“A leggere le dichiarazioni di questi giorni dei vari esponenti politici, compreso magari il sottoscritto, debbo dar ragione a chi dice che l’impressione data è di confusione ed inattendibilità della politica in generale! Credo però che occorre evitare di ‘fare di ogni erba un fascio'”. Inizia così, con queste parole, la replica o, meglio, la puntualizzazione del segretario provinciale e vicesegretario regionale Pd, Fabiano Alessandrini, sui vari botta e risposta tra destra e sinistra, per trovare apice nella replica al punto dell’assessore regionale, Filippo Alessandrini, sul ‘dramma’ che in queste settimane, mesi purtroppo, sta vivendo la sanità fermana che ha epicentro nell’ospedale Murri di Fermo.
“In primo luogo preciso che, qualora non sia stato chiaro, se parliamo di sanità in generale nelle Marche la responsabilità è tutta nostra del centrosinistra. Mai negato – l’ammissione di Alessandrini, evidente prologo alla stoccata – un fatto così lapalissiano. Poi si può discutere su luci ed ombre, ma questo è. E lo è sempre, sia quando si parla dei ritardi accumulati nell’Area Vasta del Fermano, sui quali occorrerebbe ricordare anche che il non essere stati provincia fino a pochi anni fa ha inciso non poco, sia quando si parla dei nuovi ospedali di Campiglione e Amandola e quando si parla di Robotica all’ospedale di Fermo. Perché il giochetto di prendersi il ‘buono’ e lasciare agli altri il ‘cattivo’ – la stoccata preannunciata di Alessandrini – non è certo indice di serietà politica. Poi c’è la gestione della pandemia, che è bene anche ricordare che è un evento eccezionale ed imprevedibile, e che va valutata in se, che ha un ‘prima’ e un ‘dopo’ e che ha precise responsabilità politiche. C’è la prima fase gestita da Ceriscioli, la fase del virus ‘sconosciuto’, a cui prendere le misure e da fronteggiare quasi senza mezzi. Credo sia opinione condivisa da molti che Ceriscioli l’abbia affrontata con perizia, ovvero precisa valutazione dei dati, coraggio, anche con provvedimenti presi contro il Governo nazionale dello stesso colore, e lungimiranza per il futuro, e mi riferisco al famoso Covid hospital di Civitanova contestato da Fratelli d’Italia, Lega, sinistra radicale e pezzi dello stesso Pd. Poi c’è un dopo, quello da ottobre in poi targato Acquaroli. Un governo nato per cambiare tutto, dicevano in campagna elettorale, e che invece, come dice l’assessore Saltamartini nell’intervista (rilasciata a Cronache Fermane), agisce ancora con il vecchio piano pandemico del primo Ceriscioli. Un piano che noi stessi dicevamo di dover adeguare alle nuove esigenze, che, soprattutto per noi fermani, non teneva conto del Covid hospital di Civitanova. L’assessore dichiara ‘che la colpa è di chi c’era prima perché non si può cambiare in corsa’. Ci chiediamo in forza di quale normativa? Il piano pandemico lo fa la Regione. Il premier Mario Draghi, al quale il nostro prode Saltamartini dà lezioni su vaccini e terapie, ha cambiato l’intera struttura organizzativa nazionale in 15 giorni. Cosa c’è di più complicato nella nostra Regione? Il non aver aperto subito il Covid hospital di Civitanova ed aver lasciato come Covid l’ospedale di Fermo è stata una scelta politica ben precisa, ed è tutta in capo all’amministrazione Acquaroli. Dettata da cosa? Un voler ‘tenere il punto contro la struttura’ da parte di Fratelli d’Italia e Lega? Una sottovalutazione della nuova ondata pandemica? In ogni caso un errore gravissimo. E la gestione dei punti vaccino, con i sindaci ed i referenti regionali di maggioranza a contendersi la medaglietta del ‘posto’ dove farli? A chi attribuire tutta questa confusione? Alla direzione sanitaria, come fa in maniera discutibile Saltamartini? Quindi, ad ognuno il suo. Infine si è tornati a parlare dell’ospedale di Sant’Elpidio a Mare. Mi fa piacere prendermi la ragione insieme al sindaco Offidani, dopo quasi 20 anni, anche se l’intento di chi ha parlato era chiaramente un altro. Basta leggersi le cronache di quegli anni, per ritrovare dichiarazioni di esponenti della città di Fermo, di ogni colore politico e responsabilità economica e sociale, scagliarsi contro tale ipotesi, giudicata uno ‘sperpero di risorse’, ‘pericolosa per i cittadini’ e ‘dannosa per l’ospedale di rete di Fermo’, ed il sottoscritto- conclude Alessandrini – insieme al sindaco Offidani tacciati di ‘campanilismo’. Noi scademmo nel 2004, dopo aver ottenuto con fatica e contro tutti lo status di ospedale di supporto a Fermo. Quello che è avvenuto dopo è stato un lento e continuo disattendere quel piano, da parte di chi non l’aveva potuta aver vinta prima, soprattutto a livello fermano! Spero che questa ‘ritrovata’ consapevolezza si tramuti oggi, a vantaggio dei cittadini fermani, in quello che nella pubblica amministrazione si chiama ‘ravvedimento operoso'”.
IL PUNTO Siamo una provincia invisibile e chi non ha voce paga: in questo caso con la vita
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