di Giorgio Fedeli
Chiuso il cerchio sulla nottata di terrore e sangue al bar Blasco di Porto Sant’Elpidio. Ieri pomeriggio infatti la squadra Mobile della questura di Fermo ha arrestato il quarto uomo ritenuto dagli inquirenti responsabile, insieme ad altri tre già finiti dietro le sbarre, del pandemonio che, nella nottata tra il 6 e il 7 dicembre scorsi, ha letteralmente devastato il pubblico esercizio di via Faleria, a Porto Sant’Elpidio (leggi l’articolo).
Ma non solo danni, e questo è il peggio. In quei momenti di panico e terrore al bar Blasco erano infatti spuntati anche dei coltelli e delle bottiglie di vetro usate come armi da taglio: morale della favola tre persone ferite e i responsabili dell’aggressione in fuga. Ma le indagini condotte dagli agenti della squadra Mobile della questura di Fermo erano partite immediatamente. E gli investigatori della polizia di Stato, dopo aver raccolto gli elementi dei colleghi della Scientifica, erano subito venuti a capo del fatto di sangue. Infatti da lì a pochi giorni i poliziotti della Mobile erano arrivati a dare nomi e volti ai responsabili della notte di sangue che la questura ha classificato come “aggressione violenta legata al fenomeno dello spaccio di droga”, quattro in totale. Tre sono finiti in manette dopo una decina di giorni (leggi l’articolo) e si è subito capito che il quarto aveva le ore contate.
Nel comunicare ufficialmente i tre arresti, la questura, infatti, ha parlato di quattro persone: un italiano e tre nordafricani menzionando quindi indirettamente anche il ricercato. Poche righe a significare che di quest’ultimo, uno dei tre nordafricani, la Mobile aveva praticamente già tutto, mancava solo rintracciarlo e bussare alla sua porta. E a coronamento di un lavoro certosino sia di ricostruzione dell’accaduto, di ricomposizione del puzzle e di ricerche capillari sul territorio, di indagini a 360 gradi insomma, ieri la Mobile ha rintracciato il ricercato. E per lui si sono aperte le porte del carcere. Insomma una risposta decisa, efficiente, rapidissima, quella della polizia a un fatto di sangue che ha riacceso, se mai si fossero spenti, i riflettori della comunità sul quartiere di Lido Tre Archi e le zone limitrofe. Perché Lido Tre Archi? Perché, si diceva, la questura ha reso noto che si tratta di “un italiano e tre nordafricani, tutti senza fissa dimora e con numerosi precedenti penali e di polizia, che si ritrovano sistematicamente nell’area di Lido Tre Archi e bivaccano in alloggi di fortuna”. Ma alle apprensioni dei residenti la polizia ha risposto, oltre che con assidui controlli, perquisizioni e irruzioni disposte dal questore Luciano Soricelli, anche e soprattutto con quattro arresti eseguiti in pochi giorni. Il 17 dicembre scorso, infatti, Gip del Tribunale di Fermo ha accolto le richieste della Procura della Repubblica ed emesso quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di quelli che sono stati individuati come i presunti responsabili delle azioni. I reati contestati ai quattro arrestati, sono quelli di violenza privata, lesioni personali aggravate in concorso, porto abusivo di armi, danneggiamento aggravato.
Sangue e paura al bar Blasco, svolta nelle indagini: tre arresti, è caccia a un quarto uomo
Sangue e terrore al bar Blasco: rissa e accoltellati, devastato il locale (Le Foto)
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