Il 46enne di origini marocchine, residente a Montegranaro, che sabato notte ha accoltellato alle spalle il brigadiere capo Mario Iadonato, B.B. le sue iniziali, resta in carcere. Questa mattina, infatti, al tribunale di Fermo, si è tenuta l’udienza per la richiesta di convalida dell’arresto avanzata dal sostituto procuratore Marinella Bosi che ha in mano il caso. E il gip Cesare Marziali nel pomeriggio ha sciolto la riserva sulla decisione. L’uomo, che a seguito del pronunciamento del giudice è stato riaccompagnato in carcere, dovrà rispondere di tentato omicidio, resistenza al pubblico ufficiale, lesioni aggravate e porto abusivo d’arma.
Accuse pesantissime, dunque, quelle a carico del marocchino difeso dall’avvocato, assegnatogli d’ufficio, Paola Corvatta. Intanto, proprio nel tentativo di fare luce su ogni minimo particolare di quella notte di sangue e paura, vissuta sabato scorso dal brigadiere Iadonato, ancora ricoverato al reparto di Chirurgia dell’ospedale Murri di Fermo, è stata richiesta una perizia a un ctu, un medico legale che ha già effettuato, in mattinata, alcuni primi accertamenti sulla ferita inferta al militare con una coltellata che lo ha raggiunto alla scapola sinistra e che gli ha provocato una ferita al polmone.
Ferita che ha, a sua volta, provocato uno sversamento a causa del quale il carabiniere è stato sottoposto a drenaggio. Il medico legale continuerà anche nelle prossime ore il suo lavoro di approfondimento consultando nel dettaglio anche tutta la documentazione sanitaria raccolta. Tornando al tribunale, l’udienza è avvenuta a porte chiuse e, convalidato l’arresto, è stata applicata anche la misura in carcere.
Intanto in giornata alcuni rappresentanti della comunità islamica montegranarese hanno fatto visita al brigadiere per esprimergli solidarietà ed auguragli una pronta guarigione.
P.Pier.
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