“Ora il presidio fisso delle forze dell’ordine lo chiedono tutti”. E’ quanto rilancia, a gran voce, Confabitare, con Renzo Paccapelo, che comunica anche di aver scritto al prefetto Franco Gabrielli.
“Sono bastati gli accadimenti di questi giorni, che peraltro potrebbero essere solo il primo passo di una escalation da noi prevista da tempo”. Confabitare, evidentemente, si riferisce in primis all’aggressione subita martedì pomeriggio dalle forze dell’ordine, con lancio di bottiglie e sassi, e all’incendio di cassonetti di questa mattina. “Da tempo abbiamo denunciato le responsabilità del sindaco e del multi assessore nello stravolgimento del memorandum sulla sicurezza, che prevedeva tra l’altro un controllo di vicinato diverso dalla macchiettistica mail diretta al comune che nessuno avrà mai utilizzato. Prevedeva il Daspo urbano che non viene utilizzato contro i malviventi nordafricani presenti in gran numero a Lido tre Archi, mentre viene utilizzato, giustamente, contro un rapper dopo le violenze sulla riviera romagnola. Dove sta la differenza? Si tiri fuori dal garage il camper della Polizia (però non presente a Fermo, ndr) e lo si metta al servizio del quartiere con la possibilità di effettuare tutte le operazioni che notoriamente si fanno in ufficio così da consentire alle pattuglie in zona di ottimizzare il servizio”.
“Dove è l’indirizzo per efficaci indagini patrimoniali? Si continua a parlare e sparlare del sistema di videosorveglianza. Ebbene mai nessuno che si sia chiesto l’efficacia di questo sistema nell’individuazione dei responsabili di fatti delittuosi, né alcuno si è posto domande sui costi e sulla loro congruità. Così come tutti ignorano lo sviluppo delle operazioni di riqualificazione del quartiere, che procedono random con investimenti privi di pianificazione e di una adeguata valutazione costi benefici o attinenza con le esigenze del quartiere.
Per questo e molto altro oggi Confabitare ha interessato della situazione di Lido Tre Archi con l’invio di un nutrito dossier contenente le comunicazioni inviate copiose al Ministro dell’Interno, quattro in dodici mesi, l’interrogazione parlamentare, la rassegna stampa ed altro, al prefetto Franco Gabrielli presso la Presidenza del Consiglio affinché con i poteri di cui è investito verifichi se tutti hanno fatto quanto nelle loro sfera di competenza per ovviare ad una situazione inqualificabile in un Paese civile”.
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