di Leonardo Nevischi
FERMO – Non dev’essere affatto male voltarsi indietro e comprendere che razza di lavoro è stato fatto in appena tre mesi. Ma questo non rientra nella filosofia di Giovanni Cornacchini. E allora, nemmeno a dirlo, tutti sull’attenti: due giorni di meritato riposo concessi alla squadra dopo la vittoria sull’Imolese e poi subito in campo per preparare la trasferta di Carpi.
Non molla un centimetro il Condor, nonostante i numeri parlino piuttosto chiaro. Da quando il tecnico fanese siede sulla panchina della Fermana, il Recchioni vive un magic moment di imbattibilità, l’attacco ha ricominciato a segnare e la difesa è diventata la terza meno battuta con la bellezza di 4 cleen sheet su 12 partite e solo 8 reti subite. Risultato? Al netto delle gare da recuperare, se si considera la classifica parziale dal 6 dicembre ad oggi (giorno dell’avvento di Cornacchini, ndr), la Fermana stanzierebbe al sesto posto al pari del Sudtirol e solamente 6 lunghezze sotto la capolista Modena.
Davvero tanta roba. Troppa, per uno come Cornacchini che non ama i numeri e le statistiche, perché per lui «guardare questi dati vorrebbe dire fermarsi e invece noi dobbiamo continuare a lavorare. Lasciamo perdere quello che abbiamo fatto fin qui e guardiamo solo al presente: dobbiamo confermarci partita dopo partita per arrivare il prima possibile alla salvezza».
La salvezza, appunto. Sebbene sia questo l’obiettivo dichiarato dai gialloblù, la classifica non impedisce di sognare: infatti la Fermana al momento è più proiettata verso i playoff (-4) piuttosto che verso la zona retrocessione (+6). Ma anche questo, non ditelo a Cornacchini. «La sensazione sul raggiungimento della salvezza è positiva, perché quando si ha la possibilità di lavorare con uomini veri i risultati prima o dopo arrivano. Io sono sincero: la classifica non la guardo e cercherò di non farla vedere nemmeno ai miei giocatori. Al momento siamo sereni, ma dobbiamo rimanere concentrati sul nostro obiettivo perché le squadre dietro di noi si sono attrezzate bene e ci costringeranno a rimanere con l’orecchio tirato su».
Da sinistra il ds Massimo Andreatini, il nuovo innesto Luca Mosti e il dg Fabio Massimo Conti
La cura Cornacchini non ha rivitalizzato solo la difesa, bensì anche l’attacco. E Luca Cognigni ne è la prova: 2 gol nelle ultime due uscite con Gubbio e Imolese. «Il Cogno lo conosco molto bene – spiega Cornacchini riferendosi alla sua parentesi all’Ancona dove aveva avuto l’attaccante fermano –. È giocatore che ci fa molto comodo, come lui in rosa non c’è nessuno. In passato non ha avuto molta fortuna con una serie di infortuni al ginocchio, ma ora mi sembra che dal punto di vista fisico stia benissimo e con la nascita della bimba abbia il morale a mille».
Non si può dire lo stesso del morale di Demirovic e De Pascalis: due giocatori di cui Cornacchini dovrà fare a meno per il resto della stagione. «Ovviamente sono dispiaciuto – ha commentato il tecnico –. In primis sono due bravi ragazzi, ma anche due giocatori che ci potevano assolutamente servire. Adesso siamo leggermente scoperti sull’esterno ed è proprio per questo che la società si è mossa prontamente tesserando Luca Mosti».
Di fatto, la società ha comunicato di aver raggiunto l’accordo fino a al termine della stagione con l’esterno Luca Mosti. Classe 1998 nativo di Massa, che dopo aver iniziato la carriera calcistica nella sua città natale è passato al settore giovanile della Fiorentina fino a vestire la maglia della Primavera. Successivamente l’appropdo in Serie C dove ha vestito le maglie di Bisceglie, Pergolettese ed Arezzo. Proprio con gli amaranto ha disputato la prima parte di stagione collezionando 5 presenze ed un assist.
A tal proposito, in attesa di valutare sul campo le condizioni fisico-atletiche del nuovo innesto, il tecnico canarino dovrà sopperire all’assenza di centrocampisti di fascia escogitando altre soluzioni da giocarsi a gara in corso. Una di queste potrebbe essere il giovane Kasa, arrivato nel mercato invernale, il quale tuttavia non sembra aver ancora assimilato appieno il dna del Condor. «Kasa deve correre, e parecchio. Se lo vedi giocare capisci subito che tecnicamente è preparato, ma il calcio non è fatto solo di momenti in cui si ha la palla tra i piedi – catechizza Cornacchini -. Devo cercare assolutamente di cambiargli la mentalità perché lui ha una sua idea, che probabilmente se la porta dietro dalle giovanili e quindi ci vorrà un po’ più di tempo. Comunque è un giocatore che ha tecnica e struttura, deve solo capire che deve correre tanto – sentenzia il tecnico gialloblù che poi continua –. Cerco sempre di entrare nella testa dei ragazzi: gli attaccanti in genere pensano che se corrono molto poi non sono lucidi sotto porta, invece secondo me se si allenano bene riescono a segnare e forse anche di più. È solo una questione di allenamento e di avere un buono spirito di sacrificio. Se si ha una squadra fortissima a livello tecnico probabilmente anche se si corre un po’ meno non si concede più di tanto, mentre la nostra caratteristica principale è quella di essere tosti e aggressivi e per questo ci dobbiamo allenare molto, non solo a livello fisico ma anche sotto il profilo mentale».
D’altronde dal re del trash talking non ci poteva aspettare nulla di diverso (chiedere a Ruben Botta nel derby con la Samb o a mister Vincenzo Catalano contro l’Imolese). «Ognuno si carica a modo suo durante la partita, c’è chi fa da paciere e altri a cui piace un po’ di rissa verbale. Io probabilmente faccio parte della seconda categoria. Per me è la normalità, se non c’è un po’ di sano dibattito per me la partita si appiattisce». Verve, questa, che Cornacchini trasmette anche ai suoi giocatori. Ne è un esempio l’esultanza rabbiosa di Sperotto (subentrato a Mordini e subito protagonista con l’assist per il gol di Cognigni di domenica scorsa), che ha fatto molto piacere al mister gialloblù. «È positivo quando i ragazzi si arrabbiano perché non giocano o perché li sostituisco. Le mie squadre devono essere sanguigne come me. Sperotto è un bravissimo ragazzo, ma va stimolato e punzecchiato in continuazione. Domenica è entrato bene e mi ha voluto dare un segnale».
Dunque, ricapitolando, la “C al quadrato” (cura Cornacchini, ndr) ha perfezionato la difesa, ha rivitalizzato i singoli ed ha reso il Recchioni inespugnabile. C’è solo un dato che con il Condor alla guida non è migliorato ed è quello dei gol segnati in trasferta. Di fatto in esterna la Fermana non riesce ad imporsi come tra le mura amiche e l’attacco risulta essere il peggiore del girone. Una statistica che Cornacchini si augura di migliorare già domenica prossima al “Cabassi” di Carpi. «Dobbiamo migliorare in trasferta. Avere a disposizione tutti i ragazzi faciliterebbe la possibilità di arrivare alla conclusione, tuttavia la mentalità deve essere unica, sia in casa sia fuori, e ci stiamo allenando molto per poter applicare l’idea di calcio che abbiamo anche lontano dal Recchioni. già domenica ci proveremo, sebbene ci aspetterà una gara tosta contro un Carpi reduce da una sconfitta che vorrà sicuramente rifarsi».
Simone D’Anna, attaccante della Fermana
Un dato, quello dell’attacco, che potrà essere migliorato dalle giocate di Simone D’Anna, ex Lecco che domenica ha siglato il suo primo gol in maglia gialloblù. «Mi sono trovato subito bene qui a Fermo – ha esordito l’attaccante arrivato nel mercato di gennaio –. I compagni mi hanno fatto sentire subito uno di loro: era già un gruppo importante e inserendomi in questo contesto sono riusciti ad accogliermi bene. A Lecco quest’anno non mi è stata data fiducia, non sono stato messo nelle condizioni di poter far bene e mi è mancata la condizione perché facevo solo spezzoni di gara. Ora invece sto trovando la condizione migliore e giocando con continuità posso entrare presto in forma. Già domenica il gol me lo sentivo, lo avevo detto al mister che avrei segnato – stupisce D’Anna, il quale si dimostra un ottimo centravanti ed anche un inaspettato chiaroveggente –. Ho tirato con tutta la cattiveria che avevo in corpo».
Umiltà e altruismo. Sono questi gli ingredienti che meglio descrivono Simone D’Anna quando dice: «Io voglio raggiungere quanto prima l’obiettivo prefissato dalla società, poi se i miei gol o i miei assist potranno essere d’aiuto ben venga, ma non è la priorità. Sarei felice anche se dovessimo salvarci senza che il mio nome compaia sul tabellino, mi accontento di soddisfare le richieste del mister e fare belle prestazioni in campo. La mia affinità con Cognigni sta aumentando e spero di potergli essere d’aiuto per segnare il più possibile. Lui fino ad ora ha giocato sempre spalle alla porta e con il difensore alla calcagna non è facile divincolarsi. Stiamo lavorando affinché io possa servirlo a tu per tu con la porta, in modo tale che possa incutere timore guardando il difensore negli occhi e puntare dritto verso la porta».
E sulla possibilità del rinnovo D’Anna conclude: «Ho un contratto fino a giugno. Qui mi trovo bene e sono coccolato da compagni, staff, tifosi e società. Tutti si sono adoperati per mettermi nelle condizioni di fare bene. Io sarei propenso a rimanere, ma poi con più calma valuteremo insieme alla società».
Simone D’Anna con la maglia del centenario
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