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Oculistica del Murri, un reparto da oltre 2000 interventi l’anno. Sprovieri lancia la sfida: «Ecco come abbattiamo le liste d’attesa» (VIDEO)

FERMO - Dal 16 aprile la dottoressa Fortuna girerà il territorio per snellire i ritardi delle visite ambulatoriali accumulate durante il periodo Covid. L'ospedale fermano rimarrà un'avamposto importante per coprire le prestazioni complesse e la chirurgia. Il primario: «Abbiamo le migliori tecnologie, non siamo secondi a nessuno»

di Matteo Malaspina

«Un reparto all’avanguardia, con tecnologie al passo con i tempi. Non ci manca nulla dal punto di vista chirurgico e diagnostico e non siamo secondi a nessuno tanto da aver ricevuto i complimenti del direttore del San Raffaele». Lo dice con vanto il direttore dell’Uoc Oculistica dell’ospedale Murri di Fermo, il dottor Carlo Sprovieri che nel 2016 è arrivato nel nosocomio fermano e ha cercato di dare un imprinting importante con la sua esperienza e professionalità. 

«Ho cercato di impostare un’offerta che andasse verso la copertura dell’alta complessità. È stata implementata la chirurgia vitreo-retinica grazie alla vicinanza avuta dal management che ha permesso di coprire i costi di questo tipo di terapie molto costose e abbiamo investito sulle patologie che colpiscono gli anziani come glaucoma, maculopatie e cataratta – spiega Sprovieri -. L’imprinting è stato quello di spostarci da un’attività ambulatoriale di base ad un’attività rivolta a patologie più importanti perché credo che negli ospedali si debbano curare le patologie più gravi».

Un lavoro che ha portato Fermo ad essere tra i primi reparti in Italia ad aver creato un collegamento attivo con diabetologia in modo che ci sia una refertazione in tempo reale e ad avvicinarsi ai centri d’eccellenza sulla patologie vitreo-retiniche con oltre 200 interventi di chirurgia maggiore. Altri elementi di vanto sono i rapporti con la Banca degli Occhi delle Marche e la convenzione con quella di Mestre che porta a fare trapianti corneali sia tradizionali che di ultima generazione (lamellari).

Dando un occhio ai numeri si nota come c’è stata una forte spinta sulle maculopatie, sul glaucoma, le retinopatie e l’oculistica pediatrica, mentre sono diminuite le prestazioni per le prime visite. «Facciamo 2000 interventi l’anno. Un dato importante che si divide in 1200 cataratte, 600 punture e 240 interventi di chirurgia vitreoretinica, mentre i glaucomi e i trapianti sono 150 – continua Sprovieri -. Questi oltre 2000 interventi li eseguiamo in regime ambulatoriale, senza usare il blocco perché abbiamo una sala dedicata e su questo siamo all’avanguardia. Nonostante siano per la maggior parte  persone anziane con patologie complesse, riusciamo a gravare il meno possibile sull’organizzazione del blocco e ad effettuare interventi complessi, al massimo in day hospital».

Unico neo è rappresentato dalle liste d’attesa lunghissime, formatesi per la maggior parte durante il periodo Covid. E la sfida che il dottor Sprovieri e il numero uno della sanità fermana, Roberto Grinta, lanciano è proprio quella di snellire i ritardi e farlo nel territorio, senza andare ad intasare il Murri.

«Dal 16 aprile porteremo avanti un’operazione importante su questo fronte perché c’è l’esigenza di abbattere le lista d’attesa su alcune attività ambulatoriali richieste dalle persone» dice Grinta. E Sprovieri spiega il piano: «L’escamotage che abbiamo trovato è che un oculista del mio organico si sposterà per 40 ore al mese sul territorio per abbattere in maniera forte le liste perché la prevenzione ha un’altra collocazione che è quella territoriale. La dottoressa Fortuna andrà a Montegiorgio, Porto Sant’Elpidio, Montegranaro, oltre che qui a Fermo ed entro tre mesi puntiamo a colmare i ritardi accumulati».

E con la costruzione del nuovo ospedale, come cambieranno le cose? «Spero che la nuova struttura possa dare ancora più chance alla sanità fermana. Fermo ci prova sempre a difendere la propria sanità e il sostegno delle persone è sempre sentito – conclude Sprovieri -. Al momento stiamo andando incontro ad un grande cambiamento e dobbiamo attuarlo nel modo più attento possibile».

 

 


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