Fa esplodere un ordigno davanti casa dell’amica della ex, la Mobile chiude il cerchio sulle indagini: arrestato un uomo (Ascolta la notizia)

PORTO SANT'ELPIDIO - L’attività di indagine condotta in poco più di un mese ha permesso di assicurare alla giustizia il responsabile di un reato gravissimo come lo stalking ricompreso nel genus “Codice Rosso” e della esplosione di un potente ordigno che aveva destato enorme allarme sociale a Porto Sant’Elpidio e in tutto il Fermano

di redazione CF

La Polizia di Stato, in particolare la Squadra Mobile di Fermo, ha dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un italiano, di circa 40 anni, residente nella provincia di Macerata, già noto alle Forze dell’Ordine per i suoi precedenti penali e di polizia.

Ascolta la notizia:

L’indagine trae origine dal danneggiamento di un’auto e la conseguente esplosione di un ordigno avvenuta il 20 settembre scorso a Port Sant’Elpidio. 

Erano le 21 circa quando una ragazza, dopo aver parcheggiato la sua auto fuori casa, è uscita in strada e si è accorta che qualcuno aveva infranto il finestrino del veicolo. La giovane, dopo aver controllato che non fosse stato sottratto nulla dalla vettura, è rientrata in casa. Dopo circa venti minuti lei, la sua famiglia e migliaia di persone hanno sentito un forte boato provenire dall’esterno. Proprio all’esterno dell’abitazione della giovane era scoppiato un ordigno.

L’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, la Squadra Mobile, la polizia scientifica, i Vigili del Fuoco, personale del nucleo artificieri di Ancona sono subito arrivati sul posto.

L’ordigno, verosimilmente un manufatto artigianale, assemblato con una elevata quantità di esplosivo aveva provocato con la sua deflagrazione, avvenuta all’esterno dell’abitazione della giovane, la rottura di alcuni vetri delle abitazioni, il danneggiamento del marciapiedi ed il danneggiamento di una cabina di gas e luce rischiando di causare una vera e propria strage.

I poliziotti intervenuti sul posto hanno subito raccolto numerose testimonianze di vicini e di potenziali testimoni. I due atti intimidatori sono apparsi entrambi indirizzati alla medesima persona, la giovane proprietaria dell’auto danneggiata.

 

Senza soluzione di continuità gli investigatori della Squadra Mobile hanno acquisito le immagini registrate dai numerosi sistemi di videosorveglianza pubblici e privati di Porto Sant’Elpidio verificando che nell’arco temporale ricompreso tra la fase precedente il danneggiamento e l’esplosione era transitata numerose volte una vettura in uso ad un soggetto gravato da precedenti penali e di polizia per reati contro la persona, contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti. Quello stesso soggetto, a bordo della sua auto, è transitato per l’ultima volta nella via dell’esplosione, pochi secondi dopo la deflagrazione dell’ordigno dopodiché ha lasciato il comune di Porto Sant’Elpidio per rientrare nella sua provincia di residenza, Macerata. Gli investigatori sono riusciti anche a vederlo in volto durante una sosta che ha effettuato a Porto Sant’Elpidio.

E’ stata quindi immediatamente convocata la vittima ma lei non conosce quell’uomo, non sa proprio chi sia. Le indagini sono proseguite verificando amicizie, colleghi, rapporti della giovane, possibili soggetti che potrebbero volerle male. Sono state verificate le posizioni di alcune persone con le quali la giovane aveva discusso. E’ stata scandagliata la vita della ragazza, i suoi contatti, le sue frequentazioni, valutando ogni pista. E alla fine è emerso che l’unico collegamento con l’attentatore è una sua ex collega che aveva avuto una relazione amorosa finita male con il sospettato. 

I poliziotti hanno così convocato questa ragazza la quale, interrogata sui suoi rapporti con l’uomo, ha raccontato di una storia finita male ma ha fatto difficoltà ad aprirsi e a raccontare tutto tanto che i poliziotti hanno cercato di instaurare un rapporto di fiducia con lei, cercando di trasmetterle sicurezza, di superare il muro che lei frapponeva con la Polizia, e cercando anche di fare in modo che lei si fidasse ma non è stata impresa facile. Infatti la ragazza è stata convocata più volte e non ha raccontato mai tutta la verità che verrà scoperta visionando il suo cellulare. 

L’uomo, infatti, non accettando la fine della loro relazione avvenuta l’anno scorso non aveva mai smesso di chiamarla, di inviarle messaggi continui, in una occasione si era anche sostituito a lei creando un falso account su un sito internet a suo nome. Alla fine la giovane ha confessato di essere stata anche pedinata attraverso l’uso di strumenti elettronici, attraverso un gps. 

Grazie all’analisi del cellulare i poliziotti hanno così scoperto che l’uomo aveva una forte avversione nei confronti della ragazza di Porto Sant’Elpidio probabilmente perché affetto da una insana e insensata gelosia dell’amicizia delle due giovani o perché attribuiva alla giovane elpiense la fine della loro storia.

La ragazza vittima di stalking, terrorizzata, non ha mai voluto sporgere querela per la paura di ritorsioni, spaventata dal fatto di potersi ritrovare nella stessa condizione di una sua coetanea, anche lei una ex fidanzata dell’uomo, anche lei vittima di un grave stalking da parte di quest’ultimo che è già stato condannato in primo grado per atti persecutori. 

L’indagine è stata brillantemente coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata che analizzando le risultanze dell’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Fermo, ha richiesto immediatamente l’emissione di una misura cautelare a carico del soggetto e il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere per il soggetto. 

L’attività di indagine condotta in poco più di un mese ha permesso di assicurare alla giustizia il responsabile di un reato gravissimo come lo stalking ricompreso nel “Codice Rosso” e dell’esplosione di un potente ordigno che aveva destato enorme allarme sociale a Porto Sant’Elpidio e nella provincia di Fermo.

«In questo mese di novembre, in cui si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, tale risultato raggiunto – le parole del questore Rosa Romano – è la testimonianza concreta che in queste situazioni occorre denunciare, affidarsi alle istituzioni e farsi proteggere, perché come dimostrato in questa occasione vi è una perfetta sinergia tra le istituzioni».

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