di Nunzia Eleuteri
L’ospedale di Amandola sta creando non pochi dissapori. Non solo tra cittadini ormai sfiduciati ma anche tra politici ed amministratori (leggi articolo). Mentre nella zona montana continua la raccolta firme per ripristinare al più presto la vecchia struttura, la regione Marche ha provveduto a destinare al progetto del nuovo ospedale amandolese i fondi ricevuti da un magnate russo per la ricostruzione post sisma (leggi articolo). Che fare? Aspettare la realizzazione del progetto o procedere con la ristrutturazione del vecchio ospedale e farlo tornare agibile al più presto? È stato chiaro il direttore di Area Vasta IV, Licio Livini, che, questa mattina ad Amandola per la consegna del nuovo ecografo al punto di primo soccorso (leggi articolo), ha dichiarato: “Sono convinto che l’ospedale nuovo debba avere un suo percorso, suoi tempi, suoi investimenti. Non può condizionare l’ordinario che noi siamo costretti ad organizzare giorno per giorno per dare delle risposte certe. Non vogliamo rimanere così precari per altro tempo perché passare un’altra invernata in questa situazione sarebbe molto impegnativo”.
Non sono sconosciuti infatti i problemi che proprio l’area Vasta IV sta affrontando in questa situazione di precarietà.
Proprio due giorni fa il direttore Livini e il direttore del distretto, Vincenzo Rea, hanno lanciato l’allarme medici (leggi articolo): “Non si trovano camici bianchi disposti a coprire tutti i turni” aveva dichiarato Vincenzo Rea a Cronache Fermane. A questa oggettiva difficoltà si aggiungano stati d’animo preoccupati dei cittadini ai quali, dunque, non resta che attendere la decisione finale della Regione Marche sull’autorizzazione degli investimenti preventivati.
Amandola e l’ospedale che divide: sistemare il vecchio o puntare su una nuova struttura?
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Allarme rosso al punto di primo intervento: cercasi medici disperatamente
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