuola come risposta alla terza edizione del concorso nazionale “Una città non basta. Chiara Lubich cittadina del mondo”, promosso dal “Centro Chiara Lubich” e da “New Humanity”, e arriva a vincere il primo posto. Parliamo di “Uno pari”, la canzone scritta da Ludovico Candidori, studente della classe 4^A Amministrazione Finanza e Marketing dell’Itet “Carducci-Galilei” di Fermo.

Il lavoro, di cui Ludovico è autore del testo, rientra nel progetto di educazione civica e religione, avente come tema quello della parità di genere. L’entusiasmo del giovane studente ed il sostegno del professore di religione Giuseppe Lupoli hanno fatto si che la canzone venisse scelta come vincitrice fra le circa 100 altre canzoni presentate da tutto il territorio nazionale.

L’intento degli organizzatori è porre l’attenzione della parità di genere sull’Agenda 2030, per uno sviluppo sostenibile, dove la parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione per un mondo prospero, sostenibile e in pace. Il futuro di un mondo sostenibile e in pace si giocherà proprio su questa capacità di costruire una rete di nuove relazioni fra i popoli e fra gli individui in modo da essere tutti pari.

Tanta la soddisfazione del giovane vincitore, in arte “Candi”, che ringrazia anche chi ha partecipato al progetto: lo studente Matteo Fragoletti di un altro Istituto fermano, Francesco Ortenzi (giovane artista di Fermo per la base musicale) e Stefano Vittori (ex studente Itet) per la copertina della canzone.

Un ringraziamento speciale va alla dirigente scolastica dell’Itet “Carducci-Galilei”, professoressa Cristina Corradini, per aver sostenuto il progetto ed autorizzato la partecipazione al concorso.

Forte e deciso il messaggio della canzone: la voce dei giovani può levarsi alta in questa lotta per la parità di genere, può moltiplicarsi fino ad arrivare in ogni angolo del mondo anche laddove i “dispari” vorrebbero prevalere sui “pari”, e allora, come canta il ritornello, “balla balla, urla che siamo pari non pensarci due volte”.

«A questo proposito – dice Ludovico Candidori – anche nella realizzazione di tale elaborato abbiamo seguito, nel nostro piccolo, il criterio dell’abbattimento degli stereotipi di ruolo inserendo nella canzone la voce del nostro insegnante di religione che ci ha prima sensibilizzati e poi supportati e incoraggiati nell’elaborazione di questo testo».

La canzone è già su tutte le piattaforme digitali.


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