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Marche fuori dalla Zes, Marcozzi: «Esclusione arrivata come fulmine a ciel sereno. Parleremo con Acquaroli, Tajani e Battistoni»

ECONOMIA - Jessica Marcozzi, capogruppo regionale di Fi, è tornata sull'esclusione delle Marche dalla Zes: «Vogliamo riprendere l’iter in mano e possiamo ancora provare a rientrarci»

di Alessandro Luzi

L’esclusione delle Marche dalla Zes ha suscitato dei malumori sia nella sfera politica che in quella delle associazioni di categoria. Era inevitabile. Sarebbero arrivate delle agevolazioni importanti per le imprese, tra cui un credito d’imposta incisivo e delle semplificazioni amministrative significative. La notizia ovviamente non è stata digerita dalla capogruppo regionale di Fi, Jessica Marcozzi. «Un’esclusione arrivata a ciel sereno – ha ammesso -. Parleremo con il presidente Acquaroli, il ministro Tajani e il deputato Battistoni per capire cosa è successo. Comunque vogliamo riprendere l’iter in mano e possiamo ancora provare a rientrare nella Zes». Insomma, c’è ancora uno spiraglio di luce ed i vertici delle associazioni di categoria della provincia si aspettano che venga sfruttato. La spugna non è stata gettata da nessuno.

Sì, perché le Marche avevano tutti i presupposti essere inserite nel listone: sono una regione in transizione e, a detta dell’ex presidente Confindustria Centro-Adriatico Enrico Ciccola, dal 2019 era stata riconosciuta un’area di crisi complessa. Anzi, con questi parametri bisognerebbe domandarsi perché non sono state annesse nella Zona unica del sud, approvata a luglio dalla Commissione europea. L’iter era partito da lontano, poi, come in un film di Antonioni, i silenzi hanno iniziato a dilagarsi tra le trame burocratiche e politiche. «Fi regionale e parlamentare il risultato l’aveva portato a casa – ha puntualizzato Marcozzi -. Nel 2021 siamo andati a Roma dall’ex ministro del Sud del governo Draghi. Avevamo invitato a focalizzare l’attenzione sulle Marche in quanto l’Abruzzo aveva ottenuto la Zes grazie al porto di Ancona. Il quadro economico della nostra regione ha il segno meno, perciò veniamo considerate tra quelle in transizione. Allora abbiamo chiesto l’estensione della Zes e il 16 luglio del 2022 è stato siglato l’accordo di partenariato. Oggi come gruppo regionale non sappiamo perché questo percorso è stato interrotto». Secondo la capogruppo Fi non può dipendere dalla caduta del governo Draghi e dal rimpasto di giunta a Palazzo Raffaello. «È vero che sono cambiati gli assessori ma la strada era quella giusta. Avevamo l’ok anche del precedente ministro del Sud. La Zes va attivata anche per le Marche».
Spiegare lo stop con il cambio del governo infatti sarebbe riduttivo. Se il governo Draghi era sostenuto da una maggioranza di unità popolare, ora è il centro-destra a guidare il Paese (e le Marche). È vero che la giunta regionale avrebbe dovuto individuare un’area di 2mila ettari su cui calare la Zona economica speciale e non è stato fatto. Tuttavia, considerato il quadro economico, resta difficile comprendere perché non si debba estendere a tutto il territorio.


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