Dopo le dimissioni di Trasatti scatta il toto-presidente, equilibri precari e “nodo” Regionali. Calcinaro: «Maggioranza continua ad esserci»

FERMO - La nomina del successore di Francesco Trasatti potrebbe alimentare nuove fibrillazioni in Consiglio comunale. Partite già le prime "consultazioni" tra consiglieri, gruppi, liste e partiti. Lo strumento "presidenza" possibile argano per tentare assestamenti in vista delle elezioni regionali? La coperta rischia di essere comunque troppo corta.

di Giorgio Fedeli

Trasatti torna tra i banchi dei consiglieri. E ora? Chi pensa che le dimissioni dell’ormai ex presidente del Consiglio fermano abbiano scritto l’ultimo capitolo di un’epoca amministrativa segnata da scossoni, fibrillazioni e veleni, rischia di sbagliarsi. Lo scisma del gruppo “La città che vogliamo”, dopo mesi di bordate contro l’amministrazione e soprattutto contro il sindaco Paolo Calcinaro, ha vissuto il suo culmine con le dimissioni del presidente Trasatti che martedì sera, dopo strali e accuse al primo cittadino, se n’è tornato tra gli scranni, accolto dai suoi colleghi consiglieri. Scintille che in questi mesi hanno fatto registrare uno dei picchi più alti del Calcinaro-bis quando quest’ultimo si è candidato, alle elezioni provinciali, con una lista a forte matrice di centrodestra. E a fare da contraltare alla scelta del sindaco c’è stata la candidatura di Manolo Bagalini (anche lui del gruppo La città che Vogliamo, insieme a Nicola Pascucci, Savino Febi e lo stesso Francesco Trasatti) nell’altra lista, quella che poi ha perso, con una forte anima di sinistra.

Bene, ma allora da oggi che si fa? Come accade sempre in queste circostanze, gruppi, consiglieri e partiti tornano a confabulare per cercare di raccogliere il testimone del presidente dimissionario. E qui la faccenda si complica. Se Trasatti era stato eletto all’unanimità, quando ancora in assise regnava l’armonia, il prossimo presidente sarà con ogni probabilità il frutto di accordi e contrattazioni amministrative sì, ma anche politiche. C’è già chi, tra i consiglieri, crede che non si possa pescare tra gli esponenti di Piazza Pulita, un gruppo ben rappresentato in giunta. Inizia, comunque, a circolare il nome di Giulio Pascali.

Fuori da Piazza Pulita ci sono i nomi di Cristian Falzolgher, Silvia Remoli, Massimo Tramannoni (che è anche consigliere provinciale), Alessandro Bargoni (che in assise si è lasciato andare a un endorsement di Azione per Calcinaro e Acquaroli), Roberto Simoni e Massimo Ferroni. Tutti in maggioranza sì, ma stavolta, si diceva, la presidenza del Consiglio potrebbe essere una carta da spendersi per arrivare a una “pax augustea” che certo a Calcinaro non dispiacerebbe. E qui potrebbero incidere le elezioni regionali. Se è vero, come è vero, che il sindaco Paolo Calcinaro è a un passo dall’annunciare la sua candidatura in una lista a sostegno del presidente uscente Francesco Acquaroli, la scelta potrebbe ricadere sul nome di uno dei tre del gruppo misto (Gianluca Tulli, Luigi Rocchi e Lorenzo Giacobbi, due FdI e un Fi). Tulli e Giacobbi sono anche in odore di candidatura alle Regionali. Se così fosse potrebbe prendere quota per lo scranno più alto dell’assise, il nome di Rocchi? Ma pescare tra consiglieri di centrodestra, anche se all’opposizione, per le tante anime di sinistra in assise (alcune anche in maggioranza), equivarrebbe a una virata definitiva verso il centrodestra. Insomma un bel nodo gordiano incombe sul Consiglio fermano. Il thriller amministrativo è tutt’altro che ai titoli di coda e considerando che ad oggi, formalmente, la maggioranza è a solo +3 (sindaco incluso) dalla minoranza, le prossime elezioni comunali dell’aprile 2026, per chi lavora per la tenuta dell’amministrazione, sono a una distanza comprensibilmente siderale con ogni atto o divergenza che oggi rischia di tramutarsi in crisi di governo cittadino. Senza dimenticare qualche (al momento timido) ammiccamento dell’opposizione alle anime di sinistra che siedono in maggioranza. Ma i beninformati sono dell’idea che al momento la nomina del successore di Trasatti non sia una priorità per l’amministrazione.

Il primo cittadino è certo della tenuta di una maggioranza che, comunque, dall’inizio della legislatura, si è comunque assottigliata e non poco: «Faccio un po’ di chiarezza, senza polemica ma solo per informazione ai cittadini: la maggioranza c’è e ci continua ad essere – ha rimarca il primo cittadino – con 18 su 33 in consiglio. Continuiamo a dare tutto per la città tant’è che nei prossimi due giorni arriveranno notizie di importanti finanziamenti. Lo dico perché dopo certi titoloni in giro ho ricevuto un paio di telefonate che manco se fosse stato il mio funerale».

Per avere chiaro il quadro, attualmente i consiglieri di maggioranza sono Luigi Acito, Gionata Borraccini, Stefano Faggio, Eleonora Luciani, Luciana Mariani, Giulio Cesare Pascali, Lucia Perticari, Sara Pistolesi, Gabriele Palmucci, Cristina Falzolgher, Silvia Remoli, Massimo Tramannoni, Edoardo Candidori, Alessandro Bargoni, Roberto Simoni, Massimo Ferroni, Paola Gaggia e lo stesso Paolo Calcinaro.

All’opposizione, invece, siedono Nicola Lucci, Francesco Trasatti, Manolo Bagalini, Nicola Pascucci, Savino Febi, Gianluca Tulli, Luigi Rocchi, Lorenzo Giacobbi, Renzo Interlenghi (che ieri ha temporaneamente sostituito Trasatti alla presidenza), Pierluigi Malvatani, Andrea Morroni, Paolo Nicolai, Sandro Vallasciani, Stefano Fortuna e Luciano Romanella.

Calcinaro a Trasatti: «Impressionano la tempistica e quel “cinismo”. Forse contagiato da una certa sinistra dall’insulto facile»

Colpo di scena in Consiglio comunale, il presidente Francesco Trasatti si dimette

Consiglio “infuocato”, dimissioni del presidente Trasatti. Il suo discorso in assise e le critiche a Calcinaro: «Il civismo è diventato cinismo»

 



Articoli correlati


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti