Caso Neri Marcoré, le tempistiche della telefonata e le simpatie politiche dietro lo strappo

PORTO SANT'ELPIDIO - Una chiamata dall'amministrazione all'attore quando i giochi erano fatti, concluso l'accordo con Amat. E certamente le "non gradite" simpatie dell'artista per il centrosinistra e il Pd. I retroscena e le cause all'origine della chiusura dei rapporti tra le parti

Massimiliano Ciarpella

di Maikol Di Stefano

“Se telefonando io potessi dirti addio, ti chiamerei…”. Quando nel maggio del 1966 Mina pubblicava il singolo scritto per lei da Maurizio Costanzo, il sindaco di Porto Sant’Elpidio, Massimiliano Ciarpella e l’artista elpidiense Neri Marcorè non erano ancora nati e sicuramente negli anni a seguire, difficilmente, avrebbero pensato che tale pezzo sarebbe divenuto la colonna sonora del loro “rapporto”. Ebbene sì perché non si attenua la querelle sul cambio del direttore artistico del teatro delle Api voluto dall’amministrazione comunale e che ha visto come “vittime” il duo Marcorè e Tofoni. Al centro del discorso, però, sembra esserci proprio la mancata telefonata da parte del sindaco nei confronti dell’attore. Eppure qualcuno vicino al palazzo comunale dice che i due si sono sentiti, ma probabilmente non nei tempi che avrebbe gradito l’ex direttore artistico, certo non a giochi fatti.

Perché ciò è avvenuto? La verità che non verrà mai detta e confermata da nessuno è che la vicinanza di Marcorè alle passate amministrazioni a guida Pd, a cui si aggiunge quella a Paolo Petrini nell’ultima campagna elettorale, ha indispettito e non poco la nuova amministrazione. Una volta subentrati e aver accertato che non c’era un accordo formale per la direzione del teatro, la giunta Ciarpella ha deciso di operare in piena libertà contattando prima Amat e solo successivamente alzando la cornetta. Una chiamata comunque cortese, ma non di confronto, bensì di comunicazione a Marcorè che il nuovo corso sarebbe stato senza di lui. Quali sono le motivazioni ufficiali? Beh le abbiamo lette e risentite a più riprese, un cambio di pianificazione nella gestione della stagione teatrale con una filosofia differente. Cavallo di battaglia dell’amministrazione il fatto di volere un calendario che occupasse tutta la stagione, da novembre a maggio. Una realtà che a Porto Sant’Elpidio nel periodo Marcorè non si era mai vista, avendo un calendario che partiva solitamente a febbraio condensando in due mesi un’intera stagione.

Neri Marcorè (foto dal profilo Fb dell’attore)

Un addio per l’appunto, come dice la canzone di Mina, che però non poteva arrivare con una semplice telefonata, senza prima aver creato un’alternativa. Ecco perché la scelta di contattare l’Amat, preparare la stagione e poi salutare Neri. Ad onor del vero se sul ruolo di direttore artistico non c’è stata trattativa, un’apertura alla presenza di Marcorè come artista nel calendario del teatro c’è stata. Trattativa che non si è concretizzata. E sulle motivazione le ipotesi sono molteplici; un rifiuto dello stesso Marcorè, il non aver trovato una data consona per entrambi o forse dopo anni di servizio gratuito, la richiesta (legittima) questa volta di un cachet da parte dell’artista fuori però dalla portata della nuova direzione? Una situazione che però ha portato ad una delle polemiche più aspre, la prima forse dell’era Ciarpella, tra Partito Democratico e maggioranza con la figura di Fratelli d’Italia sempre sullo sfondo. Alla fine chi ci ha rimesso fino ad ora? Il teatro. Ebbene sì perché da cinque giorni si parla di Ciarpella, Marcorè, Tofoni, Pd e FdI, ma nessuno ha parlato della nuova stagione teatrale. Nessun cenno agli artisti scelti dall’Amat e del lavoro che nei prossimi mesi, artisti e addetti ai lavori dovranno fare per dare un valore culturale alla città di Porto Sant’Elpidio. Ebbene sì perché la politica che divora tutto, ancora una volta si mangia la cultura, la mastica e la sputa fuori dando solo l’immagine di una lotta fra un sindaco e un attore, immagine di un partito che dopo mesi di silenzi, è tornato a far sentire la propria voce in città. Alla fine il rapporto tra la nuova amministrazione e Marcorè si riassume semplicemente come una telefonata mancata ex ante, nella quale si sarebbe potuto dire che “il nostro amore appena nato è già finito”.

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