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Sicurezza, infrastrutture, scuole: il presidente della Provincia Michele Ortenzi a tutto campo e senza filtri (Videointervista)

FERMO - «Evitiamo le divisioni, contrari a impoverire il presidio di sicurezza delle aree interne, ma dovremmo fare fronte comune per chiedere più risorse e più personale»
L'intervista al presidente della Provincia, Michele Ortenzi

Michele Ortenzi

Sulla questione sulla riorganizzazione provinciale dei Carabinieri che ha visto l’alzata di scudi dei sindaci dell’entroterra agli investimenti per l’edilizia scolastica, dalle infrastrutture al ruolo presente e futuro delle province, il presidente della provincia di Fermo, nonché sindaco di Montegiorgio, Michele Ortenzi, è stato ospite ieri sera ai microfoni di Zoom, il programma di approfondimento di Cronache Fermane su Radio Fm1. 

 

Primo tema, la sicurezza e l’ipotesi che i Carabinieri allestiscano una compagnia sulla costa, con un ridimensionamento a Tenenza della Compagnia di Montegiorgio. «Ho espresso subito, in sede di Comitato provinciale, dove è stata illustrata la proposta, la mia contrarietà – esordisce Ortenzi – non condivido che si impoveriscano le aree interne di servizi essenziali. Comprendo benissimo le esigenze di maggior presidio delle zone costiere e non c’è dubbio che lì ci siano criticità maggiori. Quando si parla di un rapporto di 7 reati a 1 tra costa ed interno, scopriamo cose note. Imposterei  il discorso diversamente, spingendo con il Ministero perché sblocchi risorse ed assunzioni per le Marche ed il Fermano, che è ultimo per rapporto tra figure delle forze dell’ordine e popolazione. Vorrei si facesse fronte comune per richiedere un incremento dei servizi anziché togliere da una parte per implementare dall’altra».

 

Ortenzi evidenzia un limite storico della provincia fermana. «Facciamo sempre più fatica, rispetto ad altri territori con una maggiore forza di rappresentatività, a fare fronte comune. Non abbiamo referenti in Parlamento e assessori in Regione, siamo penultimi tra le province italiane per trasporto pubblico. Certo, nell’entroterra abbiamo meno reati, la stazione di Santa Vittoria non fa un gran numero di interventi, ma è un punto di riferimento per un’area vasta. Togliendo la Compagnia a Montegiorgio, ci troveremmo dinanzi, se c’è un’emergenza ad Amandola, a pattuglie che partono da Fermo e impiegano un’ora. Capisco però il sindaco di Porto Sant’Elpidio, che conosce i problemi della sua città e spinge per ottenere un maggior presidio. Siamo d’accordo sul fatto che serva lavorare insieme per ottenere più personale e risorse».

 

Michele Ortenzi

Passando agli investimenti per l’edilizia scolastica, il presidente Ortenzi evidenzia come «con i tanti finanziamenti, tra sisma e Pnrr abbiamo 97 milioni di euro di interventi, considerando l’adeguamento prezzi la cifra è destinata a salire. Con tutta questa carne al fuoco, il difficile è mantenere le tempistiche». Promosso, il piano infrastrutturale Marche 2032, ma secondo Ortenzi manca qualcosa. «Sicuramente ci sono interventi molto importanti ed apprezzabili. Mi convince meno che manchino interventi per la parte centrale della Faleriense, un’arteria fondamentale e purtroppo anche pericolosa. C’è poi la Mezzina, che è un problema storico. Capisco che ci siano investimenti complessi, che richiederebbero fondi enormi. Gli aspetti positivi sono alcune opere strategiche, come la viabilità di adduzione al nuovo ospedale, il collegamento tra Porto Sant’Elpidio e San Marco alle Paludi. Il tema dei temi rimane la terza corsia. Anche qui, non dobbiamo dividerci o sembreremo deboli, e magari al Ministero si dirotteranno altrove le risorse. L’ampliamento è la sola ipotesi percorribile e mi pare che dagli amministratori alle associazioni di categoria, fino agli attori del Tavolo per la competitività e alla Regione Marche, ci sia convergenza».

 

In chiusura, il presidente ribadisce l’importanza dell’ente provincia. «Certo per il cittadino il distacco c’è stato, nel momento in cui è venuta meno l’elezione diretta, ma resta un ente con un ruolo fondamentale. Mi piacerebbe contasse di più in alcuni ambiti, penso ad esempio alle politiche culturali. Qualcosa si dovrà fare, perché va restituito alle province il ruolo previsto dalla Costituzione, magari togliendo qualcosa alle Regioni».

 


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