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Svelato il progetto per i lavori al porto peschereccio: modifiche all’imboccatura, spazi verdi e pista ciclabile (Fotogallery)

PORTO SAN GIORGIO - (di Sandro Renzi) Ieri sera in Teatro illustrato il progetto alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Regione, Francesco Acquaroli e del sen. Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri

Il sottosegretario Alessandro Morelli

di Sandro Renzi

E’ di oltre sette milioni di euro il finanziamento ottenuto dal Comune di Porto San Giorgio, grazie alla Regione per il tramite del Fsc, il Fondo per lo sviluppo e la coesione, e destinato sostanzialmente alla realizzazione di interventi strategici per il porto. Nei giorni scorsi qualche anticipazione era stata fornita dall’assessore con delega al porto e demanio, Fabio Senzacqua, il quale aveva parlato di adeguamento morfologico e strutturale dell’approdo, con particolare riferimento ad uno dei problemi più antichi che attanagliano l’infrastruttura: l’insabbiamento del suo ingresso. E di questo si è parlato ieri sera in Teatro alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Regione, Francesco Acquaroli e del sen. Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ senza dubbio il più corposo contributo ottenuto dalla città, dopo quello del Pnrr destinato alla riqualificazione di un tratto del lungomare.

A fare gli onori di casa il sindaco Valerio Vesprini che ha ricordato l’iter con il quale si è arrivato allo stanziamento di 7,2 milioni di euro da parte di Ancona per la più importante struttura della provincia come testimonia anche la presenza del presidente Ortenzi. «Un incontro in Regione per trovare soluzioni al problema dell’insabbiamento e poi il pressing per ottenere quello che è il più importante finanziamento mai ottenuto dalla nostra città» ha detto il primo cittadino. «Gioco di squadra» lo ha definito il consigliere Marco Marinangeli anche a nome dei consiglieri Andrea Putzu e Jessica Marcozzi «una filiera che consentirà di ridare slancio al porto». Michele Ortenzi, presidente della provincia di Fermo ha sottolineato che grazie a queste risorse «l’opera sarà più attrattiva. E’ questa la strada da seguire». 

L’incontro moderato dal giornalista, Giorgio Fedeli, ha visto anche la presenza del comandante del Circomare, Angelo Picone. «Questa idea porterà un vantaggio diretto – ha detto – sul problema del dragaggio. Questa è una realtà portuale su cui bisogna investire». Ad illustrare lo studio di fattibilità ci ha pensato l’assessore Fabio Senzacqua che nel porto ci ha anche lavorato. «Sul porto il presidente Acquaroli ha mantenuto la promessa – ricorda Senzacqua – queste opere interessano solo la parte pubblica e non riguardano il piano portuale che è stato già approvato. Le problematiche sono tante: l’insabbiamento e quindi la sicurezza per la navigazione sia dei motopesca che dei diportisti, ma anche il completamento del molo sud che deve essere messo in sicurezza dagli effetti dell’erosione e se non si interviene ora, farlo dopo sarà molto più costoso». Un terzo punto è lo sviluppo turistico, attraverso l’implementazione della pesca sportiva, che era stato messo nel programma elettorale della coalizione di centrodestra e a cui ora si potrà dare seguito. Il costo dell’opera? Circa 15 milioni di euro. Per ora a disposizione ci sono 7,2 milioni di euro. Le opere devono iniziare nel 2026 ed entro il 2028 devono essere completate.  Adesso occorre mettere subito mano al progetto esecutivo. Tradotto, Senzacqua tornerà a bussare alle porte della Regione per chiedere la parte rimanente che darebbe nuova vitalità al porto sangiorgese.

Il presidente Francesco Acquaroli

«Quando abbiamo accolto la richiesta per il porto di avevamo già dato una risposta a Civitanova e Fano – ha rimarcato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli – perché riteniamo importante valorizzare borghi e mare. I nostri cantieri navali sono una eccellenza in Italia. Bisogna lavorare per i porti per metterli in sicurezza, valorizzarli e ridurre di conseguenza i costi di manutenzione legati agli interventi di dragaggio. Questo progetto può essere attrattore di investitori». Spetta alla Regione adesso individuare le risorse rimanenti. In chiusura parola al Sottosegretario Alessandro Morelli. «Un punto di svolta per la città – ha detto quest’ultimo – una progettualità che cambia la visione turistica. Il nostro obiettivo è vedere anche nel piccolo le grandi opportunità che il territorio può offrire. Sette milioni di euro sono un piccolo investimento, se comparato al totale dei fondi sul nazionale, ma grande per una città come questa, utili per far girare l’economia». Morelli ha focalizzato l’attenzione sulle ricadute che l’investimento pubblico potrà avere per l’economia locale. «Oggi è una grande giornata di festa, mi auguro di poterci rivedere presto per la posa della prima pietra» l’auspicio del Sottosegretario.

In platea anche il Prefetto di Fermo, Edoardo D’Alascio, e Alessandra Di Maglio, comandante della Capitaneria di San Benedetto del Tronto, oltre a diversi consiglieri comunali.

IL PROGETTO

Ma cosa prevede, in concreto, il progetto illustrato ieri? Dando uno sguardo alle carte l’occhio cade inevitabilmente sulla zona sud della struttura, poiché è quella che dovrà ospitare la vasca di colmata sopra alla quale sorgeranno nuove strutture e verde. Punti di partenza dello studio sono stati i due moli che “abbracciano” il porto e la propagazione del moto ondoso. Come poter intervenire e quindi cosa fare per evitare l’insabbiamento continuo che arreca danni ai motopesca ed alle imbarcazioni dei diportisti in uscita ed in entrata? Si è fatto allora uno studio puntuale considerando sia l’assetto attuale del porto che la proposta di spostamento o inclinazione dei bracci dell’imboccatura del porto stesso verso Nord-Est. E’ emerso infatti che, negli anni, l’approdo sangiorgese è stato più esposto agli effetti erosivi delle correnti o moti ondosi provenienti da Nord Est. Assai più che in passato.

Il pontile realizzato a nord della struttura non ha certo aiutato, dando vita a quelli che tecnicamente si chiamano “fenomeni di corrosione a mulinello”. L’ipotesi allo studio consiste allora nell’inclinare si legge nella relazione «i bracci di ingresso dell’imboccatura di circa 35° verso Est così che le onde incidenti, provenienti da Nord-Est, non siano solo assorbite dalla costa e dalle scogliere frangiflutto di Nord, ma possano essere propagate verso l’esterno del porto mentre le sabbie mosse dalle onde non si vadano a distribuire nelle aree interne al bacino, con la conseguenza di sedimentare le sabbie all’imboccatura».
Per fare ciò è necessaria una “vasca di colmata”, in prossimità del porto, che ha la funzione di contenere i sedimenti provenienti dai dragaggi e non riutilizzabili per il ripascimento dell’arenile. Avrebbe una superficie di circa 18.000 mq, lunghezza di circa 350 metri ed una capacità volumetrica complessiva pari a circa 50.000 mc, delimitata da una diga a scogliera nella parte a mare.
Quando i lavori di sistemazione della vasca saranno terminati, l’area sarà destinata, tra le altre cose, ad ospitare una struttura per la pesca sportiva, alberi, attrezzatture per l’accoglienza per circa 440 mq, comprese colonnine per le ricariche elettriche coperte con tettoie in legno con soprastante fotovoltaico.  Insomma ricreare uno spazio che possa essere attrattivo e di aggregazione, capace pure di ospitare eventi, attività ricreative e sportive. Per questo motivo sono previste aree giochi, aree di passeggio e il collegamento con la ciclovia adriatica.

Il sottosegretario Morelli

Il presidente Acquaroli

 


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