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Sanità, l’allarme dell’Rsu: «La situazione potrebbe anche peggiorare. Coinvolgeremo il territorio nella mobilitazione» (Videointervista a Zoom)

FERMANO - Le preoccupazioni dei sindacati dell'Ast di Fermo e le mancate rassicurazioni dall'amministrazione regionale: «Il nostro territorio non avrà le risorse che servono. Coinvolgeremo la collettività nella protesta perché una sanità che non funziona la paghiamo tutti»
ZOOM di RadioFm1 - L'intervista a Donati, Lanfranco ed Emiliozzi (Rsu Ast Fermo)

Da dx Giuseppe Donati e Roberto Lanfranco

di Francesco Silla (video Simone Corazza-regia Alessandro Luzi)

«La sanità fermana rischia addirittura di peggiorare. La battaglia per il nostro territorio si vince se siamo tutti uniti». Ecco perché la Rsu dell’Ast di Fermo ha deciso di uscire dalle stanze sindacali e di coinvolgere nella protesta anche al territorio, cittadini, associazioni, imprenditori e chi più ne ha più ne metta.

Ieri sera, nell’ormai consueto appuntamento del giovedì di Zoom, programma di approfondimento politico condotto dal direttore di Radio Fm1 e Cronache Fermane, Giorgio Fedeli, sono intervenuti Giuseppe Donati, segretario regionale Cisl Fp e vicecoordinatore dell’Rsu dell’Ast di Fermo, Roberto Lanfranco, rappresentante Cgil con delega alla sanità e componente della Rsu, e Luigi Emiliozzi, anche lui componente della Rsu e delegato territoriale della Uil. Si è affrontato il tema del disequilibrio tra Ast marchigiane in materia di finanziamenti regionali, di cui Fermo è fanalino di coda.

 

Ad infiammare il dibattito, in queste ore, è stata la Conferenza dei Sindaci proprio sulla Sanità. Mercoledì pomeriggio, a Palazzo dei Priori, sono infatti arrivati il governatore Francesco Acquaroli e l’assessore regionale con delega alla sanità Filippo Saltamartini per illustrare, davanti a sindaci e sigle sindacali, la bozza del nuovo Piano socio-sanitario. I delegati hanno espresso preoccupazione per la mancata promessa di perequazione dei finanziamenti regionali, sollevando inoltre alcune preoccupazioni sulla recente riforma sanitaria, che ha trasformato le Asur in Ast.

Giuseppe Donati

«Sono contento che all’incontro ci sia stata una massiccia presenza dei sindaci. Segnale che il territorio sta prendendo coscienza del fatto che la sanità sia un fattore che va salvaguardato. Da parte loro c’è stata una presa di posizione forte – afferma Giuseppe Donati – Hanno chiesto, attraverso una nota congiunta, una perequazione per la sanità del Fermano, in cambio dell’approvazione al piano socio-sanitario. Purtroppo, le risposte che si attendevano non sono arrivate. Fermo è il territorio più penalizzato in tutti gli aspetti: posti letto, residenze, personale e servizi. L’assessore purtroppo ci ha freddato, affermando che risorse aggiuntive non arriveranno, a meno che non venga recuperata quella massiccia mobilità passiva che le Marche fanno registrare. Ovviamente, la mobilità esiste perché le persone non trovano risposte sanitarie nella nostra regione e creare una situazione di disequilibrio di risorse porterà solo ad altra mobilità, non solo verso altre regioni ma soprattutto verso le altre Ast territoriali. Non è accettabile che si debba cambiare provincia per curarsi e che il trattamento tra Ast sia così diverso. Dovremmo mettere mano a situazioni problematiche come la cardiologia dell’ospedale di Fermo, che negli anni è stata smembrata, e infondere più impegno e risorse nell’emodinamica, che a Fermo sarà presente solo due giorni a settimana. Questo è però impossibile senza una perequazione, per abbattere la disparità di livello in merito all’offerta sanitaria nelle varie province. C’è un dato più grave. Dovremo fare una fotografia al ribasso dei servizi che abbiamo perché dovremo cercare di mantenerli con scarsità di personale e con meno risorse. Questo ci costringerà ad acquistare servizi dalle altre Ast». E durante il suo intervento, Donati annuncia in diretta anche la nomina del commissario Ast di Fermo, Roberto Grinta, a commissario ad interim anche per l’Ast di Ascoli. E giù critiche: «Non solo non abbiamo un direttore con pieni poteri operativi ma un commissario. Ora Grinta si dovrà dividere nella gestione di due Ast».

Roberto Lanfranco

«Anche io ero presente in Conferenza dei Sindaci. Ritengo che il piano socio-sanitario sia, dal punto di vista analitico, ben fatto. Manca però lo step successivo, quello delle soluzioni. Noi come Rsu, qualche mese fa, abbiamo proclamato lo stato di agitazione – interviene anche Lanfranco – Avevamo intravisto questa possibile situazione. Ci era stato presentato il piano del fabbisogno in Ast4, un piano a mio parere deludente perché non recuperava il gap degli anni precedenti, anzi prevedeva alcune perdite nell’immediato futuro in termini di personale. Con la legge 19, che sopprime l’Asur e la sostituisce con le cinque Ast, si viene a creare una competizione dove noi partiamo con uno svantaggio storico che non verrà colmato perché la perequazione non ci sarà. Attraverso lo stesso piano socio-sanitario vengono riscontrati come principali cause di decesso nelle Marche, e dunque lecito pensare anche nel Fermano, i problemi cardiocircolatori. Sembra quindi fondamentale investire nell’emodinamica, ma con un servizio h24. Se non investiamo non ricupereremo la mobilità passiva».

Luigi Emiliozzi

In collegamento telefonico Luigi Emiliozzi: «Il nuovo piano non mi convince. Se si inizia una competizione tra le Ast si presuppone che tutte partano dallo stesso livello. Se una, la nostra, è nettamente e cronicamente svantaggiata, questo significa che per inserire nuovi servizi, con le stesse risorse, ne verranno tolti degli altri. Veniamo da un periodo dove i lavoratori non sono riusciti a fare le ferie, dove c’è stato un aumento degli infortuni. Siamo in carenza di personale e le risorse concesse non permettono di ampliarlo. Questo fa aumentare il rischio di errore verso il paziente, e il problema si acuisce. Anche l’idea dei Cup provinciali non ha senso se in ogni provincia non sono garantiti i servizi. Spostarsi per ricevere servizi sanitari crea solo problemi e disagio. Ci muoveremo sicuramente con l’Rsu per sensibilizzare la società su questa situazione cronica. Non escludo anche una sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, in quanto il disagio finale ricade su di loro e sulla qualità della sanità». «Il Fermano vuole accettare lo status quo e le conclusioni fatte dal presidente e dall’assessore oppure insieme – le parole di Donati – vogliamo alzare la voce? Questa battaglia la si vince se siamo tutti uniti, tutti insieme».

Durante l’incontro dei sindaci sono arrivate però rassicurazioni sui due ospedali che il Fermano avrà, Campiglione e Amandola. Per Emiliozzi «il completamento delle strutture non basta per farli chiamare ospedali. Bisogna dotarli di servizi adeguati. Per quanto riguarda Amandola, siamo a buon punto sui lavori. Voglio però far capire alla popolazione che l’avvio delle strutture non sarà così imminente. In questa “battaglia” per maggiore qualità e quantità di servizi sanitari, noi rappresentanti dei lavoratori siamo dalla parte dei cittadini e vorremmo fare fronte comune. Per questi due ospedali non bastano le grandi inaugurazioni ma servono servizi garantiti per tutta la popolazione. Sono a buon punto, ma dire che sono pronti mi sembra esagerato da parte dell’amministrazione regionale». Sullo stesso argomento l’intervento anche di Donati: «L’ospedale unico per Fermo durante il Covid è stato una sciagura. Quello di Amandola è necessario per rispondere alle esigenze di chi abita nell’entroterra. Sono convinto che in quella struttura il Pronto Soccorso sia utilissimo. Ma torniamo allo stesso discorso: servono servizi per non svuotare queste innovative strutture, e per i servizi servono risorse e personale. Chi ci mandiamo in quel nosocomio se i soldi non bastano per quello che già abbiamo? Ricordiamo che già al Pronto Soccorso di Fermo ci sono molti “gettonisti”. Ovviamente oltre ad un altro Pronto Soccorso, in provincia vanno potenziati i filtri per evitarne l’intasamento, come avviene a Fermo, tra codici bianchi e verdi». «Tutti questi discorsi bisogna farli ovviamente a tavolino con dei tecnici che hanno il potere decisionale ed operativo, per cercare di trovare una soluzione. Un commissario può operare in ordinaria amministrazione, ma questa situazione è straordinaria e di emergenza. Abbiamo bisogno di calarci nella realtà – le conclusioni di Lanfranco – con figure certe e operative. Dobbiamo recuperare quel gap con le altre Ast e cercare di curare questa situazione cronica che colpisce la sanità fermana».


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