di Antonietta Vitali
Fino a poco tempo fa, andarsene da un piccolo paese era considerata la vera prova di un riscatto sociale. Generazioni intere sono cresciute sentendosi dire «devi studiare e andartene da qui, perché tanto qui non c’è niente». Ma quando sei giovane non sei in grado di capire se il suggerimento che ti viene dato arriva dal fatto che chi te lo sta dicendo aveva delle aspettative che sono state completamente disattese, e il giovane parte.
Negli anni ’80, poi, quando il benessere economico ha cominciato a dare i suoi frutti, comprare una casa lungo la costa e andarci a vivere, era considerata la vera cartina di tornasole dell’ “avercela fatta nella vita”. Una concezione talmente radicata che ancora oggi, molti di coloro che avevano vent’anni intorno a quell’epoca, se posti davanti alla proposta di acquistare una casa in un piccolo paese dell’interno del quale ne riconoscono, magari, l’ottima vivibilità, rispondono «eh no, quando devo comprare qui, investo sulla costa».
Il risultato di come sono andate le cose in questi ultimi anni è ben visibile a tutti noi: paesi piccoli e sempre meno popolati, molti cartelli con su scritto “vendesi” sulle porte delle case, un patrimonio architettonico e culturale che rischia di andare perduto. In compenso, prezzi delle case nelle città schizzati alle stelle (che ha un senso in economia, si chiama legge della domanda e dell’offerta), una vita più faticosa e dal costo più alto, una maggiore criminalità.
Il discorso è molto più vasto di questa semplice introduzione, va contestualizzato negli anni con il tessuto socio economico di una nazione che, nel tempo, è ovviamente cambiato del tutto. Il fatto certo è che la tendenza che si registra è totalmente in contro versione a quella appena raccontata. La necessità, sempre maggiore, è quella della ricerca di una qualità della vita più alta e parliamo di un bisogno che non conosce età, ma che si sposa perfettamente con un mondo che va, sempre di più, verso uno stile di vita fatto di un impatto ambientale quanto più basso possibile, di una coscienza etica sempre più alta. Potremmo dire, insomma, che in un futuro sempre più prossimo, uno degli indici di soddisfazione della gente sarà proprio la qualità del proprio stile di vita, fatto di aria pulita, bei paesaggi, realtà a misura d’uomo dove il lato umano del vivere civile è ancora forte e nessuno si spaventa se ci si saluta tra persone.
Questi, a grandi linee, i temi che sono stati trattati nel corso del convegno avente come titolo “Commercio di prossimità, agroalimentare e rigenerazione del territorio. Realtà e prospettive dei piccoli borghi”, tenutosi a Petritoli questa mattina alle ore 10:30 presso il teatro dell’Iride. Lo spunto è stata la presentazione dell’avvenuta realizzazione del progetto “Petritoli Viva”, nato in risposta ad un bando della regione Marche istituito per favorire la nascita di centri commerciali naturali. Le riflessioni poste dai relatori con i loro interventi sono state rivolte a capire quali possano essere i passi da compiere per attirare tutte quelle persone mosse già da questa nuova tendenza.
Una realtà, quella di Petritoli, che il sindaco Luca Pezzani conosce molto bene «e che ho visto cambiare radicalmente nel corso degli anni della mia vita. Dalle tante piccole attività presenti nel centro storico, quando ancora non c’erano neanche i centri commerciali, ad una situazione mutata nel tempo. Il tessuto sociale, però – ha proseguito – è rimasto, come amministrazione comunale ovviamente vorremmo che questo tessuto si rinforzi sempre di più ma non sempre è facile. Sostenere le Pmi locali è il primo impegno che i cittadini tutti devono mettere in campo».
Una ricostruzione di una struttura socio economica che per il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli «può essere fatto bene soltanto ragionando in un’ottica di rete e area vasta, perché le Marche sono tanti piccoli meravigliosi borghi storici, ognuno con il loro paesaggio, la propria filiera enogastronomica, le proprie tradizioni, la propria identità storica e architettonica. Proprio per questo – ha raccontato – è stata una priorità del nostro mandato la Legge sui Borghi, fortemente voluta per la valorizzazione dei nostri centri storici». Precisato inoltre dal presidente Acquaroli anche il punto sulle infrastrutture, indispensabili per uno sviluppo sostenibile, ma la vera spada di Damocle economica di qualsiasi legislatura.
Attenta, accurata, fatta di numeri, l’analisi espressa da Marco Marcatili, economista, responsabile sviluppo Nomisma, Presidente Cabb Bologna. Monturanese di nascita, bolognese di adozione, ha iniziato il suo intervento analizzando la situazione attuale marchigiana che ha riferito essere «un po’ complicata, la regione ha perso un po’ di verve lavorando in questi ultimi anni come un ciclista che impiega molto sforzo per tenere la bicicletta ferma. Eppure – ha precisato – possiamo vantare diversi primati, siamo la prima regione italiana per occupati manifatturieri, la prima regione italiana per terreni coltivati in biologico, abbiamo quattro cinque università ottime che però finiscono poi, per formare capitale umano ad altre regioni».
Ottomila i borghi italiani che formano il 55% del territorio italiano e, secondo il professor Marcatili, «soffiano venti favorevoli, dettati da nuove esigenze di vita, che i borghi devono essere pronti a cogliere pensando a strategie che li rendano attrattivi». Molte le realtà raccontate dall’economista, sia italiane che mondiali, che si sono fatte venire idee vincenti per attrarre non solo turismo ma, soprattutto, residenti (anche temporanei), che rappresentano il vero plus di un paese. Alcuni focus sono stati definiti da Marcatili come imprescindibili e cioè «il potenziamento del digitale, mettere a disposizione degli asset che non vengono usati, organizzare eventi e festival continuativi e – ha aggiunto citando Weber – presentarsi ai giovani con azioni concrete, non solo con idee, perché i giovani hanno bisogno di credere».
«Ripartire dalle nascite in questa epoca di assoluto calo demografico – le parole del senatore Guido Castelli, commissario per la ricostruzione – e poi creare a tavolino le condizioni per diffondere la comunicazione dell’alta qualità di vita dei nostri borghi».
Un evento approvato da tutta l’amministrazione comunale di Petritoli, organizzato da Francesca Ascenzi, consigliera con delega al commercio e alle attività produttive, secondo una logica di grande sostanza di contenuti concentrata in pochi ma sostanziali interventi, che non hanno distolto l’attenzione dell’ascoltatore che anzi, essendo riuscito a metabolizzare tutto quanto detto, ha avuto facoltà di riflettere su quanto ascoltato. «L’intento era parlare di Pmi e di spunti per il futuro. Credo nella nostra realtà e nel valore aggiunto delle nostre botteghe e del negozio di fiducia. Credo nella qualità della vita che i nostri paesi offrono e in questo mio ruolo da consigliere cercherò di esserne promotrice e sostenitrice» la dichiarazione della Ascenzi in merito al convegno.
La conclusione della mattinata ha visto l’inaugurazione delle grotte del Teatro dell’Iride appena finite di restaurare grazie ai fondi del bando regionale attraverso il quale ha preso vita tutto il progetto legato a Petritoli Viva.
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