di redazione CF
Nel corso della mattinata i Carabinieri del Comando provinciale di Fermo sono stati impegnati in specifici servizi finalizzati al rispetto della specifica normativa sul lavoro, e l’individuazione di possibili dipendenti non in regola ed eventuali casi di sfruttamento del “lavoro nero” di cittadini extracomunitari o di eventuali violazioni alle norme in materia ambientale, previste dal Decreto Legislativo 152/2006.
Ascolta la notizia:
Nel corso del servizio straordinario di controllo del territorio, i carabinieri di via Beni sono stati coadiuvati da militari specializzati del nucleo Carabinieri Ispettorato del lavoro di Ascoli Piceno e dai militari delle Stazioni Carabinieri Forestali di Fermo e Montegiorgio.
All’esito dei controlli effettuati sono emerse gravi violazioni alla normativa prevista dalla legge 81/2008 (testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) nonché violazioni degli obblighi di comunicazione, tenuta dei registri obbligatori e formulari con riguardo ad un tomaificio con sede operativa Fermo gestito da un uomo di circa 40 anni, cinese. Gli operai, quattro donne e due uomini, tutti trovati intenti a cucire pellame per scarpe e nell’utilizzo di collante per assemblare pezzi di pellame, risultavano regolarmente assunti.
Tuttavia, a seguito di ispezione nei luoghi di lavoro, sono state rilevate varie violazioni in materia di sicurezza e salute, che hanno determinato l’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale.
A seguito dell’ispezione effettuata infatti sono state accertate e contestate, nei confronti del titolare dell’azienda, varie violazioni penali delle disposizioni per il contrasto del lavoro irregolare e per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Nel laboratorio sono stati identificati sei soggetti di nazionalità cinese, tutti regolari sul territorio nazionale. In particolare, oltre all’assenza documentale prevista, si è accertata la presenza, nei locali delle lavorazioni, quelli di deposito materiali e nel bagno di servizio, di cavi elettrici ed interruttori non a norma, per lo più nastrati con adesivo isolante, oltre all’utilizzo di adattatori e/o prolunghe ad uso domestico.
Sul posto sono stati effettuati rilievi fotografici e l’attività è stata sospesa ai sensi dell’art. 14 l. 81/08 ed irrogate ammende pari a 37.000 euro come pure sanzioni amministrative pari a 4.000 euro per la mancata tenuta del registro carico/scarico di rifiuti pericolosi.
Il titolare della ditta risulta sul territorio italiano dal 2014, ma non comprendendo né parlando la lingua italiana è stato assistito nelle operazioni da un suo connazionale in grado di dialogare con i militari.
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