Dopo l’accoglimento, da parte del giudice, della richiesta di nullità, l’avvocato Alessandro Ciarrocchi chiede l’incidente probatorio sull’omicidio di Satwant Singh. Ieri mattina, al tribunale di Fermo, si è tenuta l’udienza preliminare per l’omicidio di Satwant Singh, il 29enne di origini indiane ucciso con una coltellata il 17 ottobre scorso a Bivio Cascinare, frazione di Sant’Elpidio a Mare. Imputato il 56enne Manjit Singh, anche lui indiano, difeso proprio dall’avvocato Ciarrocchi.
E dopo il colpo di scena di ieri, in serata il legale difensore di Manjit Singh ha chiesto l’incidente probatorio. «Una volta ottenuta la discovery degli atti ho chiesto un’integrazione istruttoria perché continuo a ritenere inverosimile la prospettazione accusatoria secondo cui il mio assistito si è auto-inferto una coltellata al petto che lo ha posto a rischio morte al solo fine di sviare le indagini e dissimulare un’aggressione che invece lui aveva effettivamente subito, reagendo con eccesso colposo di legittima difesa ad una spedizione punitiva organizzata dalla vittima» la posizione dell’avvocato Ciarrocchi. Quella tragica sera del 17 ottobre, infatti, con il 29enne Satwant Singh morto nell’appartamento di via Turati, il 56enne Manjit è stato, infatti, ricoverato all’ospedale di Civitanova Marche per una profonda ferita al petto. E lì sono arrivati i carabinieri.
La misura cautelare nei confronti di Manjit Singh era stata emessa dal gip del Tribunale di Fermo che ha condiviso la richiesta del Pubblico Ministero supportata dalle risultanze investigative raccolte dai Carabinieri di Fermo. Non certo un fulmine a ciel sereno l’ordinanza di custodia cautelare per il 56enne, da subito principale indiziato dell’omicidio del suo connazionale. I due, infatti, erano coinquilini, abitavano insieme nell’appartamento di via Turati, a Bivio Cascinare, dove si è consumata la tragedia.
I sospetti dei carabinieri si sono subito concentrati su di lui. Stando ad alcune testimonianze oculari raccolte dagli inquirenti, solo loro due avrebbero preso parte alla lite sfociata poi in tragedia. Una lite per futili motivi. Poi è spuntato quel coltello, con una lama di 34 centimetri, di quelli usati nel settore agroalimentare. Un’arma bianca costata la vita al 29enne e forse la stessa che ha causato la grave ferita all’addome del 56enne, per la quale era stato necessario il suo ricovero in ospedale. Ecco, anche su come sia stata inferta la coltellata al 56enne hanno lavorato senza sosta i carabinieri.
Arrivati sul posto, quella sera, i sanitari hanno trovato praticamente già morto Satwant Singh, a causa di una letale ferita all’addome che gli ha provocato un arresto cardiaco a causa di una grave emorragia. Nessuna traccia di colluttazione, come emerso dall’autopsia. Il 56enne, invece, da subito individuato come principale indiziato, era stato in serata trasportato d’urgenza all’ospedale di Civitanova Marche, dicevamo, per una ferita all’addome.
«Visto il diniego dell’integrazione istruttoria, ho depositato formale istanza di incidente probatorio anche tenuto conto dell’accoglimento dell’eccezione di nullità rilevata dal Gup, con regressione del fascicolo nella fase indagini. Confido che possa essere fatta luce su una circostanza ambigua e decisiva per il proseguo del processo ed anche per le scelte difensive» conclude Ciarrocchi.
G.F.
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